La Scala riparte (bene) con la Traviata

Come rivedere un amico dopo tanto tempo. Così ci si aspettava questa riapertura scaligera con La Traviata in forma di concerto. Con tutti i dubbi del caso perché l’opera in concerto, diciamoci la verità, non accende la curiosità degli appassionati, casomai la smorza.

La soluzione adottata dal Piermarini, invece, funziona e non si avverte realmente la mancanza di una regia e di una scenografia. Ogni angolo del generoso palcoscenico viene occupato con i cantanti in proscenio, l’orchestra sul palco e il coro ai lati infondo. Soluzione acusticamente felice e visivamente armoniosa.  La sala piena per un terzo fa uno strano effetto, soprattutto con La Traviata, un titolo che riempie sempre e comunque, ma i palchi luccicanti di un rosso Scala più bello che mai riscaldano l’atmosfera (che poi non si capisce perché in aereo o in palestra si possa stare appiccicati, mentre a teatro bisogna stare distanti, ma vabbè).

Sul palco, il Maestro Zubin Mehta “freeza” i tempi, lasciando percepire ogni singola intenzione strumentale del capolavoro verdiano, anche se, soprattutto all’inizio, il clima festoso del primo atto risulta smorzato. La pacata declinazione orchestrale tratteggia un fraseggio elegante ed evocativo, ideale per le voci.

Marina Rebeka ne prende atto ed è una grande Violetta. La voce ampia e di bel colore si accompagna a una presenza scenica convincente. Soprattutto nel secondo e terzo atto emerge un forte temperamento tragico che culmina con un Addio del Passato di prim’ordine.

Il tenore Atalla Ayan non convince. La voce è gestita ottimamente, ma non ci sono gli accenti, gli slanci e i volumi che il ruolo di Alfredo richiede.

Chiara Isotton è un’ottima Flora. Leo Nucci nei panni di Germont un valido “padre verdiano” che, con autorevole gesto scenico e vocalità ancora incisiva dopo oltre cinquant’anni di carriera, infonde sicurezza. Bene il resto del cast. I costumi di Dolce e Gabbana deludono rievocando forme e motivi tipici un mondo operistico un po’ retorico che si vorrebbe superare.

Applausi abbondanti soprattutto per Rebeka e Nucci. Nonostante tutto, era quasi come se questi mesi non fossero passati, e siamo usciti da teatro felici di riprendere a fare ciò di cui l’essere umano ha tanto bisogno, emozionarsi con l’arte e vivere la magia della grande musica.

Pietro Gandetto
(15 settembre 2020)

La locandina

Direttore Zubin Mehta
Personaggi e Interpreti:
Violetta Valéry Marina Rebeka
Flora Bervoix Chiara Isotton
Annina Francesca Pia Vitale*
Alfredo Germont Atalla Ayan
Giorgio Germont Leo Nucci
Gastone Carlo Bosi
Barone Douphol Costantino Finucci
Marchese d’Obigny Fabrizio Beggi
Dottor Grenvil Alessandro Spina
Orchestra e coro del Teatro Alla Scala
Maestro de coro Bruno Casoni

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