Lucero Tena: la Signora delle Nacchere
La sua abilità e identificazione con questo strumento
ne fanno un tesoro davvero unico dell’arte spagnola
Questa incomparabile artista spagnola, nata a Durango in Messico, ha iniziato la sua carriera come ballerina con la compagnia Carmen Amaya e in seguito ha avuto la sua. La sua eccezionale espressività quando si tratta di danzare l’ha resa unica nel suo tempo e oggi rimane unica nella sua arte. Le sue mani tengono un potente strumento a percussione che significa eleganza e viene suonato con forza e compostezza. Le nacchere sono state un’estensione delle loro stesse dita per anni. E il suo valore interpretativo non ha concorrenza in tutto il mondo.
Maestra, è un onore per Le Salón Musical averla con noi.
- Qual è il suo ricordo più bello quando pensa all’Italia? Ce ne parla, per favore?
«Sono un grande fan dell’Italia e sono stata molto fortunata ad esibirmi lì in numerose occasioni.
Sicuramente uno dei miei primi ricordi è un intervento nella “Vida breve” di Falla al Campidoglio a Roma, diretto da Rafael Frühbeck di Burgos o il concerto con l’Orchestra da Camera dell’Aquila al Teatro Sistina di Roma, che ha organizzato e presentato un grande e mio buon amico che ci ha lasciato da poco, Stefano Mazzonis, che mi ha invitato dopo avermi visto a quel concerto in Campidoglio. Molto emozionante in concomitanza con il mio compleanno il debutto, qualche anno fa, al Teatro alla Scala diretto dal mio amato e ammirato Placido Domingo.
Oppure il premio consegnatomi a Rimini da Giulieta Masina da parte dell’UNICEF o quando dopo un recital un giornale mi ha soprannominato “La Paganini delle nacchere” Per citarne alcuni…»
- La sua storia è piena di sentimento, dedizione e passione. Prima è stata la danza e poi quella magistrale percussione carica di emozioni che scaturisce dalle mani. Come definirebbe l’arte di Lucero Tena?
«L’amore che ho avuto fin dall’inizio per questo piccolo strumento, che sono le mie nacchere e che grazie ai suggerimenti di due grandi artisti come il compositore Aram Kachaturian e il violinista Oleg Kogan, dopo avermi ascoltato nella sonata di Scarlatti k 395, mi ha spinto proseguirei di più nel repertorio classico.»
- Nella sua carriera ci sono nomi che l’hanno accompagnata e che la rendono ancora più grande. Da Carmen Amaya, passando per Rostropovich e fino a Placido Domingo. Se dovessi scegliere i cinque insegnamenti più importanti che ha ricevuto durante i suoi anni di carriera. Quali sarebbero e perché?
«Lei cita tre dei miei grandi riferimenti, ma vorrei aggiungere, per aver avuto la grande fortuna di condividere e fare musica con loro in molte occasioni, nomi come Rafael Frühbeck de Burgos, Jesus López Cobos o Luis Antonio Garcia Navarro così come Lorin Maazel, con il quale mi sono intesa perfettamente e tutti molto ammirati, ma la mia gratitudine va a molti altri artisti con i quali ho potuto collaborare durante la mia carriera e con cui ho potuto divertirmi a fare musica.»
Una ballerina che nel tempo è riuscita a trasferire la magia dai suoi piedi alle sue mani
Lucero Tena, il cui vero nome è María de la Luz Tena Álvarez, ha studiato danza classica con Nina Shestakova e danza spagnola con Emilia Díaz prima di incontrare la meravigliosa Carmen Amaya. In Spagna ha lavorato al Corral de la Morería, il “tablao” di flamenco più famoso al mondo. La sua abilità con le nacchere, o “palillos” come vengono chiamate in Andalusia, è davvero unica. Parlando di uno strumento che produce solo due suoni, la presenza scenica che riesce ad avere quando viene suonato magistralmente è impressionante. Questi due suoni, il primo si chiama “TA”. Si ottiene colpendo velocemente l’anulare e poi il medio della mano sinistra sulla nacchera. Il suono successivo si chiama “RRI”. Questo suono viene prodotto colpendo la nacchera della mano destra con il mignolo, l’anulare e l’indice in rapida successione.
