Ravenna: Valentin Silvestrov e la melodia della memoria
Nel secondo concerto di musica d’oggi del Ravenna Festival che vedeva la voce protagonista, dopo quello di Laura Catrani, è stato presentato l’ultimo dei tre lavori commissionati, in questo settecentenario dantesco, a tre compositori differenti per formazione, bagaglio di esperienze e stile: Giovanni Sollima per la prima cantica, con i Sei studi sull’Inferno di Dante eseguiti in prima assoluta il 10 giugno scorso, poi l’armeno Tigran Mansurian per il Purgatorio che Riccardo Muti ha diretto per la prima volta il 4 luglio a Erevan, durante il concerto delle Vie dell’Amicizia, e che si potrà ascoltare a Ravenna il 12 settembre, sempre con la direzione di Muti. Infine, l’ucraino Valentin Silvestrov per il Paradiso, con O luce etterna, il nuovo lavoro che si è ascoltato il 9 luglio preceduto da un altro brano in prima assoluta, In Memoriam.
Il concerto, che ha avuto grande successo, si è tenuto nella basilica di Sant’Apollinare in Classe, dove già nel 2018 si era concluso l’omaggio di tre giorni che quell’anno il Festival aveva dedicato a Silvestrov. L’atmosfera di intensa spiritualità che pervade la basilica, i cui sublimi mosaici inducono a meravigliata contemplazione, è in evidente consonanza con l’ispirazione del compositore che, dopo essere stato un convinto esponente della cosiddetta «avanguardia di Kiev», dichiarò che «la lezione più importante dell’avanguardia è di essere liberi da tutte le idee preconcette, in particolar modo quelle dell’avanguardia» e diversi decenni fa decise così di percorrere tutt’altra strada.
Non c’è nulla, in effetti, di smaccatamente dirompente o sperimentale nella sua scrittura, che offre invece un’impressione ingannevole di semplicità. La sua, che è stata definita «meta-musica», dallo stile «metaforico», porta con sé il passato o, perlomeno, ciò che di esso permane nella memoria. Silvestrov stesso ha affermato: «Io non scrivo nuova musica. La mia musica è una risposta a quello che già esiste, e ne è un’eco».
Un titolo come quello del brano che ha aperto il concerto a Classe, In Memoriam per coro a cappella, rientra quindi chiaramente nelle tematiche del compositore. Il lavoro, suddiviso in nove sezioni, consiste in realtà nella rielaborazione di alcuni brani scritti in anni recenti ed è stato creato in omaggio alla Giornata della memoria e della riconciliazione e ai festeggiamenti per i 75 anni dalla vittoria contro il nazismo che in Ucraina, l’8 maggio dello scorso anno, si sono trasformati in una manifestazione contro la Russia. Silvestrov, che partecipa con sofferenza alle vicende della sua patria, ha comunque scritto nella premessa alla partitura: «Sebbene questo brano sia nato in risposta alla Giornata della memoria, può essere eseguito in qualsiasi altra occasione. È nient’altro che una mia personale versione del genere antico del Requiem».
O luce etterna è invece una cantata in dieci quadri per soli, coro misto e orchestra da camera (in questo caso sostituita da un pianoforte, anzi, da un sintetizzatore Roland, che gli esecutori hanno trovato più adeguato rispetto allo strumento che pure era stato portato nella basilica) e si basa nel quadro iniziale e nei due finali su versi del Paradiso dantesco, nella traduzione in lingua ucraina del 2015; ma mette in musica anche altri testi, tra cui uno di Taras Ševčenko, l’ottocentesco poeta nazionale ucraino che Silvestrov ama profondamente.
A interpretare i due lavori è stato chiamato il Coro da camera di Kiev, un complesso che ha alle spalle trent’anni di esperienza ed è regolarmente ospite delle scene internazionali, con il suo fondatore e direttore Mykola Hobdych. Una bella immagine, quella dei cantori disposti sui gradini che danno accesso al presbiterio di Sant’Apollinare; e una bella esperienza d’ascolto, quella delle voci che restituivano con sapienza e partecipazione le creazioni di Silvestrov. Musiche che davvero suonano come un’eco di qualcosa che abbiamo nella memoria, ma possiedono una fisionomia peculiare, inconfondibile; e sono dominate dalla melodia, che secondo il compositore «ci è offerta semplicemente come un dono, una delizia della musica» e «rende la musica eterna».
Patrizia Luppi
La locandina
Direttore | Mykola Hobdych |
Coro da camera di Kiev | |
Programma: | |
Valentin Silvestrov | |
In Memoriam (2020) | |
O luce etterna (2020) |
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