Padova – Auditorium Pollini: Il Brahms antitetico di Sonig Tchakerian e Leonora Armellini

Gli opposti si attraggono, ed attraendosi danno vita ad insolite ed affascinanti unioni di sensibilità. Sonig Tchakerian ed Leonora Armellini incarnano due approcci quasi antitetici all’esecuzione musicale, eppure insieme, nel contrasto, trovano uno straordinario punto di equilibrio che rende il loro ascolto in duo un’esperienza di grande seduzione. Le differenze balzano all’occhio prima ancora che all’orecchio: l’Armellini sembra uscita da un quadro di Tiziano, una Venere ubertosa dalla pelle d’alabastro; la Tchakerian invece porta in sé tutto il fascino di un’inquietante e fascinosa divinità ctonia, capace di rendere luminose le tenebre attraverso sguardi che penetrano sin nel profondo.

Il pianismo della Armellini è fatto di fraseggio leggero, giovanilmente spensierato ma comunque mai futile o fine a se stesso, mentre il violino della Tchakerian è animato da arcate turgide, passionali, capaci di trarre dallo strumento sensualità e trasporto, senza tuttavia mai perdere di vista rigore esecutivo e fedeltà allo scritto.

Singolare ed affascinante unione, si diceva, che trova piena realizzazione nelle due pagine brahmsiane proposte quale “piatto forte” del concerto tenuto all’Auditorium “Pollini” nell’ambito della stagione della Fondazione Omizzolo-Peruzzi.

Straordinaria l’esecuzione della Sonata op. 78, nella quale genialità e sobrietà trovano un equilibrio perfetto in un ambito quasi liederistico ( il Regenlied ritorna a più riprese nella composizione), a principiare dall’impalpabile Vivace ma non troppo iniziale, per passare al più corposo Adagio centrale, sciogliendosi infine nel conclusivo, malinconico Allegro molto moderato. Tchakerian ed Armellini trovano il giusto equilibrio in un fraseggio introspettivo, ma capace al contempo di aprirsi in slanci drammatici di coinvolgente intensità.

Lo Scherzo della Sonata F.A.E. ha definitivamente posto il suggello al successo della serata. Il duo sceglie un approccio mercuriale, brillante di mille luci, vivido di un fraseggio di bella varietà e di scelte ritmiche improntate ad una solare estroversione.

La prima parte del programma, una sorta di “riscaldamento”, prevedeva due pagine salottiere tratte dalla raccolta Pagine d’album di Guido Alberto Fano, fané e un po’ zuccherose, e la Sonata per violino e pianoforte di Silvio Omizzolo, interessante per soluzioni armoniche e contrappuntistiche.

Successo pieno e meritatissimo per le due interpreti.

Alessandro Cammarano

Padova, Auditorium Pollini, 16 giugno 2015

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