- Le nacchere hanno un suono grave e uno alto, il cuore di Lucero Tena batte quando pensa che la ricorderemo sempre per due ragioni. Quali sono secondo lei questi due motivi?
«Speriamo ed è il mio desiderio che possano ricordare, la mia grande passione per lo strumento e la dedizione assoluta.»
- Quando la si guarda e soprattutto si ascolta il suo strumento, quel piccolo strumento, si può solo fingere di indovinare cosa sta vivendo in quel momento. Quando tu Maestro si lascia trasportare dal suono delle nacchere, cosa prova, come lo vive? Cosa rappresentano per lei?
«Quando salgo sul palco cerco di divertirmi a fare musica con il mio strumento e con la mia grande voglia di poter comunicare al pubblico questa grande passione del fare musica.»
- Il tempo passa e quello che bisogna fare adesso è essere consapevoli del cammino percorso che aiuterà le altre generazioni a formarsi e a nutrirsi. Qual è la sua opinione sui nuovi talenti musicali che si stanno formando e che sono la speranza dei grandi come lei?
«Forse questo non è il mio caso, ma in generale direi o consiglierei che non è solo la dedizione a molto studio dello strumento, ma è essenziale l’interpretazione e la trasmissione appassionata della musica.»
È sempre stata oggetto di riconoscimenti e soprattutto di meritati applausi
È stata professore di nacchere al Conservatorio Reale di Madrid ed è autrice di un “metodo di nacchere”, e ha ricevuto la Medaglia del Circolo delle Belle Arti e anche il cordone di Isabella la Católica, tra gli altri premi e riconoscimenti. Per tutto il suo lavoro e per tanta dedizione e dedizione, le viene giustamente riconosciuto il merito di aver nobilitato ed elevato ai massimi livelli strumento “Castañuela” con la sua meravigliosa interpretazione artistica.
- Maestra, cosa chiede alla vita in questi momenti così particolari che viviamo?
«Fede e speranza, niente altro.»
Grazie infinite, per il suo tempo e soprattutto per la sua arte.
Ricardo Ladrón de Guevara
Versión original en español
Lucero Tena: la Señora de la Castañuelas
Su destreza y su identificación con este instrumento
la convierten en un verdadero único tesoro del arte español
por: Ricardo Ladrón de Guevara
www.linkedin.com/in/Ricardo-LadrondeGuevara-Romero
Esta incomparable artista española, nacida en Durango México, inició su carrera como bailaora de la Compañía de Carmen Amaya y posteriormente tuvo la suya propia. Su excepcional expresividad a la hora de bailar la hicieron única en su tiempo y hoy día sigue siendo única en su arte. Sus manos sostienen un instrumento de percusión de un gran alcance que significa elegancia y que se interpreta con fuerza y aplomo. Las Castañuelas han sido desde hace años una extensión de sus propios dedos. Y su valía interpretativa no tiene competencia en el mundo entero.
Maestra, es un honor para Le Salón Musical tenerla con nosotros.
¿Cuál es su recuerdo más entrañable cuando Usted piensa en Italia? ¿Nos lo puede relatar, por favor?
Soy una gran admiradora de ese país y tuve la gran suerte de poder actuar allí en numerosas ocasiones.
Seguramente uno de mis primeros recuerdos, es una intervención en la Vida Breve de Falla en el Campidoglio de Roma ,dirigida por Rafael Frühbeck de Burgos o el concierto con la Orquesta de Cámara del Aquila en el Teatro Sistina de Roma ,que los organizaba y presentaba un gran y buen amigo mío que nos ha dejado recientemente, Stefano Mazzonis, quien me invitó tras haberme visto en ese concierto del Campidoglio.
Muy emotivo coincidiendo encima con mi cumpleaños mi debut, hace unos años en el Teatro a la Scala dirigida por mi querido y admirado Placido Domingo.
O el premio que me entregó en Rimini Giulieta Masina por parte de la UNICEF y abrumador que tras un recital un periódico me apodara la “ La Paganini delle nacchere” Para enumerar algunos de ellos…
- Su historia está plagada de sentimiento, entrega y pasión. Primero fue el baile y luego esa magistral percusión cargada de emociones que salen de sus manos. ¿Cómo definiría Usted el arte de Lucero Tena?
