Londra: doppio debutto per Káťa Kabanová
Prosegue alla Royal Opera House il ciclo dedicato alle opere del compositore ceco Leós Janàček. Dopo Da una casa di morti dello scorso anno il teatro londinese ha portato in scena Káťa Kabanová, ispirata al dramma La tempesta di Alexander Nikolaj Ostrovskij.
Considerando che quest’opera fu scritta nel 1921 non si può non ritenerla una tra le più sorprendenti del secolo scorso, sia per la modernità del tema affrontato sia per la partitura musicale.
In Káťa Kabanová si ritrovano i numerosi aspetti che hanno influenzato la produzione operistica del compositore: da una parte la letteratura russa e il tema della fragilità femminile, di tipica ascendenza pucciniana, dall’altro l’identificazione di vicende personali con la trama dell’opera.
Káťa, giovane donna angariata sia dalla spietata suocera che dal marito, intraprende una relazione amorosa extraconiugale che si rivela devastante e la induce a togliersi la vita.
Il fallimentare matrimonio di Janàček con Zdenka Schulzová e il conseguente tentato suicidio di lei oppure l’amore romantico nato per una donna già sposata quale Kamila Stosslova sono elementi biografici facilmente riscontrabili nelle vicende della protagonista.
L’attuale nuova produzione di Richard Jones con l’ausilio delle scene di Antony McDonald sceglie di raccontare la storia ambientandola negli anni settanta in un luogo di provincia non ben determinato dell’est europeo.
Jones elimina ogni riferimento religioso e costruisce il disagio interiore della protagonista intorno all’isolamento e al sentimento della vergona frutto dell’atteggiamento bigotto dei concittadini.
Káťa è costantemente spiata dagli abitanti del luogo in cui abita, i quali la emarginano o la giudicano.
I pesci catturati dai pescatori nel fiume Volga (rappresentato dalla fossa orchestrale) simbolizzano chiaramente la condizione e il destino stesso di Káťa. Sulla scena i personaggi si muovono ora all’interno ora all’esterno della spoglia casa dei Kabanov.
Durante il temporale l’azione si sposta sotto una cabina dell’autobus quando Káťa, distrutta dal senso di colpa, confessa il tradimento. Nel finale lo spazio si trasforma in una semplice scatola di legno le cui pareti rappresentano mura metaforiche dell’isolamento della protagonista. Il coro, nei panni dei concittadini, corre attraverso il palco spostando elementi scenografici o portandosi via Káťa nel momento del suicidio.
Se sul piano visivo la regia e l’allestimento non emergono con spunti particolarmente originali che sostengano la straordinaria drammaticità associata a quest’opera, sul piano musicale l’esecuzione è stata perfetta.
Esaltante il doppio debutto al Covent Garden sia per Amanda Majeski nei panni della protagonista sia per il direttore inglese Edward Gardner.
La Majeski possiede un bellissimo timbro luminoso e dimostra di dominare facilmente il volume orchestrale. Il soprano americano è pienamente a suo agio quanto nel registro acuto tanto in quello grave, dote indispensabile per dipingere efficacemente la discontinuità psicologica del personaggio protagonista.
Nonostante questa sia la prima volta che la Majeski affronta la parte, l’interpretazione attoriale è toccante e pienamente efficace nel realizzare un ruolo così nervoso e fragile.
Il resto del cast è eccezionale. Susan Bickley, nei panni dell’orribile Kabanicha, ha dato vita ad un personaggio gelido e feroce.
Vocalmente impeccabile e scenicamente credibile Pavel Černoch, anch’esso al debutto, nei panni dell’amante Boris.
Ottimi anche Emily Edmonds e Andrew Tortise nei panni rispettivamente della vivace Varvara del coraggioso Kudrjáš.
Grande attesa per il debutto sul palco principale della ROH del britannico Edward Gardner per 10 anni al timone della English National Opera (2006-2015) e oggi direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Bergen.
Gardner ha offerto una splendida lettura della partitura musicale, intensamente lirica ma anche perfettamente coerente con il senso di disagio che pervade l’intera opera.
Successo straordinario per tutta la compagnia musicale con punte di entusiasmo per Amanda Majeski e Edward Gardner.
Thomas Gobbetti
(18 febbraio 2019)
La locandina
Direttore | Edward Gardner |
Regia | Richard Jones |
Scene e costume | Antony McDonald |
Lighting designer | Lucy Carter |
Movimenti | Sarah Fahie |
Katerina (Katya) | Amanda Majeski |
Boris Grigorjevic | Pavel Cernoch |
Marfa Ignatevna Kabanova | Susan Bickley |
Varvara | Emily Edmonds |
Vána Kudrjáš | Andrew Tortise |
Tichon Ivanyc Kabanov | Andrew Staples |
Glaša | Sarah Pring |
Savël Prokofjevic Dikoj | Clive Bayley |
Kuligin | Dominic Sedgwick |
Fekluša | Dervla Ramsay |
Orchestra Orchestra of the Royal Opera House | |
Royal Opera Chorus |
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