Giuliano Mazzoccante: «È un onore essere stato nominato Direttore Artistico della MCMA dal Presidente Konstantin Ishkhanov»
Giuliano Mazzoccante è un pianista Italiano, diplomato con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze sotto la guida della professoressa Lucia Passaglia. Ha vinto numerosi premi e raggiunto diversi prestigiosi obiettivi durante la sua carriera. Ha suonato sia come solista che come camerista nei maggiori teatri italiani, in città tra cui Roma, Milano, Bologna e Perugia, per nominarne alcune. Partecipa regolarmente a festival ed eventi come “ClaviCologne Festival” in Germania, “Malta International Music Festival” e “International Piano Festival & Competition” in Italia.
- Osservando la sua carriera, spiccano grandi traguardi e premi tra cui il Diploma di Eccellenza all’Accademia Musicale Umbra, il Diploma di Merito alla Scuola Internazionale da Camera a Duino, il Premio Venezia nel 1998; e, ancora, è vincitore del 40° Concorso Pianistico Internazionale “Arcangelo Speranza” e premiato nella quarta edizione dell’International Tbilisi Piano Competition. Cosa ha significato per lei raggiungere questi obiettivi?
Si tratta di obiettivi che aiutano a costruire il carattere di una persona e ognuno di essi rappresenta un viaggio artistico. Credo che qualsiasi musicista debba puntare a ottenere premi e raggiungere traguardi. E sicuramente lo studio in questo aiuta, proprio come è avvenuto nel mio caso. Infatti, ho partecipato a quasi una centinaia di competizioni e, quelle menzionate, sono tra le più prestigiose. Ma oltre a queste ricordo una cinquantina di altri concorsi in cui sono stato premiato che, seppur meno importanti, hanno comunque rappresentato per me esperienze fondamentali e formative. Credo inoltre che la performance sia la parte più difficile, poiché rappresenta il momento in cui l’artista si esprime in modo unico e irripetibile. Posso affermare, insomma, che il raggiungimento di questi traguardi ha sicuramente influenzato la mia carriera.
- Ogni musicista crede che la comunicazione attraverso l’arte sia il modo migliore per esprimere le proprie emozioni e comunicarle al pubblico”. Basandosi su questa frase, qual è il suo punto di vista sulla particolare connessione tra musicista e pubblico?
Lo scopo principale dei musicisti di un certo livello è quello di essere capaci di descrivere sé stessi attraverso un messaggio da trasmettere in musica. Per questo motivo, noi musicisti cerchiamo sempre una connessione con il nostro pubblico. Quando gli artisti salgono sul palco sono pronti a dire qualcosa su loro stessi come musicisti ma anche come esseri umani e spesso questo viene dimenticato nell’ambito musicale. Ci sono persone molto capaci nel loro mestiere ma, allo stesso tempo, non altrettanto efficaci nel trasmettere emozioni e sentimenti. Io personalmente spero sempre di comunicare qualcosa di personale al mio pubblico. La musica, secondo me, è basata sulla dinamicità ed è differente dalle altre arti. Mi spiego: se guardiamo un dipinto o una scultura, possiamo ricercare il messaggio insito in esse per quanto tempo vogliamo, andare via, tornare e riguardare l’opera. Nella musica invece, il messaggio dell’artista deve essere immediato e raggiungere il pubblico allo stesso istante in cui viene suonato. Il musicista deve essere sempre concentrato e se una performance dura un’ora e mezza, deve essere un’ora e mezza di concentrazione estrema.
- Ha lavorato nel mondo della danza classica e dell’opera, collaborando con insegnanti del Teatro alla Scala di Milano, della Royal Academy di Londra, del Teatro dell’Opera di Parigi. Queste esperienze le hanno dato un’idea più definita di come le emozioni e i sentimenti possano essere espressi attraverso la musica?
Ho studiato con il professore Lazar Berman, uno dei più grandi interpreti della scuola di pianoforte russa. Grazie a lui, ho cominciato queste collaborazioni con il balletto e il teatro. Lavorare in questi settori mi ha permesso di partecipare alle masterclass di Gerald Olivieri e Lynn Wallis, direttrice artistica della Royal Academy di Londra per ventidue anni. Ho scoperto aspetti artistici che non avrei mai neppure immaginato se non avessi avuto queste esperienze. Per esempio, ho dovuto imparare e capire l’importanza della voce, suonando insieme a cantanti d’opera. Per noi musicisti, infatti, la voce è una cosa importantissima perché l’accompagnarla ci costringe a capire in anticipo come agire. Tutto questo è accaduto grazie al lavoro che ho fatto con grandi direttori e registi. Riguardo al balletto, invece, spesso le persone dimenticano che i ballerini di danza classica sono sempre in movimento, proprio come i musicisti. Infatti, nella musica classica, il movimento lo si trova anche nelle pause. Per cui, ho imparato a rendere un momento musicale brillante non solo quando viene suonato ma anche prima che il pubblico lo ascolti; devo dire che queste due esperienze mi hanno formato in maniera significativa.
