CD: “Nino Rota”, il camerista
Non esiste un Nino Rota autore di colonne sonore per il cinema e un altro dedito alla musica da camera e all’opera; nel repertorio del compositore milanese è evidente una continua osmosi tra i generi, tanto che egli stesso ebbe a dire: «Non credo a differenze di ceti e di livelli nella musica: il termine “musica leggera” si riferisce solo alla leggerezza di chi l’ascolta, non di chi l’ha scritta.».
Ne è prova lampante il bel CD “Nino Rota” che la Decca ha pubblicato lo scorso febbraio e in cui sono contenute pagine illuminanti del Rota cameristico, affidate ad un ensemble di assoluto livello, formato da Alessio Bidoli, violinista milanese, dal flautista Massimo Mercelli, da Nicoletta Sanzin all’arpa e da quel ragazzaccio di Bruno Canino che sovrintende al pianoforte.
Il talento di Rota emerge pienamente dal programma scelto, a cominciare dalla Sonata per violino e pianoforte, composta tra il 1936 e il 1937, dedicata a Guido Agosti che vide la prima esecuzione a Milano il 14 marzo del ’38. Bidoli e Canino ne mettono bene in luce la matrice neoclassica soprattutto attraverso sottili agogiche volte a conferire movimento ad un discorso melodico giocato sulla continua riproposizione del tema.
Eco paganiniane, con una strizzatina d’occhio alle melodie popolari magiare si avvertono nell’Improvviso in re minore per violino e pianoforte che fece da colonna sonora in sequenza in una sequenza del film Amanti senza amore di Gianni Franciolini. In un’esecuzione ricca di colori Bidoli, sostenuto dall’estro di Canino, esibisce un fraseggio ricco e mai indulgente a se stesso.
Tutto cambia nell’Improvviso in do maggiore (Un diavolo sentimentale), che nel 1969 Rota dedicò al violinista ed editore Alberto Curci. Qui si avverte un’urgenza ritmica che Canino e Bidoli risolvono attraverso una percussività insistita e nel ricorso a strappi dinamici reiterati.
Più descrittiva, a tratti didascalica, The Legend of the Glass, per violino e pianoforte, che Rota trae dalla colonna sonora di The Glass Mountain, fim diretto da Henry Cass nel 1949; agli esecutori il merito di non aver ceduto a certe zuccherosità dell’impaginato percorrendo invece la via di un lucido rigore.
Assai interessante la Sonata per flauto e arpa, che Ricordi pubblico nel 1939 e che Gianandrea Gavazzeni definì come «la misura più perfetta offerta da Rota». Richiami alla musica francese del primo Novecento si stemperano in una rapsodicità trasognata e trovano interpreti ideali in Massimo Mercelli e Nicoletta Sanzin.
Chiude il programma il Trio per flauto, violino e pianoforte, composto nel 1958 per il Trio Klemm, dove Bidoli, Canino e Mercelli giocano con acume sulle armonie mettendo al contempo in evidenza il ricco sostrato ritmico.
Incisione luminosa e ben calibrata.
Alessandro Cammarano
NINO ROTA – Musica da camera | |
Violino | Alessio Bidoli |
Pianoforte | Bruno Canino |
Flauto | Massimo Mercelli |
Arpa | Nicoletta Sanzin, |
Decca Italy UPC 00028948191475 |
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