Vicenza: Un pomeriggio tra le Muse

Domenica 15 ottobre si è tenuto presso le Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza il terzo concerto della rassegna Pomeriggio tra le Muse, organizzata dall’Ensemble Musagète. Il programma, dal titolo “Nel nome di Bach” era inserito nel contesto della rassegna Pomeriggio tra le Muse, a sua volta titolata “Affinità elettive” in onore al romanzo di Goethe. In programma la Trio sonata BWV 527 di Johann Sebastian Bach, Quarto e Quinto dai Preludi e fuga K 404a di Mozart, la Sonata in sol minore H 549 per oboe e basso continuo di Carl Philipp Emanuel Bach, la Prima West-Ost Miniatur per oboe e violoncello di Isang Yun e infine il Quartetto in Fa maggiore op. 8 per oboe e archi di Johann Christian Bach.

Del multiforme Ensemble Musagète erano presenti Tiziano Guarato al violino, Michele Sguotti alla viola, Simone Tieppo al violoncello e Remo Peronato all’oboe. Il concerto è stato introdotto ed accompagnato dalle spiegazioni del clarinettista Luigi Marasca.

Il percorso bachiano era ben strutturato, anche se si è sentita la mancanza del terzo celebre figlio di Johann Sebastian, ossia il primogenito Wilhelm Friedemann, o di un altro compositore che, come Mozart nei suoi Preludi e fuga, abbia omaggiato il grande Bach. Molto interessante e ben riuscita l’idea di passare comodamente fra gli organici, sistemando oboe e trio d’archi in disparate combinazioni. È parsa invece un po’ fuori luogo la presenza della Miniatura di Yun, peraltro forse il brano meglio eseguito del concerto, che mostrava dei collegamenti molto deboli con il resto del programma e viveva del suo titolo (West-Ost) che richiama il West–östlicher Divan di Goethe, un timido collegamento con il tema goethiano purtroppo non approfondito (nessuno dei compositori ha infatti svolto alcuna riflessione tra est e ovest, oriente e occidente o affini). Il tema delle Affinità elettive sarebbe stato molto più rafforzato dalla presenza di un altro compositore che, come Mozart, avesse sviluppato delle reazioni di fronte al confronto con la grande famiglia Bach. Reazioni che sono state enunciate nelle spiegazioni di Marasca, a volte troppo lunghe e didascaliche, efficaci nell’eloquio, ma purtroppo poco chiare nel centrare il punto dei collegamenti programmatici.

Il concerto intero è stato ben realizzato, con buona precisione di esecuzione, ma una certa schematicità nei respiri musicali. Musicalmente migliori sono stati, oltre a West-Ost Miniatur I di Yun, i due Preludi e fuga di Mozart, che hanno però avuto alcuni fastidiosi problemi di intonazione e alcune insicurezze nei fugati. I quattro musicisti si sono alternati in buone esecuzioni, mostrandosi tuttavia sempre molto cauti e incerti, soprattutto nella gestione dell’acustica. Se le Gallerie d’Italia sono sicuramente un ambiente suggestivo e dal notevole valore artistico, è anche vero che l’acustica molto riverberante avrebbe richiesto una migliore gestione dell’arco e dei respiri, evitando l’eccesso di sovrapposizioni e cercando la massima chiarezza possibile che, soprattutto nel tessuto contrappuntistico, sarebbe stata auspicabile. Più convinto è stato il Quartetto per oboe e archi finale, nel quale i musicisti si sono permessi di lasciarsi maggiormente andare, rendendo con convinzione ed efficacia gli eleganti e vivaci movimenti del brano di Johann Christian Bach e scacciando un certo senso di irritazione che si percepiva.

Il concerto è stato comunque una buona occasione per ascoltare del repertorio molto spesso non eseguito e nonostante non sia stato uno dei migliori dell’altresì ottimo ensemble vicentino, ha comunque mantenuto uno buono standard su ogni brano.

Alessandro Tommasi

La locandina

Tiziano Guarato Violino
Michele Sguotti Viola
Simone Tieppo Violoncello
Remo Peronato Oboe
Johann Sebastian Bach Trio sonata BWV 525
Wolfgang Amadeus Mozart Fughe per archi K 405
Carl Philipp Emanuel Bach Sonata in Sol minore per oboe e basso
Isang Yun Ost-West Miniatur per oboe e violoncello
Johann Christian Bach Quartetto n. 1 op. 8 per oboe e archi

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