Novara: al Teatro Coccia chef Cannavacciuolo debutta all’opera
Sarà Antonino Cannavacciuolo, chef stellato e amato volto della TV, il protagonista di Mettici il cuore (dal titolo di uno dei suoi libri), novità assoluta del format Opera Live Cooking in scena al teatro Coccia di Novara, domenica 10 novembre alle ore 20.30.
Il soggetto, scritto dal giornalista Luca Baccolini che ha lavorato a quattro mani con il librettista Vincenzo De Vivo, ambienta questa nuova opera nella cucina dello Chef che ospita eccezionalmente un ciclo di lezioni a numero chiuso. I primi ad iscriversi sono Samantha (Elena Belfiore), una ricca signora dell’alta borghesia sempre alla guida del suo Suv, regolarmente parcheggiato in doppia fila; Narciso (Ilham Nazarov), un aspirante food blogger, social-addicted, col vizio di non staccarsi mai dal suo smartphone; Furio (Federico Sacchi), un ingegnere di mezza età che attraverso la cucina spera di ricrearsi una nuova vita e un’immagine un po’ più al passo coi tempi; Rudy (Riccardo Della Sciucca), un “Rodolfo” contemporaneo, studente fuori corso, primo ad entrare in cucina perché innamorato di Mimì (Federica Guida), assistente dello Chef.
Le storie dei protagonisti si intrecciano per dare vita ad un’opera che racconta il viaggio di formazione di un giovane che, grazie all’incontro con lo chef Cannavacciuolo, capirà che la buona tavola, come la grande musica, ha regole antiche e segreti da capire in profondità, al di là di ogni apparenza.
Il live cooking è parte integrante di questo spettacolo con la regia di Roberto Recchia e Umberto Spinazzola; la partitura – in cui il melodramma si fonde con i ritmi contemporanei di pop e jazz – è stata composta per l’occasione da Valentino Corvino che salirà anche sul podio per dirigere l’Orchestra del Teatro Coccia. Le scene sono state disegnate da Marco Carella e le luci da Ivan Pastrovicchio.
La struttura drammaturgica dell’opera prevede il “tradizionale” susseguirsi di arie, recitativi, concertati e duetti alternati a momenti parlati dello Chef, impegnato in scena nella creazione di un vero e proprio piatto di alta cucina, le sue celebri Linguine con calamaretti spillo e salsa di pane di segale. Nei panni del maestro, Antonino Cannavacciuolo sarà il demiurgo che scioglierà tutti i dubbi degli allievi attraverso le rigide regole dei fornelli, sempre da rispettare ma mai fini a se stesse se non accompagnate dalla passione e dall’amore per la cucina, mezzo per raggiungere il cuore dei destinatari dei piatti.
Con il progetto Opera Live Cooking il Teatro Coccia, guidato da un anno dal direttore Corinne Baroni, vuole tracciare una nuova strada multidisciplinare per raggiungere l’obiettivo primario di un teatro di tradizione, cioè stimolare il dialogo, essere luogo di aggregazione e centro di sperimentazione per creare nuove forme di contaminazione dell’opera lirica.
«Alla richiesta di Corinne Baroni – ricorda l’autore del libretto Vincenzo De Vivo –, cercai nella memoria qualche appiglio che coniugasse melodramma e gastronomia: nell’opera non mancano riferimenti a luoghi deputati alla preparazione dei cibi o alla conservazione delle derrate alimentari.
Mi venivano in mente cucine, cantine, fabbriche di birra che nei libretti ottocenteschi si alternavano a salotti, camere, sale regie, giardini e riviere boscose. “Ma uno chef protagonista è un affar serio!” provai a replicare alla mia gentile interlocutrice. Corinne aveva già pronta la mossa successiva: “Ho pensato che potresti mettere a punto l’idea insieme con Luca Baccolini”. Con Luca ci incontrammo qualche settimana dopo. L’opera doveva essere un’alternanza di numeri musicali e dialoghi recitati – come nel Singspieltedesco e nella comédie melée d’ariette francese – e la vicenda doveva svolgersi durante una lezione di cucina dello chef. Ci aveva aiutato molto Rousseau, autore di testo e musica di una deliziosa opera in un atto: Le devin du village.
Una storia semplice, con una ragazza, Colette, che si rivolge ad un indovino girovago per riconquistare il fidanzato Colin, attratto dalle grazie di una signora di città. Esperto del cuore umano, l’indovino fa leva sulla gelosia di Colin, inventando un preteso corteggiatore della ragazza, perché il giovane ritrovi l’interesse e l’affetto per la fidanzata. La magia dell’incantatore del villaggio che conduce al lieto fine è tutta qui. La storia piacque a Mozart bambino, che la trasformò nel Singspiel Bastien und Bastienne, e piaceva molto anche a noi: il cuoco che trasforma le materie prime in piatti straordinari non è forse un mago capace di metamorfosi favolose?
E poi Cannavacciuolo un po’ mago lo è davvero, non solo perché trasforma cucine da incubo in luoghi di delizie, ma soprattutto perché è disposto ad ascoltare e a comprendere – prima per empatia poi con l’esperienza – i suoi interlocutori».
Il debutto al Teatro Coccia di Antonino Cannavacciuolo appare come un approdo “naturale”, poiché da tempo lo chef gestisce il Bistrot attiguo al foyer. Le sue cucine a Villa Crespi – ristorante due stelle sul lago d’Orta, premiato nelle scorse settimane da Tripadvisor al terzo posto fra i preferiti di tutto il mondo – si sono più volte aperte durante il periodo di prove a team creativo e interpreti per trasferire sulla scena atmosfera e umori reali del “dietro le quinte” di un celebre ristorante.
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