Arena di Verona: Tosca di Giacomo Puccini
Tosca di Giacomo Puccini è il terzo titolo proposto alla 93a edizione del Festival lirico 2015 all’Arena di Verona.
Torna un grande allestimento apprezzato da critica e pubblico ideato nel 2006 da Hugo De Ana. I tre atti di cui l’opera si compone sono dominati da altrettanti frammenti della scultura in bronzo dell’Arcangelo Michele che rinfodera la spada, di Pierre van Verschaffelt che svetta dalla sommità del Mausoleo di Adriano a Roma. Sullo sfondo un mastodontico parallelepipedo nero rifinito da pannelli imbullonati, incornicia la scena, riportando alla mente le chiglie dei transatlantici di inizio novecento.
Grandi tele dipinte e un gigantesco crocefisso argenteo tra le dita del colosso, trasportano lo spettatore nella simbolica rappresentazione della Chiesa di S. Andrea della Valle dove il primo atto si svolge. Fasci di luce radente ben ragionati e veri e propri colpi d’artiglieria ci portano all’apoteosi scenica nel solenne “Te Deum” di fine atto.
Credenze e cassettiere ci accolgono nello studio di Scarpia a Palazzo Farnese nel secondo atto, tradendone le origini siciliane. Proprio in queste sale si consuma il delitto di Tosca che, per sfuggire al barone e ottenere il salvacondotto per lei e il suo amato Cavaradossi, lo pugnala al petto.
La scena si svuota per enfatizzare tutta la drammaticità della fucilazione dell’atto conclusivo. I fucili non sono caricati a salve come Scarpia aveva falsamente promesso. Il povero Mario non si sveglierà dal suo sonno eterno per riabbracciare l’amata che affranta nel profondo e inseguita dagli sbirri, si lancerà dagli spalti del castello.
La Floria Tosca di Hui He incarna alla perfezione il ruolo della protagonista, incauta cantante gelosa del suo amato. La sua voce piena e sicura sugli acuti, trasmette allo spettatore tutta la passione per il pittore Cavaradossi interpretato da un non altrettanto disinvolto Marco Berti, che con non poche difficoltà di intonazione e portamento è comunque stato apprezzato dal pubblico.
Il barone Scarpia incarnato da Marco Vratogna, dotato di buone doti recitative, guida i suoi sbirri con convinzione, anche se proietta con difficoltà la voce al pubblico.
Coinvolgente e sardonico il sagrestano di Federico Longhi, che risulta più che discreto sia nella parte cantata che nell’incarnazione del religioso ammonitore (“Scherza coi fanti e lascia stare i santi!”).
Il cospiratore antipapalino Angelotti (Deyan Vatchkov) dipinge con vividezza il suo personaggio, trasferendo nella sua voce dal timbro non esattamente accattivante l’affanno della fuga da Castel Sant’Angelo.
Degno di nota lo Spoletta di Paolo Antognetti dalla voce ben impostata e agile, che ci auguriamo di riascoltare in ruoli più sostanziosi a venire.
Completano il cast un corretto Sciarrone di Nicolò Ceriani, il carceriere di Romano Dal Zovo e il pastorello Federico Fiorio.
Riccardo Frizza (in sostituzione del maestro Julian Kovatchev colpito da malore durante le prove di giovedì) riesce, anche se con qualche giustificata difficoltà, nella direzione di una Tosca ampia e rilassata nei tempi con buona risposta dell’orchestra dell’Arena di Verona.
Buona la prova del coro dell’Arena di Salvo Sgrò e delle voci bianche del coro A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini.
Grandi applausi per tutti gli interpreti ed in particolare per la protagonista femminile.
Matteo Pozzato
(26 giugno 2015)
La locandina
Direttore | Riccardo Frizza |
Regia, scene, costumi e luci | Hugo de Ana |
Tosca | Hui He |
Cavaradossi | Marco Berti |
Scarpia | Marco Vratogna |
Angelotti | Deyan Vatchkov |
Sagrestano | Federico Longhi |
Spoletta | Paolo Antognetti |
Sciarrone | Nicolò Ceriani |
Un carceriere | Romano Dal Zovo |
Un pastorello | Federico Fiorio |
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA | |
Maestro del Coro | Salvo Sgrò |
Direttore allestimenti scenici | Giuseppe De Filippi Venezia |
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini |
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