Ravenna: il rovinoso destino di Manon Lescaut
Un palazzo semicrollato, sghembo, che si erge sulla scena nel corso di tutto lo spettacolo, trasformandosi per il terz’atto nel molo di Le Havre, mentre nell’ultimo gira su se stesso e diventa roccia arida e incombente: è un simbolo del destino della protagonista l’elemento principale della scenografia creata da Giuliano Spinelli per Manon Lescaut – terza opera di Giacomo Puccini e prima ad assicurargli il successo pieno – allestita al Teatro Alighieri di Ravenna in coproduzione con Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Comunale di Modena Pavarotti-Freni, Teatro Galli di Rimini, Teatro Comunale di Ferrara e Teatro Verdi di Pisa.
Intorno a questo marmoreo memento, il regista Aldo Tarabella ha impostato uno spettacolo equilibrato e fedele al libretto, con pochi guizzi: come la scelta di spostare l’epoca dei costumi, firmati da Rosanna Monti, alla Belle époque, periodo durante il quale l’opera fu rappresentata per la prima volta, a Torino il 1° febbraio 1893; ma non rinunciando a immergersi nel Settecento, nel second’atto, con il pretesto di una festa in costume.
Il Coro Arché, ben preparato da Lorenzo Biagi, nei suoi interventi quasi sempre è collocato dal regista ai due lati dell’azione con ben poca libertà di movimento; tranne che all’inizio, quando le “artigianelle” muovono zuccherosi passi di danza e gli studenti si dispongono attorno a Edmondo. L’orchestra, l’encomiabile Giovanile Luigi Cherubini, occupa metà della platea con il direttore Marco Guidarini. La parte musicale risulta la più stimolante dello spettacolo, e non solo per le voci.
Monica Zanettin interpreta Manon, che la Premessa del libretto descrive come un «bizzarro contrasto di amore, di civetteria, di venalità, di seduzione» e Des Grieux come «Trepida divinamente, nell’abbandono ardente… Buona, gentile (…): indi, d’un tratto, vinta, abbacinata dai raggi e dagli effluvi della vita dorata». Un personaggio al quale non è facile accostarsi, né dal punto di vista della vocalità né da quello della recitazione, cangiante e contraddittorio com’è.
Tra l’altro, si tratta di una ragazza che ha solo diciott’anni all’inizio della vicenda descritta nel libretto dalla tormentata storia, steso da più autori (Domenico Oliva e Luigi Illica, Giulio Ricordi, Marco Praga, ma ci misero mano anche Ruggero Leoncavallo, Giuseppe Adami e lo stesso Puccini) e tratto dalla Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut dell’abbé Prévost, pubblicata nel 1731.
Nell’interpretare questa figura complessa, dalle sue manifestazioni di immaturità all’appassionata resa all’amore, che la musica di Giacomo Puccini rende ancor più e meglio delle parole, il soprano trevigiano mostra una convincente immedesimazione, con il suo timbro pieno, rotondo, e una pregevole tenuta su tutta la tessitura, oltre che con doti attoriali favorite da un aspetto adeguato al ruolo.
Accanto a lei, il Des Grieux di Paolo Lardizzone esibisce squillo e sicurezza senza cedimenti, pur non concedendo molto alle sfumature; lodevoli l’austero Lescaut di Marcello Rosiello, il Geronte di Alberto Mastromarino, con tanto di gambone fasciato per un presumibile attacco di gotta, e il vivace Edmondo di Saverio Pugliese, così come gli altri interpreti, tra cui il Musico di Irene Molinari e Cristiano Olivieri, Maestro di ballo e Lampionaio.
Marco Guidarini, direttore versato in Puccini, domina la partitura con sensibilità sinfonica che si rivela non solo nell’Intermezzo all’inizio del terz’atto, ottimamente reso grazie anche al brillante concorso della Cherubini, ma in tutta l’opera, dove sa dare cristallino risalto all’intreccio dei temi e dei motivi e ai tanti interventi strumentali di rilievo, senza eccessivi languori e con un vivo senso delle atmosfere e del dramma.
Caloroso il successo di pubblico, in un Alighieri di nuovo affollato come ai vecchi tempi.
Patrizia Luppi
(18 febbraio 2022)
La locandina
Direttore | Marco Guidarini |
Regia | Aldo Tarabella |
Scen | Giuliano Spinelli |
Luci | Marco Minghetti |
Costumi | Rosanna Monti |
Coreografie | Luigia Frattaroli |
Personaggi e interpreti: | |
Manon Lescaut | Monica Zanettin |
Lescaut | Marcello Rosiello |
Renato Des Grieux | Paolo Lardizzone |
Geronte di Ravoir | Alberto Mastromarino |
Edmondo | Saverio Pugliese |
L’oste, il sergente degli Arcieri | Marco Innamorati |
Un musico | Irene Molinari |
Il maestro di ballo, Il lampionaio | Cristiano Olivieri |
Il comandante di Marina | Alessandro Ceccarini |
Un parrucchiere | Greta Battistin |
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini | |
Coro Archè | |
Maestro del coro | Lorenzo Biagi |
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