Venezia: Ton Koopman debutta alla Fenice
Sarà Ton Koopman, per la prima volta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice, a dirigere il prossimo evento musicale trasmesso dal Teatro veneziano, in diretta streaming sabato 6 marzo 2021 ore 17.30. Al maestro olandese, specialista di musica barocca e figura di riferimento nel movimento dell’interpretazione antica, è affidato l’affascinante compito di tracciare un filo conduttore tra Ludwig van Beethoven e la musica di Johann Sebastian Bach: il programma musicale affiancherà infatti a due Suite per orchestra di Bach – la n. 1 in do maggiore bwv 1066 e la n. 3 in re maggiore bwv 1068 –, la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Beethoven. Il concerto sarà trasmesso gratuitamente su www.teatrolafenice.it e sul canale YouTube del Teatro La Fenice.
Il catalogo dell’opera di Johann Sebastian Bach (1685-1750) alla voce ‘musica strumentale per complessi orchestrali’ comprende una raccolta di quattro Suite, che il maestro di Eisenach compose con tutta probabilità negli anni di Cöthen, quindi intorno al 1717-1723, per il locale Collegium musicum, un’orchestra di virtuosi creata dalla passione per la musica strumentale del principe Leopold. Rispetto ad altre composizioni analoghe – il paragone con i celeberrimi Concerti brandeburghesi è d’obbligo – le Suite si distinguono per il tono più semplice e frivolo, quasi musica d’intrattenimento che prende ispirazione dalla civiltà musicale francese della suite e dalla leggerezza mondana della danza. Per l’aggiunta del pezzo di apertura, sono note anche con il nome di Ouverture. Delle quattro giunte ai nostri giorni, verranno eseguite la prima Suite in do maggiore bwv 1066, la composizione con più numeri, ben dieci danze; e la n. 3 in re maggiore bwv 1068, di gran lunga la più famosa ed eseguita.
Ludwig van Beethoven (1770-1827) iniziò a comporre la sua Seconda Sinfonia in re maggiore op. 36 intorno al 1800, vi si dedicò con maggiore impegno dall’ottobre 1801 al maggio 1802, per poi completare il lavoro nell’estate della villeggiatura di Heiligenstadt (a quei tempi piccolo centro a nord di Vienna). Dedicata al fraterno amico Carl von Lichnowsky, dopo varie esecuzioni in forma privata in qualche dimora del principe, ogni volta occasione per cambiamenti e ritocchi da parte del compositore, debuttò in pubblico al Theater an der Wien il 5 aprile 1803, in un concerto dal programma interamente dedicato alla musica di Beethoven. Nonostante sia pervasa di energia e serenità, l’opera nacque in uno dei momenti più scoraggianti dell’esistenza del compositore: proprio in quegli anni infatti cominciò a manifestarsi la fase acuta della sua sordità con la conseguente decisione di abbandonare la carriera concertistica. I contemporanei, colpiti degli elementi di novità rispetto alle loro abitudini di ascolto, ne riconobbero inevitabilmente «la potenza del genio che in quest’opera colossale – si legge in una recensione del prestigioso l’“Allgemeine Musikalische Zeitung” del 1805 – si palesa nella ricchezza dei pensieri nuovi, nel trattamento del tutto originale e nella profondità della dottrina».
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