Il Donizetti Festival dal 19 novembre al 6 dicembre
Le opere del compositore bergamasco saranno eseguite tutte al Teatro Donizetti che riapre completamente restaurato. Confermati tre dei quattro titoli previsti: Belisario, Marino Faliero, Le nozze in villa; l’annunciata nuova produzione della Fille du régiment è posticipata al 2021. Il Teatro Sociale sarà sede di alcuni recital e dell’annunciato omaggio a Beethoven con l’opera L’amor coniugale di Giovanni Simone Mayr, maestro di Donizetti. Facendo tesoro dell’esperienza del 2019 quando L’ange de Nisida prese vita nella platea del Cantiere con il pubblico nei palchi e nella galleria, adesso – sebbene i restauri del Teatro Donizetti saranno completati – quel precedente torna utile per mettere in scena Marino Faliero e Le nozze in villa rispettando le normative anti contagio. Un impegno e uno sforzo organizzativo sostenuto dalla Fondazione Teatro Donizetti e da tutta la città per mantenere vivo il nucleo della “rivoluzione donizettiana” affinché possa far accendere ancora una volta i riflettori sulla città e su nuovi aspetti della vita e delle opere di Donizetti, simbolo cittadino da contrapporre alle tragiche vicende legate alla pandemia.
La serata inaugurale del festival Donizetti Opera 2020 avrà luogo al Teatro Donizetti, giovedì 19 novembre (ore 21 – replica giovedì 26 novembre alle ore 20) con un’opera in forma di concerto: Belisario (Venezia, 1836 – edizione critica di Ottavio Sbragia), protagonista Placido Domingo che, conquistato da Bergamo e dal festival dedicato al compositore cittadino, ha scelto di debuttare un nuovo ruolo della sua più recente carriera di baritono. Sul podio per questa occasione imperdibile il direttore musicale Riccardo Frizza, accanto al quale si riunirà un cast d’eccezione composto da Simon Lim, Davinia Rodriguez, Annalisa Stroppa e Celso Albelo, ai quali si affiancano anche Anaïs Mejías e Klodjan Kacani. L’Orchestra e il Coro (diretto da Fabio Tartari) saranno quelli del Donizetti Opera.
La programmazione prosegue con altri due titoli operistici sempre al Teatro Donizetti: l’azione tragica MarinoFaliero (Parigi, 1835) e il dramma buffo Le nozze in villa (Treviso, 1820).
Per Marino Faliero (in scena al Teatro Donizetti 20 e 28 novembre, 6 dicembre – edizione critica di Maria Chiara Bertieri) salirà sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera il direttore musicale del festival Riccardo Frizza, mentre il progetto creativo sarà di ricci/forte, coppia di registi che negli ultimi anni ha conquistato le platee dell’opera con una serie di successi (dal debutto nella lirica con Turandot allo Sferisterio, Premio Abbiati 2018, a Nabuccoal Festival Verdi nel 2019), chiamati a dipanare una vicenda ambientata nella Venezia nel Trecento, frammista di politica e sentimento. Andato in scena al Théâtre Italien di Parigi – il più alla moda dell’epoca e con Rossini coinvolto nella direzione – il 12 marzo 1835, Marin Faliero vantava un cast di virtuosi di prim’ordine (Luigi Lablache, Antonio Tamburini, Giulia Grisi, Giovan Battista Rubini), cosa che suscitò un’artificiosa rivalità con Bellini che aveva messo in scena poco prima nel medesimo teatro I Puritani. Prendendo a modello questo leggendario primo cast, sul palcoscenico del Teatro Donizetti nel 2020 sfileranno alcuni dei più grandi interpreti di oggi: il basso Michele Pertusi nel ruolo del titolo, il tenore Javier Camarena – artista in residenza dell’edizione 2020 – il soprano Francesca Dotto e il baritono Bogdan Baciu. Completano il cast: Christian Federici, Dave Monaco, Anaïs Mejías, Giorgio Misseri, Stefano Gentili, Diego Savini, Vassily Solodkyy. Le scene sono di Marco Rossi, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Alessandro Carletti e i movimenti coreografici di Marta Bevilacqua.
