Padova: gli eccessi di un Don Giovanni (ir)riducibile

Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo, chiude la Stagione Lirica 2019 al Teatro Verdi di Padova.

A Paolo Giani Cei è interamente affidata la cura del nuovo allestimento. In un continuo gioco di velette e controscene, sono le incisioni che rimandano a Dürer o ad un più contemporaneo Doré a dominare le scene. I costumi in foggia settecentesca ben si legano al contesto, strizzando l’occhio al secolo in cui il compositore stesso è vissuto. Interessanti anche alcuni espedienti teatrali tra cui tra cui merita di essere citato il “labirinto” di drappi in leggerissimo chiffon nel quale si perdono i protagonisti durante il “La ci darem la mano”. Sono gli eccessi a far calare il livello della messa in scena: luci dure e dai colori sgargianti rovinano l’effetto di asciutta essenzialità delle scene, senza contare l’utilizzo degli spara coriandoli che, pur se posti ad evidenziare un momento di festa, finiscono per risultare ridondanti nell’insieme.

Alti e bassi in uno spettacolo che, con le dovute limature, può superare egregiamente la sufficienza senza veicolare particolari riletture psicologiche.

La direzione di Jordi Bernàcer è sincopata. Continue variazioni nelle agogiche, decisamente poco attinenti ad una partitura che suggerirebbe altro, complicano il lavoro dei cantanti e del non in forma Coro Lirico Veneto costretti ad una continua rincorsa-attesa del direttore.

A dispetto le premesse  risulta buona la prova dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

Caratterizzata da uno strumento vocale importante Anastasia Bartoli interpreta una Donna Elvira di presenza. Un’incisività e un controllo maggiore sono gli auspici per il futuro di questa giovane cantante.

Sgraziato e rigido sul palco è il Don Giovanni di Andrei Bondarenko. La sua mancanza di agilità, non solo vocale, adombra la buona intonazione e il piacevole timbro.

Al contrario il fido Leporello di Mirco Palazzi divora la scena. Assolutamente a suo agio, fa passare in secondo piano qualche opacità nelle note acute.

Convince la coppia formata da Daniel Giulianini e Michela Antenucci che vestono i panni di un fin troppo impetuoso Masetto e di una più che corretta Zerlina.

Meno persuasiva la controparte formata dalla Donna Anna di Ekaterina Bakanova (comunque dotata di un buon fraseggio), e dal Don Ottavio di Andrei Danilov caratterizzato da una voce rotonda ma dall’intonazione largamente imprecisa.

Un plauso al buon commendatore interpretato da Abramo Rosalen.

Successo di pubblico e applausi scroscianti firmano il successo della serata.

Matteo Pozzato
(29 dicembre 2019)

La locandina

Direttore Jordi Bernàcer
Regia, scene, costumi, luci Paolo Giani Cei
Personaggi e interpreti:
Don Giovanni Andrei Bondarenko
Commendatore Abramo Rosalen
Donna Anna Ekaterina Bakanova
Don Ottavio Andrei Danilov
Donna Elvira Anastasia Bartoli
Leporello Mirco Palazzi
Zerlina Michela Antenucci
Masetto Daniel Giulianini
Orchestra di Padova e del Veneto
Coro Lirico Veneto
Maestro del coro Matteo Valbusa

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