Biglietti on line per Muti? Più facile un terno al lotto
Giovedì 11 giugno, ore 9.30. Il telefonino si mette a riprodurre quella specie di richiamo della foresta su cui ho impostato il suono del Promemoria, quando scade un impegno. “Foresta di Sherwood”, lo chiamano quelli di Apple. Sono già preparato, non ho bisogno di suggerimenti. Chiudo subito la notifica push che reca scritto “Biglietti Ravenna”.
Voglio provare ad acquistare on line – unica modalità consentita – due biglietti per l’autonominato “concerto della riapertura” in Italia, organizzato dal Ravenna Festival all’aperto per la sera del 21 giugno. Cortile della quattrocentesca Rocca Brancaleone, Orchestra giovanile “Cherubini”, soprano Rosa Feola, direttore Riccardo Muti. Musiche di Skrjabin e Mozart. Dacché è stato dato l’annuncio dell’evento, i concerti di riapertura sono spuntati come funghi nel bosco dopo le piogge di agosto. Anche in date precedenti il 21, anche il 15 giugno stesso, giorno fatidico dell’inizio della ripresa; anche in teatri al chiuso e non in spazi sotto le stelle, con ben altra valenza storico-simbolica (com’è il caso del “Jazz Is Back” che si terrà appunto il 15 giugno al Teatro Olimpico di Vicenza). Ma tant’è. Quello di Ravenna resta mediaticamente “il” concerto, nonostante non siano mancate le polemiche e le messe a punto.
Ad oggi, non è ancora chiaro cosa ne sarà della preannunciata ma non più confermata copertura televisiva Rai. E nulla si sa di ufficiale sulla presenza delle istituzioni. Quanto ai biglietti, con un ritardo di almeno una decina di giorni, ai primi di giugno, era stato alfine annunciato che la prevendita sarebbe avvenuta solo on line a partire appunto dall’11 giugno.
Non troppe certezze neanche sul numero degli spettatori ammessi: si è passati dai 250 dei primi annunci, verso il 22 maggio, ai 300 diventati cifra fissa a partire dalla prima settimana di giugno. In costanza di linee guida (mille al massimo all’aperto compresi gli esecutori, ma naturalmente in relazione e all’obbligo di distanziamento possono diminuire notevolmente) avevano sbagliato i conti del 20 per cento, a quel che pare. Ma insomma, tanto meglio per gli appassionati.
E torniamo al tentativo di acquistare due biglietti nella tipologia “congiunti” (cioè con il permesso di stare vicini), primo o secondo ordine non importa. Un’illusione durata poco. Ma ben più del tempo necessario a grattare un biglietto del Superenalotto. Il paragone non è casuale: dopo mezz’ora è apparso chiaro che riuscire a comperare i sospirati biglietti equivaleva a vincere alla lotteria.
Da subito, la lentezza dell’ingresso nella pagina della biglietteria elettronica non prometteva nulla di bene. Ripetute le apparizioni della schermata “Impossibile raggiungere il sito”. A un certo punto, però, l’adrenalina è salita: cliccando e ricliccando, sono riuscito a selezionare l’acquisto di due biglietti in secondo settore, 24 euro ciascuno. Il primo settore già non era selezionabile.
A margine. Un prezzo di 20 euro è sicuramente popolare. Un diritto di prevendita fisso (non in percentuale) di 4 euro, che di 20 euro è il 20 per cento, popolare non è affatto. Ma so che su questo molti si stanno muovendo, comprese certe popolari trasmissioni televisive “di denuncia”. E dunque speriamo che tornino a regnare l’equilibrio e il buon senso.
Comunque, sono riuscito ad arrivare alla pagina per la registrazione e lì mi sono miseramente schiantato. Inserito lo userid e la password, fine delle trasmissioni. Blocco, nervosa attesa e solita schermata di sito non raggiungibile.
Cinque ore dopo l’apertura del botteghino elettronico (qualcuno si sorprende?), il sito dava il tutto esaurito (come da schermata). Tre quarti d’ora più tardi, l’inesorabile sentenza era diventata un mellifluo “Al momento non ci sono posti disponibili, vi suggeriamo di monitorare il sito”. Altri 40 minuti più tardi (i nomi file della cattura delle schermate riportano l’orario) era ricomparso l’esaurito. Un bel giochino ai quattro cantoni.
Che cosa vogliono farci pensare? Che sono possibili rinunce? Che le rinunce si devono scoprire al volo, o forse che bisogna dire “Pull!”, come al tiro al piattello, e cercare di colpire il bersaglio? È inutile, la trasparenza in Italia resterà sempre mitologia. Del resto, la colonna a destra della biglietteria elettronica, quella dove compaiono questi irridenti messaggi, è quella che dovrebbe segnalare la disponibilità di biglietti. In tutta la giornata, mai visto un numero che sia uno. E io, ingenuo, che mi aspettavo un contatore a calare…
Posso dirlo? Mi rifiuto di passare il tempo a “monitorare il sito”. Sarò come la volpe della favola di Esopo, ma non voglio sprecare le mie già remote possibilità di diventare ricco alla lotteria con un colpo di fortuna sui server così facilmente soggetti a intasamento da traffico della TMaster di Vivaticket Spa. E per cosa, poi? Per ascoltare l’orchestra Cherubini diretta da Muti? Per loro mi accontenterò del mio abbonamento Apple Music. Quanto alla Rocca Brancaleone allestita secondo regole del distanziamento, giornalisticamente il vero motivo di interesse, pazienza. Mi fiderò dei fortunati colleghi titolari di un accredito.
Cesare Galla
P.S. La cultura e la musica sono importanti, certo, ma non riuscire a comperare un biglietto on line per un concerto è una sciocchezza, a fronte dei milioni di italiani rimasti intrappolati nel crash dei server dell’Inps mentre tentavano di chiedere un supporto vitale di poche centinaia di euro. Anche per questo, si spera vivamente (ma senza illusioni) che gli organizzatori evitino di rivendicare orgogliosamente il presunto assalto ai loro server degli appassionati di Muti e Mozart, sventolando improbabili cifre sugli accessi. La biglietteria era in tilt, la trasparenza nulla. Tutto il resto è marketing.
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