Per il ciclo #donizetti200 – la messa in scena ogni anno di un’opera di Donizetti che compie due secoli – è la volta del dramma buffo Le nozze in villa (21 e 27 novembre, 5 dicembre – nuova edizione critica di Edoardo Cavalli e Maria Chiara Bertieri), un lavoro poco noto che è giunto a noi attraverso un’unica partitura superstite, non autografa e purtroppo incompleta, senza testimonianze dirette della prima esecuzione. Sul podio salirà Stefano Montanari, come tradizione per il progetto #donizetti200, uno specialista del repertorio antico per una riscoperta del suono donizettiano grazie alla presenza dell’Orchestra Gli Originali. La parte musicale mancante (il quintetto del secondo atto “Aura gentil che mormori” n. 10) è stata invece commissionata ad artisti contemporanei come Elio e Rocco Tanica, in collaborazione con Enrico Melozzi. Per raccontare le vicende di una coppia di innamorati alle prese con un padre e un promesso sposo dai contorni caricaturali e ridicoli, ci sarà il giovane regista Davide Marranchelli, vincitore nel 2019 del bando per una nuova creazione per la Donizetti Night (Don Gaetano – A Speed Date With); le scene sono di Anna Bonomelli, i costumi di Linda Riccardi e le luci sempre di Alessandro Carletti. In scena un gruppo di cantanti esperti del repertorio buffo del primo Ottocento, come Fabio Capitanucci, Omar Montanari, Gaia Petrone, Giorgio Misseri, Manuela Custer, e ancora Eleonora Deveze.
In entrambe le opere sarà impegnato il Coro Donizetti Opera (diretto da Fabio Tartari) che, quest’anno, per far fronte alle norme di sicurezza, sarà disposto come se fosse in concerto.
Il Teatro Sociale sarà sede di alcuni concerti: il 22 novembre (ore 15.30) il recital del giovanissimo tenore basco Xabier Anduaga (con Giulio Zappa al pianoforte), voce scoperta dal festival del 2018 e diventato celebre per le sue performance bergamasche; il 29 novembre, in occasione del Dies Natalis di Donizetti il concerto del baritono Paolo Bordogna, buffo per antonomasia dei nostri giorni, e del soprano Sara Blanch, voce spagnola da poco impostasi nel panorama internazionale (al pianoforte Ugo Mahieux). Questi tre artisti erano originariamente impegnati nella produzione della Fille du régiment, la cui realizzazione è posticipata al 2021.
Nell’anno del 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven non poteva mancare anche l’omaggio di Bergamo al grande compositore tedesco: l’occasione è data dal dramma in un atto L’amor coniugale (Teatro Sociale, venerdì 4 dicembre, in forma di concerto) con musica di Giovanni Simone Mayr e libretto di Gaetano Rossi basato su Léonore, ou L’amour conjugal di Jean-Nicolas Bouilly alla fonte anche del libretto del Fidelio di Beethoven, messo in musica sempre nel 1805. Si tratta di una produzione Opera Fuoco in collaborazione con Beethovenfest Bonn, diretta da David Stern con i solisti e l’Orchestra dell’Atelier Opera Fuoco, progetto francese che dal 2003 si dedica alla conoscenza e all’esecuzione del repertorio meno noto dalla seconda metà del Settecento in poi.
Fondamentale nella stesura del programma festivaliero l’attività di studio e ricerca sull’eredità e la codifica dell’identità musicale operistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti, diretta da Paolo Fabbri.
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 (nuovo orario); invariato l’inizio della domenica alle ore 15.30. La première di Belisario avrà inizio alle ore 21.
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