Ravenna: Carlo Vistoli e l’Ensemble Sezione Aurea nel nome dell’Amor tiranno

È probabile che anche solo da un video senza sonoro si potrebbe dedurre la qualità del canto di Carlo Vistoli: sarebbero evidenti il dominio dei fiati, anche lunghissimi, l’atteggiarsi della bocca ad articolare con chiarezza e precisione le parole, la tensione positiva che non diventa mai sforzo. Dotato inoltre di un’emissione morbidissima, di un timbro pieno, di proprietà stilistica ed espressività raffinata e trascinante sia nei recitativi sia nelle arie, il contraltista nato nel 1987 a Lugo, in provincia di Ravenna, sta meritatamente salendo in velocità i gradini di una carriera che lo porta di continuo in giro per il mondo. Il 10 luglio, però, Vistoli è tornato nelle terre natie per il Ravenna Festival in un concerto con l’Ensemble Sezione Aurea, concertatore e clavicembalo Filippo Pantieri.

Il programma della serata alla Rocca Brancaleone, intitolato “Amor tiranno” da un verso di Gian Francesco Busenello per la Didone di Francesco Cavalli (1641) e sottotitolato “Storie di amanti infelici nella Venezia del Seicento”, ricalcava in parte quello del cd omonimo uscito di recente per l’etichetta Arcana, di cui trovate la recensione qui. Brani dall’Incoronazione di Poppea (arie del personaggio particolarmente caro e noto a Vistoli, Ottone) e dal Quarto scherzo delle ariose vaghezze di Claudio Monteverdi, da La Didone, Erismena e Gli amori di Apollo e Dafne di Cavalli, da Concerti et Arie di Filiberto Laurenzi e dal Libro III delle Musiche e poesie varie a voce sola di Benedetto Ferrari: un viaggio tra disperazioni amorose e umorismo disincantato a Venezia e dintorni nel Seicento, con una sola pagina non vocale, una “Canzon a 3” dalle Musiche sacre di Cavalli, e, tra i bis richiesti insistentemente dal pubblico entusiasta, una sola eccezione geografica, l’“Aria di Passacaglia” Così mi disprezzate di Girolamo Frescobaldi, creata in area romana ma affine per argomento.

Virtuoso di grande talento, in grado di suscitare ai nostri giorni con grazia disinvolta quella sensazione di meraviglia che il teatro barocco ricercava tanto con gli stupefacenti macchinari scenici quanto con le evoluzioni acrobatiche delle voci, Vistoli era circondato dai valenti musicisti della Sezione Aurea, in primis Filippo Pantieri, concertatore incisivo e clavicembalista di grande sensibilità, fantasia ed eleganza.

La reazione del folto pubblico, come abbiamo detto, è stata estremamente calorosa. Una dimostrazione tra le tante non solo dell’eccellenza del cantante, ma anche del fatto che la voce di controtenore, o contraltista che dir si voglia nel caso di Vistoli, è ormai entrata in pianta stabile nel panorama degli ascoltatori ed è da loro apprezzata come le altre, a differenza di quanto accadeva in un passato non molto lontano.

Patrizia Luppi
(10 luglio 2020)

La locandina

Concertatore e clavicembalo Filippo Pantieri
Controtenore Carlo Vistoli
Ensemble Sezione Aurea
Programma:
Claudio Monteverdi 
da L’incoronazione di Poppea “E pur io torno”, “I miei subiti sdegni”
Filiberto Laurenzi 
da Concerti et Arie “Perché cruda ognora più”
Benedetto Ferrari 
da Musiche e poesie varie a voce sola […]. Libro terzo “Amanti, io vi so dire”
Francesco Cavalli 
da Musiche Sacre Canzon a 3 con 2 violini e violoncino
da La Didone “Per eccesso d’affetto”
da Erismena “Uscitemi dal cor, lagrime amare”
da Gli amori di Apollo e Dafne “Misero Apollo, i tuoi trionfi or vanta”
Claudio Monteverdi
da Quarto scherzo delle ariose vaghezze “Ohimè, ch’io cado, ohimè”, “Sì dolce è ’l tormento”

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