CD: Tamerlano. Il pasticcio si addice a Vivaldi

Non è temerario affermare che il “pasticcio” si addice a Vivaldi; si pensi alla Dorilla in Tempe o alla tarda Ermelinda, passando per l’Inganno trionfante in amore e la Tirannia gastigata, ma soprattutto al Tamerlano composto su commissione della veronese Accademia Filarmonica e andato in scena, insieme all’Adelaide, durante il Carnevale del 1735.

Ancora una volta il Prete Rosso seppe sfruttare con sottile intelligenza i cantanti che aveva a disposizione sulla scena veronese non solo componendo per loro, ma anche affidando a ciascuno degli interpreti arie mutuate da altri autori – Giacomelli, Hasse e Broschi – o da altre sue opere tali da porne in massimo risalto le caratteristiche vocali; da sottolineare il fatto che i numeri destinati a Bajazet e ad Asteria sono tutti, e non a caso, di Vivaldi: ad Anna Girò, sua favorita e prima Asteria, non poteva essere riservato altro.

Nell’edizione critica curata da Bernardo Ticci per l’incisione Naïve nell’ambito della Vivaldi Edition trovano spazio anche le cinque arie sicuramente composte per l’occasione – la cui musica è ad oggi perduta – e qui ricostruite, a completamento di un arco drammaturgico che si arricchisce di significato.

Ottavio Dantone – che cura con il consueto gusto e misura anche le variazioni dei singoli numeri musicali – dà vita insieme all’Accademia Bizantina ad un racconto musicale articolato su spunti dinamici e agogici capaci di porre in evidenza sia gli elementi drammatici che quelli più squisitamente elegiaci senza tuttavia mai cedere alla tentazione di stupire.

Ne deriva un’esecuzione misuratissima e vivida, ulteriormente arricchita da una compagnia di canto di esemplare uniformità e capace di aderire alla visione di Dantone.

Nel ruolo eponimo si distingue Filippo Mineccia, capace di tratteggiare un Tamerlano variegato nei colori e incardinato su un fraseggio rigoglioso.

Perfettamente risolto anche il Bajazet di Bruno Taddia, padrone di accenti incisivi e sempre concentrato sulla parola, così come Delphine Galou è Asteria dai sentimenti mutevoli espressi con incantevole musicalità.

Sugli scudi l’Irene appassionata di Sophie Rennert, che plasma con duttilità i suoi cospicui mezzi vocali ponendo in risalto le agilità impervie delle sue arie, mentre Marina De Liso si dimostra ancora una volta interprete di prim’ordine caratterizzando il personaggio di Andronico conferendogli, come si conviene, la forza del guerriero e la dolcezza ansiosa dell’amante.

Ultima ma non meno importante Arianna Vendittelli, Idaspe inappuntabile e dai colori rapinosi.

Ben calibrata la registrazione e sufficientemente esaurienti le note critiche contenute nel libretto.

Alessandro Cammarano  

La locandina

Antonio Vivaldi
Il Tamerlano (Il Bajazet) RV 703
Bruno Taddia, Filippo Mineccia,  Delphine Galou, Sophie Rennert, Marina De Liso, Arianna Vendittelli
Accademia Bizantina
Ottavio Dantone
Naïve OP 7080

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