“Insinkro”, il duo Octo Cordae valorizza un repertorio di nicchia
Il repertorio cosiddetto “minore” è capace di riservare sorprese assai piacevoli e il pugliese Duo Octo Cordae lo riporta nuovamente all’attenzione del pubblico con il CD “Insinkro”, che l’etichetta Farelive pubblica esclusivamente in formato digitale, facendo seguito al precedente “Recital”.
Domenico Masiello e Eliana de Candia, violinisti di vaglia, propongono qui un programma che proietta l’ascoltatore nell’atmosfera dei salotti buoni del Diciannovesimo secolo, dove la musica era di casa, attraverso un percorso che si dipana fluido e ben calibrato.
Il suono dei violini di Masiello e de Candia non indulge mai in languori domestici, trovando anzi una asciuttezza tanto rigorosa quanto appropriata nel valorizzare al meglio impaginati la cui difficoltà tecnica è in più di un’occasione palese, senza comunque trascurare il necessario trasporto.
Non solo autori “di nicchia” – eccezion fatta per Luigi Boccherini – Zenger, de Bériot e Fuchs furono impegnati nella didattica, lasciando la loro impronta su allievi che li superarono, il ché è motivo di vanto per l’insegnate e ne attesta il valore.
La Sonata di Max Zenger, forse un po’ manierata nel suo essere “à la manière de Mozart”, è comunque gradevole, mentre nel successivo Duo n. 5 Op. 3 in Mi bemolle di Boccherini il dialogo tra gli strumenti, nel loro rincorrersi fin dal Presto iniziale, si fa più articolato per aprirsi in suadenti morbidezze nel Largo successivo per concludersi in un Minuetto leggerissimo, e qui gli Octo Cordae esibiscono un’arcata trasparente unita ad un suono sempre calibrato.
Il Duo Concertante n. 3 Op. 57 in Re maggiore di Charles Auguste de Bériot – sommo virtuoso e marito di Maria Malibran – è pagina profondamente meditata e ricca di spunti contrappuntistici e di virtuosismi niente affatto accademici oltre che percorsa da una vena di malinconia che viene perfettamente colta dagli esecutori e resa con meditata urgenza.
Dai Phantasiestucke op. 105 di Robert Fuchs – viennese epigono del Romaticismo – sono eseguiti il n. 5 e il n. 14, caratterizzati da un brio leggero e il n. 16 nel quale prevale un più accentuato lirismo.
Interessanti le tre composizioni del compositore romano Federico Longo – classe 1972 – a chiusura del programma e che testimoniano l’interesse ancora vivo per un organico non comune. “Undici undici”, “Le frasi allo specchio” e “La via del corallo”, quest’ultima scritta espressamente per gli Octo Cordae si caratterizzano per il minimalismo del linguaggio coniugato unita ad un’interessante ricerca di atmosfere.
Bella anche la copertina, che riproduce un quadro del pittore Bonifacio Castello e intitolato “Viaggio nello spasmo della materia II”.
Alessandro Cammarano
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