Piacenza: Palazzo Farnese indica la via verso le stelle
Nemmeno il consueto profumo dei tigli sembrava lasciare intravedere uno spiraglio di speranza nella primavera piacentina fortemente segnata dai tragici eventi del covid-19.
Il Teatro Municipale, costretto a sospendere -come tutti i teatri- una stagione ricca di titoli piuttosto interessanti, pareva immerso in un luttuoso silenzio interrotto solamente dalle sirene delle ambulanze, monito quotidiano di una situazione che mai avremmo voluto e immaginato.
Eppure il cuore della vita musicale di Piacenza non ha mai smesso di pulsare e appena si è presentata la possibilità è stato creato un evento, nel rispetto delle normative, che rimarrà nelle memorie della Primogenita.
E quindi (finalmente, aggiungo io) uscimmo a riveder le stelle è il titolo del gala -quasi- tutto verdiano che si è tenuto la sera del 4 luglio, giorno in cui ricorre la festa patronale di Sant’Antonino, nel suggestivo cortile di Palazzo Farnese, il cui essere incompleto lascia sempre ampi spiragli all’immaginazione.
Sul palcoscenico due stelle del firmamento internazionale: il tenore Francesco Meli e il baritono Luca Salsi accompagnati al pianoforte dal maestro Davide Cavalli in un programma di arie e duetti tratti da Don Carlo, Un ballo in maschera, La forza del destino e Otello.
Il concerto, anticipato da un breve discorso del sindaco Patrizia Barbieri e introdotto dall’Inno nazionale, è decollato immediatamente grazie all’appassionata interpretazione di Meli dell’aria Io l’ho perduta seguita dal vibrante duetto È lui!… desso… L’Infante e dall’aria O Carlo ascolta eseguita da Salsi con commovente intensità.
Dalla Spagna di Don Carlo si è passati agli Stati Uniti d’America del Ballo in Maschera in cui Meli nell’aria Forse la soglia attinse ha esaltato la scrittura verdiana tramite una ricerca timbrica di raffinato virtuosismo.
A seguire il duetto Invan Alvaro ti celasti al mondo dall’innominabile opera di Giuseppe Verdi che tuttavia riscuote sempre entusiasmanti successi per la potente vena melodica e per i sentimenti vermigli che agitano i personaggi.
Se fino ad ora Meli e Salsi non si erano risparmiati, con questo duetto hanno elargito ancor più generosamente un’esecuzione carica di pathos.
Diabolico il Credo di Jago nella mefistofelica esecuzione di Salsi e travolgente il duetto finale Tu?! Indietro! Fuggi!! … Sì per ciel!
Meli e Salsi, due voci che ben si amalgamano non solo per timbro ma anche per eleganza e gusto musicale, ci hanno proposto un Verdi più lirico e meno stentoreo soprattutto nelle parti in cui la foga spesso prende il sopravvento.
A ben completare la serata è stato il tocco di Davide Cavalli la cui natura concertistica, ben espressa nei due intermezzi strumentali in cui sono stati eseguiti magistralmente lo Studio op. 2 n. 1 di Scriabin e i Funérailles di Liszt, conferisce alle riduzioni per canto e pianoforte una certa raffinatezza che raramente si abituati a sentire.
Il pubblico, ben distanziato ma numeroso, dopo acclamazioni e richieste di bis è stato accontentato con un delizioso fuori programma in cui Meli e Salsi hanno eseguito il duetto e la cavatina del Barbiere di Siviglia di Rossini e la Furtiva lacrima dell’Elisir d’amore di Donizetti facendo emergere le loro origini belcantistiche con sorprendente freschezza nonostante l’impegnativo programma affrontato.
… e quindi riuscimmo a risentir le stelle con la viva speranza che questo sia il punto di partenza per un nuovo rinascimento della vita artistica del nostro bel paese.
Gian Francesco Amoroso
(4 luglio 2020)
La locandina
Tenore | Francesco Meli |
Baritono | Luca Salsi |
Pianoforte | Davide Cavalli |
Programma: | |
E quindi uscimmo a riveder le stelle | |
Gala Verdiano |
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