- Concentrandosi su un livello più tecnico, come descriverebbe il ruolo di un pianista quando suona con un’orchestra rispetto a quando suona da solista? C’è una differenza determinante secondo lei e, se si, quale?
La differenza determinante sta nel concetto di “fusione di anime”. Quando i pianisti sono solisti, si preparano in solitudine nelle loro camere o in uno studio e, quando salgono sul palco, rappresentano loro stessi e lo strumento che suonano. Per quanto mi riguarda, l’energia che provo suonando con l’orchestra è cento volte superiore, perché ci sono tante anime che suonano all’unisono. In più, la parte che preferisco sono le prove, perché rappresentano il momento in cui conosci gli altri artisti da un punto di vista musicale e posso dire, modestamente parlando, che un bravo solista è capace di creare un’armonia immediata con l’orchestra. Penso che, se un’orchestra è ben unita, possa trasmettere un’energia in grado di dar vita ad emozioni molto forti.
- Come sappiamo, gli artisti come lei viaggiano il mondo portando la loro musica a più persone possibili. Secondo lei, esiste una relazione tra il viaggio e il musicista? Magari vedendo il viaggio come ispirazione per nuova musica?
Per i giovani, il viaggio è sicuramente un’ispirazione. Quando ero ragazzo, il viaggio rappresentava la parte più bella di un concerto o di una competizione. Il solo fatto di raggiungere una nuova destinazione era una gioia per me, perché voleva dire che stavo andando da qualche parte. Credo che il viaggio abbia un ruolo significativo nella vita di ogni artista, rappresentando un’opportunità di conoscere e vivere nuove esperienze. Mi ricordo quando il mio professore, Mr Berman, mi raccontava del suo desiderio di viaggiare in giro per il mondo e di quando andò negli Stati Uniti per la prima volta. Penso che, per i giovani musicisti, sia importante sapere che un giorno potranno viaggiare e suonare all’estero e rendere le loro carriere straordinarie. Nel mio caso, più era lungo il viaggio, più era alta la concentrazione. Per qualsiasi motivo una persona viaggi, il viaggio è sempre una bella esperienza e, per noi musicisti, anche una necessità.
- Concentrandosi su Malta e sulla Malta Classical Music Academy (MCMA), come valuta il lavoro degli organizzatori di questo evento?
Sono stato molto fortunato a incontrare gli organizzatori dell’Academy, la European Foundation for Support of Culture (EUFSC) perché insieme lavoriamo ad un evento sensazionale. La MCMA rappresenta il gradino finale di un progetto durato due anni. Considero la Fondazione una delle istituzioni più preparate e attive al mondo riguardo gli eventi culturali di alto livello. Mi sento privilegiato per il fatto di poter collaborare con loro perché, nonostante le difficoltà’ causate dal COVID-19, continuano a lavorare per il bene delle persone. La MCMA ospiterà professori di musica classica provenienti da più di venti paesi nel mondo e la Fondazione sta dando il suo supporto al presente e al futuro dei giovani musicisti che potranno partecipare a queste masterclass. Ci saranno artisti che io consideravo delle icone quando avevo 18 anni e mi viene la pelle d’oca se penso che sarò il Direttore Artistico del Dipartimento di Pianoforte. E poi la Fondazione lavora in maniera continua e stimolante; ogni giorno ed ogni ora c’è qualcosa di nuovo da promuovere nella migliore maniera possibile, con lo scopo di mettere a proprio agio tutti i partecipanti. A volte ci sono eventi ai quali la gente si iscrive, spendendo tanti soldi, raggiunge il luogo e poi si trova senza supporto. Al contrario, la EUFSC pensa agli alloggi dei giovani musicisti, a dove avranno luogo le masterclass e ai trasporti per andare ai concerti e raggiungere gli hotel. Inoltre, non dimentichiamoci del format incredibile che presenta, allo stesso tempo, concerti, masterclass e anche la Malta International Piano Competition.
- Qual è stata, in passato, la sua esperienza con la Fondazione?
Invece, riguardo alle collaborazioni passate con la European Foundation for Support of Culture, ho avuto l’onore di collaborare con loro per il progetto “14 ways to Malta” che comprendeva 14 competizioni tra i migliori pianisti, under 35, al mondo. Il format era prestigioso, da paragonare a quello di eventi come il “Tchaikovsky” di Mosca o alla “Queen Elizabeth Competition”. Io ero il direttore artistico di “In Musica International Piano Competition”, evento che ha avuto luogo all’interno dei Palazzi Vaticani, nel rispetto di tutte le normative e i protocolli anti COVID-19. Pensi che la Fondazione ed io abbiamo ricevuto una mail da parte del Segretario dell’Istituto Pontificio della Sacra Musica, che si congratulava con noi perché tutto si è svolto senza complicazioni. Ecco, penso che questo sia stato uno dei motivi, oltre il mio sorriso sempre presente (ride), per cui il Presidente della EUFSC Konstantin Ishkhanov abbia scelto me per il ruolo di Direttore Artistico. Penso che la Fondazione abbia notato in me quella particolare attenzione nel far sì che chi parteciperà all’evento possa godersi ogni istante e renderlo indimenticabile. Non vedo l’ora di cominciare, con la gioia di incontrare altre persone e tutto ciò mi sta dando un’energia straordinaria».
