Mantova: Ilumina Octet per Trame Sonore

Quella che fu una delle più raffinate corti del Rinascimento rinnova, immersa nella musica, il suo antico splendore. La bellezza delle arti figurative e la grande musica si amalgamano in un continuum sinestetico in cui percezioni visive e uditive danno vita a un’esperienza unica. Tutto questo è Trame Sonore, Mantova Chamber Music Festival, crocevia per alcuni tra i più noti cameristi del panorama musicale internazionale, giunto, dal 29 maggio al 2 giugno, alla sua nona edizione. Un contesto suggestivo in cui, tra gli oltre 150 eventi – tra concerti, incontri e percorsi d’approfondimento in luoghi suggestivi come Palazzo Ducale, Palazzo Te, Palazzo Castiglioni e Rotonda di San Lorenzo – hanno spiccato i due concerti dell’Ilumina Octet. Ensemble cameristico composto da musicisti di varia provenienza, il cui debutto per la nona edizione del festival ha avuto come cornice, nel giorno di apertura, la splendida Sala di Manto del Palazzo Ducale. Sono Tai Murray, Gustavo Lennerzt, Hanan Santos, Liza Ferschtman, violini, Jennifer Stumm e Gabriel Iscussati, viole e Giovanni Gnocchi e Guilherme Moraes, violoncelli. Il loro Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 di Mendelssohn ha perfettamente espresso la fisionomia del progetto da cui prendono nome, Ilumina, realtà nata in Brasile, a San Paolo, fondata dalla violista Jennifer Stumm. Amalgama timbrico, cura estrema dei dettagli, equilibrio sonoro, comunione di intenti, un continuo avvicendarsi delle voci che mai si sovrastano ma emergono mettendo in luce la complessa architettura sonora di queste magnifiche pagine del repertorio cameristico romantico: un perfetto esempio di “dialogo in musica”, insomma. Uno scambio equo tra le parti e tra musicisti differenti per età, esperienza e provenienza ma uniti, in nome della musica, in un rapporto assolutamente “alla pari”. Uno scambio equo come quello a cui danno vita tra tradizione della cultura musicale europea ed energia, entusiasmo e colore della cultura musicale latinoamericana, in cui entrambi si nutrono reciprocamente gli uni della ricchezza degli altri. «Perché “il talento non sceglie dove nascere” e anche giovani musicisti provenienti da zone più periferiche e meno fortunate del mondo dovrebbero avere una chance per coltivare il loro talento e poter realizzare il loro sogno», spiega Jennifer Stumm, violista di origine americana, in occasione di uno dei tanti approfondimenti proposti nelle giornate del festival, che prosegue «Ilumina non vuole essere una forma di “colonialismo musicale” in cui la culla della tradizione musicale classica, il vecchio continente, rivendica primati; non un incontro di maestri e allievi, ma semplicemente un vero e proprio ritrovo tra musicisti europei e giovani colleghi brasiliani. Una comunità o famiglia in cui le necessità degli uni incontrano quelle degli altri». Il loro far musica impressiona per energia, coesione e per quell’entusiasmo di cui è particolarmente capace chi, con grande sacrificio, insegue un sogno. In questo caso entrare in contatto con luoghi e musicisti della tradizione musicale classica europea. Poter studiare con loro, proprio come accaduto a Guilherme Moraes, allievo del violoncellista cremonese Giovanni Gnocchi al Mozarteum di Salisburgo. All’Ilumina Octet si deve anche una magistrale interpretazione, questa volta all’aperto in Piazza Santa Barbara il 30 maggio, dell’Ottetto in do maggiore op. 7 di Enescu. Anche in questa occasione, nonostante l’infelice acustica del concerto sotto le stelle – in cui a ricordare Toscanini si dovrebbe unicamente giocare a bocce – l’ensemble si è distinto per incredibile espressività, insieme, affiatamento, precisione e padronanza tecnica. A conferma del successo riscontrato dall’esecuzione applausi scroscianti del pubblico, numeroso come nella maggior parte degli eventi di Trame Sonore, quasi un continuo sold out.

Luisa Sclocchis
(29 e 30 maggio 2021)

La locandina

Illumina Octet
Violini Tai Murray, Gustavo Lennerzt, Hanan Santos, Liza Ferschtman
Viole Jennifer Stumm e Gabriel Iscussati
Violoncelli Giovanni Gnocchi, Guilherme Moraes
Programma:
Felix Mendellsohn Bartholdy
Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20
George Enescu
Ottetto in do maggiore op. 7

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