Parigi: la straniante Traviata firmata da Simon Stone all’Opéra National
Archiviata alla Bastille la classicissima Traviata secondo Benoît Jacquot, l’Opéra National di Parigi ripresenta il capolavoro verdiano su libretto di Francesco Maria Piave desunto da Dumas in un nuovo e “scandaloso” allestimento che ha da poco debuttato al Palais Garnier con grande successo di pubblico.
È difficile riferirne visto che il video della rappresentazione è già virale e ha suscitato innumerevoli commenti. Certo è che lo spettacolo, firmato da Simon Stone per la regia con la collaborazione di Bob Cousins per le scene, di Alice Babidge per i costumi e di James Farncomber per il disegno luci con il contributo dei video di Zakk Heln è di quelli che catturano l’attenzione del pubblico. La catturano a tal punto da distogliere, spesso e volentieri, dalla concentrazione sulla musica ma si voleva uno spettacolo in qualche modo cinematografico e tale la Traviata secondo Stone si è rivelata.
In breve Violetta è sì una mantenuta, ma è soprattutto un’influencer onnipresente sui social media e dedita all’invio di sms al medico che l’ha in cura. La giovane è infatti malata di cancro e non di tisi e al primo atto accoglie gli amici in un ambiente che rimanda all’idea dell’ospedale per quanto è bianco e asettico. Il brindisi è intonato dall’imbambolato Alfredo su una piramide di bicchieri che sono consegnati agli ospiti, la dichiarazione d’amore si svolge in una sorta di spazio adibito alla raccolta della spazzatura che il palcoscenico rotante rivela a vista dove Violetta, raggiunta da Alfredo, va a fumare la sigaretta che, assieme al cellulare, la occupa in ogni momento.
Nel secondo atto Violetta nel suo “buen ritiro in campagna” di dedica a mungere una vacca mentre Alfredo è impegnato con la spremitura dell’uva. Germont arriva con una borsa a tracolla e nel finale Violetta esce di scena, per entrare nella storia, avvolta in una nuvola di fumo. Insomma una Traviata nostra contemporanea in cui tutto è fuori misura e che riscrive la drammaturgia verdiana con esiti alterni, ma in taluni casi apprezzabili.
Il fasto dei costumi, non delle scene che sono di grande minimalismo e asetticità, è a tratti disturbante e strizza l’occhio a un gusto del kitzsch volutamente ricercato. Il pubblico che affolla l’Opéra Garnier sembra però gradire la storia: in fondo ritrova sul palcoscenico quella che è la sua quotidianità.
Sotto il profilo musicale la compagnia offre nella debuttante Pretty Yende una Violetta molto investita nella parte, che affrontava per la prima volta nella sua già brillante carriera, e capaci di non disattendere al dettato verdiano. La sua Violetta convince più nel primo atto, dove mette in evidenza bel virtuosismo e notevole agilità, che nel prosiego dell’opera dove il manierismo supera la sincerità dell’interprete. Certo è un’artista interessante e da seguire con interesse.
Benjamin Bernheim è un Alfredo dallo sguardo sempre stupefatto e dalla recitazione meno accurata della collega. La voce è però molto bella e la superficialità del personaggio gli calza come un guanto
Detto dell’eccellente Germont di Jean-François Lapointe che supplisce con il canto accorato e partecipe a un’interpretazione non particolarmente rifinita, vanno messe in risalto le belle prove di tutti gli altri interpreti, dalla Flora birichina di Catherine Trottmann al compassato Barone di Christian Helmer, dal dinamico Marchese di Marc Labonnette al Dottor Grenvil sussiegoso al punto giusto di Thomas Dear giù fino a Marion Lebégue (Annina), Luca Sannai (Giuseppe), con una menzione speciale per l’elegante Gastone di Julien Dran cheguida il Coro stabile dell’Opéra National magnificamene preparato da José Luis Basso nella grande scena del ricevimento in casa di Flora.
Si diceva che uno spettacolo tanto pieno di cose, che hanno poco a che fare con il testo originale, tende a sopraffare la musica. Ed è un peccato perché la lettura che dell’opera, eseguita nella sua integrità, offre Miuchele Mariotti alla guida dell’Orchestra stabile dell’Opéra National di Parigi è di qualità. Tempi giusti, giuste dinamiche, bel rapporto fra palcoscenico e orchestra, tinte giuste per far risaltare ogni momento de La Traviata. Il successo, alla recita cui abbiamo assistito, la sesta in questo nuovo allestimento, è stato molto vivo.
Rino Alessi
(28 settembre 2019)
La locandina
Direttore | Michele Mariotti |
Regia | Simon Stone |
Scene | Bob Cousins |
Costumi | Alice Babidge |
Luci | James Farncombe |
Personaggi e interpreti: | |
Violetta Valéry | Pretty Yende |
Flora Bervoix | Catherine Trottmann |
Annina | Marion Lebègue |
Alfredo Germont | Benjamin Bernheim |
Giorgio Germont | Jean‑François Lapointe |
Gastone | Julien Dran |
Il Barone Douphol | Christian Helmer |
Il Marchese d’Obigny | Marc Labonnette |
Dottor Grenvil | Thomas Dear |
Giuseppe | Luca Sannai |
Domestico | Enzo Coro |
Commissionario | Olivier Ayault |
Orchestra e Coro dell’Opéra national de Paris | |
Maestro del Coro | José Luis Basso |
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