- Cosa significa per lei, personalmente e professionalmente, essere stato scelto dal Presidente della EUFSC Konstantin Ishkhanov come Direttore Artistico del Dipartimento Pianoforte e cosa spera di ottenere da questo ruolo?
Innanzitutto, posso dire che è la prima volta che faccio parte di un evento così grande, e con grande intendo considerata l’importanza dei professori coinvolti. Si avrà l’impressione di guardarsi e trovarsi allo stesso tempo a Vienna, poi a Washington, Mosca, Tokyo e così via. Pensare che un giovane abbia la possibilità di andare a Malta e incontrare tutti questi artisti, mi rende felicissimo. Sfortunatamente, in questo periodo è tutto bloccato e quindi, vedere una fondazione creare eventi di questo genere fa sì che le persone continuino a credere nella musica. Perché con i teatri chiusi, si pensa di poter fare concerti solo online ma non è così, non è la verità; le emozioni e le vibrazioni che si provano durante un concerto in presenza sono imparagonabili e Malta, con i suoi eventi futuri, rappresenta queste vibrazioni.
- Che tipo di impatto crede che, eventi come la MCMA, possano avere sul Paese e sulla gente che ci vive?
Sicuramente un impatto a lungo termine, la gente ne parlerà in futuro perché Malta ha la fortuna di essere essa stessa un teatro naturale e l’isola avrà addosso i riflettori di tutto il mondo; Valletta, in quei giorni, può diventare, artisticamente e musicalmente parlando, come New York, Mosca, Los Angeles, Tokyo ecc. Perché sarà trasformata dalla musica classica per sempre, rendendola un punto di riferimento mondiale. Basti pensare che qui nella mia città, Chieti, ci sono club culturali che hanno già programmato di andare a Malta per la MCMA e soprattutto per il festival InClassica, previsto anch’esso a Malta. Ad esempio, mi piacerebbe portare le mie figlie, anche solo per un weekend, andare a sentire un concerto, mangiare in riva al mare e poi ritornare a casa. Davvero, penso che la EUFSC stia offrendo a tutti quanti l’opportunità di vivere al meglio l’isola di Malta almeno per una volta nella vita.
- Quali i suoi pensieri riguardo all’isola? Ci è già stato?
Sì, sono stato tante volte a Malta e amo il Kinnie [bibita Maltese] (ride). Ho tenuto masterclass a Malta e ricordo una grande affluenza ai miei concerti. Sento spesso amici che vivono lì e mi chiedono sempre quando tornerò; ecco, presto, potrò di nuovo tornarci.
- Come professore delle MCMA masterclass, c’è qualcosa in particolare sul quale si concentrerà? Tecnica, interpretazione, repertorio ecc.
Sa, come professori, dobbiamo sempre essere pronti a modellare i nostri metodi di insegnamento. La European Foundation for Support of Culture ha scelto me e i miei illustri colleghi perché siamo in grado di lavorare con tecniche e armonie varie, come una Sonatina di Beethoven e una Kreisleriana di Schumann, cercando sempre di soddisfare la curiosità dei nostri alunni. A volte gli studenti arrivano talmente spaventati, con le gambe che tremano, che è fondamentale metterli a proprio agio essendo abili nel mantenere la loro concentrazione alta e sapendo mostrare loro la bellezza e la delicatezza della musica. Vorrei che i miei studenti percepissero la gioia che provo nel fare il mio lavoro. Sono felice nella mia vita perché sono diventato musicista e voglio che loro lo capiscano.
- Quale impatto personale e professionale speri che l’Academy possa avere sui ragazzi che parteciperanno? Dopo tutto, il valore delle masterclass e dei concerti giornalieri è alquanto straordinario, sei d’accordo?
L’impatto può essere multiplo. A livello didattico, gli studenti possono imparare moltissimo avendo anche l’opportunità di fare incontri ed essere ispirati da chi per loro rappresenta una leggenda vivente. Ricordo la prima volta che incontrai il professor Pavel Gililov, ero così emozionato e spaventato che ho detto solo “ciao” (ride). Per questa ragione, sono curioso di vedere come reagiranno.
- C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
«Sono certo che InClassica e la Malta Classical Music Academy saranno eventi unici. Spero vivamente che saremo in grado, partendo da questi festival, di metterci alle spalle questo brutto periodo. Personalmente, tutto questo rappresenta un’opportunità che voglio godermi il più possibile, dando il meglio di me giorno e notte».
Giuliano Mazzoccante è Direttore Artistico del Dipartimento Pianoforte della Malta Classical Music Academy (17 Aprile – 11 Maggio 2021) e professore di masterclass di pianoforte per tutto il periodo dell’Academy.
La Redazione
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