«El amor que tuve desde los inicios para este pequeño instrumento, que son mis castañuelas y que gracias a las sugerencias de dos grandes artistas como el compositor Aram Kachaturian y el violinista Oleg Kogan, tras oírme en la sonata de Scarlatti k 395, me impulsaron a seguir más en el repertorio clásico.»
- En su carrera hay nombres que la han acompañado y que la engrandecen. Desde Carmen Amaya pasando por Rostropovich hasta detenerse tan solo en uno, en Plácido Domingo. Si Usted tuviese que escoger las cinco enseñanzas más importantes que ha recibido a lo largo de sus años de profesión. ¿cuáles serían y por qué?
«Vd. Menciona tres de mis grandes referentes, pero me gustaría añadir, por haber tenido la gran suerte de compartir y hacer música con ellos en muchísimas ocasiones , nombres como Rafael Frühbeck de Burgos, Jesus López Cobos o Luis Antonio Garcia Navarro además de Lorin Maazel , con los que me entendí perfectamente y todos ellos muy admirados .Pero mi agradecimiento va a muchos más artistas con los cuales pude colaborar a lo largo de mi carrera y he podido disfrutar haciendo música con ellos.»
Una bailarina que con el tiempo ha sabido transferir la magia de sus pies a sus manos
Lucero Tena, cuyo verdadero nombre es María de la Luz Tena Álvarez, estudió ballet clásico con Nina Shestakova y danza española con Emilia Díaz antes de conocer a la maravillosa Carmen Amaya. En España trabajó en el Corral de la Morería, el tablao flamenco más famoso del mundo. Su destreza con las castañuelas, o los palillos como se las llama en Andalucía es realmente única. Hablando de un instrumento que solo produce dos sonidos es impresionante la presencia escénica que logra tener cuando es interpretado con maestría. Estos dos sonidos, al primero se le llama “TA”. Se logra golpeando el dedo anular y luego el dedo medio de la mano izquierda rápidamente sobre la castañuela. El próximo sonido se llama “RRI”. Este sonido se produce golpeando la castañuela en tu mano derecha con el dedo pequeño, el dedo anular, y el dedo índice en sucesión rápida.
- Las castañuelas tienen un sonido grave y uno agudo, el corazón de Lucero Tena late cuando piensa que siempre la recordaremos por dos razones, ¿cuáles son, a su juicio, esas dos razones?
«Ojala y es mi deseo puedan recordar, mi gran pasión por el instrumento y entrega absoluta.»
- Cuando uno la mira y sobre todo escucha interpretar su instrumento, ese pequeño instrumento, tan solo llega uno a pretender adivinar lo que en ese momento experimenta. Cuando Usted Maestra se deja llevar por el sonido de las castañuelas ¿Qué siente?, ¿Cómo lo vive? ¿Qué representan para Usted?
«Al subir a un escenario intento disfrutar de hacer música con mi instrumento y con mi gran deseo de poder comunicar al público esta gran pasión de hacer música.»
- El tiempo pasa y lo que toca ahora es ser consciente del camino andado que servirá para que otras generaciones se formen y se nutran. ¿Qué opinión tiene de los nuevos talentos de la música que están en formación y que son el relevo de los grandes como Usted?
«A lo mejor este no es mi caso, pero en general diría o aconsejaría no es solo la dedicación al mucho estudio del instrumento, pero indispensable la interpretación y trasmisión con pasión de la música.»
Siempre ha sido objeto de reconocimiento y sobre todo de aplausos merecidos
Ha sido Profesora de castañuelas en el Real Conservatorio de Madrid y es autora de un “Método de castañuelas”, y recibió en su día la Medalla del Círculo de Bellas Artes y también el lazo de Isabel la Católica, entre otros premios y reconocimientos. Por toda su labor y por tanta entrega y dedicación se le atribuye y con justo derecho su mérito en la dignificación y elevación al nivel más alto del nivel de la Castañuela instrumento con su maravillosa interpretación artística.
- Maestra, ¿Qué le pide Usted a la vida en estos momentos, tan particulares que vivimos?
«Fe y esperanza poco más puedo añadir.»
Gracias infinitas, por su tiempo y sobre todo por su arte.
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