Ravenna: quattro serate tra Dante, l’Armenia, il teatro e la musica
In quattro serate, dal 25 al 28 giugno, sui palchi del Ravenna Festival si sono succeduti settanta attori, un gruppo di cantanti e strumentisti armeni, un’orchestra sinfonica, un quartetto e tre celebri solisti: spaccato casuale di una rassegna dalla vocazione multidisciplinare che quest’anno, in una programmazione sull’arco di due mesi, dal 2 giugno al 31 luglio, comprende come sempre musica del genere più vario, teatro, danza, cinema e conversazioni con protagonisti della cultura.
Il 25, sede della performance erano i Giardini Pubblici, al cui interno si trova l’elegante Loggetta Lombardesca che, con l’edificio cinquecentesco di cui fa parte, ospita il Mar-Museo d’Arte della città di Ravenna. Nello spazio all’aperto allestito davanti alla Loggetta si sono susseguiti dal tramonto all’alba settanta attori, idealmente tutti quelli di Ravenna, dai professionisti affermati ai dilettanti appassionati, per una lettura integrale dei trentatré canti del Paradiso dantesco. Intitolata infatti Verso Paradiso, la nottata dantesca era, più che uno spettacolo, un happening o un rito, come hanno sottolineato in apertura Ermanna Montanari e Marco Martinelli del Teatro delle Albe, che l’hanno ideata per riempire un vuoto causato dall’emergenza Covid.
Nel 2017 e nel 2019, infatti, le Albe e il Ravenna Festival avevano presentato due grandi azioni corali, con il concorso della cittadinanza convocata attraverso una Chiamata pubblica, sull’Inferno e sul Purgatorio. La cadenza biennale prevedeva nel 2021 la realizzazione dell’ultima cantica, ma le norme anti Covid l’hanno resa impossibile, imponendo di rimandarla al 2022. Così la coralità si è trasferita agli attori, che con i loro diversi stili di lettura hanno composto un variegato affresco cui fornivano un evocativo sfondo sonoro le musiche di Luigi Ceccarelli, con esecutori dal vivo (Vincenzo Core chitarra elettrica, Giacomo Piermatti contrabbasso,Gianni Trovalusci flauti e Mirella Mastronardi voce) e il live electronics gestito da Andrea Veneri. La cittadinanza ha aderito con entusiasmo e una buona dose di tenacia: dai quattrocento spettatori del tutto esaurito iniziale, si è arrivati al numero non indifferente di cinquanta presenze alle cinque di mattina, quando il sole si è levato sulle ultime parole della Commedia.
Le altre tre serate si sono svolte nella quattrocentesca fortezza di Ravenna, la Rocca Brancaleone, che ospita numerosi spettacoli del Festival. Il 26 si è ascoltato «il suono dell’antica Armenia reinventato per il XXI secolo» da John Hodian, fondatore e leader del Nagash Ensemble. Composto da voci e strumenti (Hasmik Baghdasaryan e Tatevik Movsesyan soprani, Arpine Ter-Petrosyan contralto, Tigran Hovhannisyan dhol, Aram Nikoghosyan oud, Emmanuel Hovhannisyan duduk e lo stesso John Hodian al pianoforte), l’Ensemble ha interpretato sei brani composti da Hodian su testi del poeta e religioso medievale Mkrtich Nagash, da cui il gruppo stesso prende il nome.
Tutti gli esecutori hanno esibito una notevole maestria, le cantanti come gli strumentisti, e hanno entusiasmato il pubblico con il curioso ma efficace impasto di strumenti tradizionali e pianoforte, in musiche che mostravano con evidenza la matrice etnica, rivisitata con modi e gesti della nostra contemporaneità. Per dirla con John Hodian, la musica del Nagash Ensemble «è il prodotto naturale di chi è cresciuto ascoltando in casa solo musica armena, in gioventù ha studiato la musica classica europea, si è guadagnato da vivere come improvvisatore jazz, ma, come tutti noi, era costantemente circondato dalla musica rock contemporanea».
Tutt’altro il panorama del concerto del 26, composto dalla Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore K 364 di Wolfgang Amadeus Mozart e dalla Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák. Direttore e violinista era Leonidas Kavakos, musicista greco oggi tra i più affermati sulla scena internazionale, e violista il francese Antoine Tamestit.
L’intesa tra i due, entrambi solisti dotatissimi, si è rivelata fuori del comune sia nel continuo dialogo della Concertante sia nel bis richiesto con gran battere di piedi dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini prima ancora che dal pubblico, che pure ha applaudito tutto il concerto con grande fervore. Come bis, Kavakos e Tamestit hanno scelto il Duo per violino e viola K 423 di Mozart, che ha fatto brillare sia le singole doti strumentali e virtuosistiche sia la fluidità del loro intreccio.
L’impostazione direttoriale di Kavakos, dinamica e asciutta, ci è sembrata funzionare al meglio nell’Ottava di Dvořák, resa con meticolosa attenzione alla resa strumentale, con sensibilità e con una carica espressiva comunicativa ma mai enfatica.
Infine, lunedì 28 è stata la volta del Quartetto Guadagnini, con la partecipazione del violoncellista Enrico Bronzi, per un programma tutto dedicato a Schubert, con il Quartettsatz D 703 e il Quintetto D 956. Nel 2014 l’Associazione nazionale dei critici musicali assegnò al Guadagnini il Premio speciale “Piero Farulli” all’interno dell’autorevole Premio Abbiati.
Una scelta che appare quanto mai lungimirante, considerate le qualità che l’ancor giovane quartetto, formatosi nel 2012, ha sciorinato nel corso del concerto di Ravenna: padronanza del proprio strumento da parte di ciascuno e in particolare del primo violino Fabrizio Zoffoli, che ha soddisfatto brillantemente le esigenze delle sue parti, molto alte soprattutto nel Quintetto D 956; attenta calibratura sia degli impasti strumentali sia degli interventi dei singoli; proprietà stilistica e profondità interpretativa.
A tutto questo si univa nel Quintetto, con personalità spiccata ma mai prevaricante e con una qualità di suono mirabile, il violoncello di Enrico Bronzi. Il pubblico ha colto l’incanto della serata e ha ringraziando applaudendo con grande calore per lungo tempo.
Patrizia Luppi
La locandina
25 giugno | |
Attori | Ermanna Montanari e Marco Martinelli |
Le attrici e gli attori di Ravenna | |
Voce | Mirella Mastronardi |
Chitarra elettrica | Vincenzo Core |
Contrabbasso | Giacomo Piermatti |
Flauti | Gianni Trovalusci |
live electronics | Andrea Veneri |
sound design | Marco Olivieri |
disegno luci | Fabio Sajiz |
Programma: | |
Paradiso da La Divina Commedia | |
26 giugno | |
The Nagash Ensemble | |
Programma: | |
Musiche di John Hodian | |
27 giugno | |
Violino e direttore | Leonidas Kavakos |
Viola | Antoine Tamestit |
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini | |
Programma: | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore K. 364 | |
Antonín Dvořák | |
Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 | |
28 giugno | |
Quartetto Guadagnini | |
Violoncello | Enrico Bronzi |
Programma: | |
Franz Schubert | |
Quartetto per archi n. 12 in do minore D. 703“Quartettsatz” | |
Quintetto per archi in do maggiore op. 163 D. 956 |
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