Concerto inaugurale della 108° stagione degli Amici della Musica di Verona al Teatro Ristori
Più che soddisfacente il concerto inaugurale della 108/a stagione della società Amici della Musica di Verona, alla quale ha partecipato la nota violinista sarda, Anna Tifu accompagnata dal pianista francese Julien Quentin. Un duo che si proponeva con la Sonata n° 3 di Brahms e la Sonata n° 2 di Prokofiev, integrate da note composizioni di Maurice Ravel: la Seconda Sonata in sol maggiore e la Tzigane, rapsodia da concerto.
L’interpretazione dei due concertisti ha lungamente catturato l’attenzione del numeroso pubblico accorso al Teatro Ristori, che non ha lesinato applausi vivissimi al loro indirizzo, specie dopo l’impegnativa Sonata prokofieviana (trascrizione da un originale per flauto) le cui rabescanti caratteristiche espressive -pur tecnicamente riadeguate allo strumento ad arco- si mantengono anche nell’andamento violinistico.
Anna Tifu è stata tecnicamente inappuntabile. Il suono tornito del suo violino non è però riuscito a restituire tutte le spigolosità, anche ironiche, del brano. La delicatezza dei celebri glissati-raffiche di vento, che Prokofiev stesso voleva inespressivi (in partitura indicati come “freddi”), suonano invece con lei deliziosamente caldi. Intendiamoci sono bellissimi; c’è in essi una fluidità di scorrimento che lascia a bocca aperta, ma sono poco graffianti. L’intuizione della violinista e del suo accompagnatore è folgorante, ma non sembra che i due musicisti riescano poi a trovare un filo unitario per la loro interpretazione, che singolarizza il perno espressivo di ciascun movimento, smussandone gli angoli, attutendone le ironie, sfumandone le tinte che perdono un poco dell’evidenza “cubista” che sta a monte dell’estetica prokofieviana.
Diverso invece l’approccio dei due nella Sonata di Ravel, col suo arguto movimento centrale (Blues) sotteso da una croccante ironia e dagli intenti parodistici. Anna Tifu ed il compagno la filtrano attraverso una squisita sensibilità e ne mettono in bella evidenza soprattutto l’Allegro conclusivo, vero studio di agilità, significativamente intitolato Perpetuum mobile che per certi versi sembra ricollegarsi alle estreme misure del Quartetto e del concitato finale del Concerto in sol per pianoforte e orchestra. Un’esecuzione al termine perfettamente equilibrata ed è in questo risiede il motivo principale dell’indubbio fascino che la Sonata ancora promana. Successo indiscusso della serata.
Gianni Villani
(11 ottobre 2017)
La locandina
Violino | Anna Tifu |
Pianoforte | Julien Quentin |
Programma | |
Johannes Brahms (1833-1897) | |
Sonata n. 3 in re minore per violino e pianoforte, op. 108 | |
Maurice Ravel (1875-1937) | |
Sonata n. 2 in sol maggiore per violino e pianoforte | |
Sergej Prokofiev (1891-1953) | |
Sonata n. 2 in re maggiore per violino e pianoforte, op. 94 bis | |
Maurice Ravel | |
Tzigane Rapsodia da concerto |
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