Milano: alla Scala una Lecouvreur di elegante tradizione

La vicenda umana di Adrienne Le Couvreur, leggendaria attrice della Commédie-Française, era ancora particolarmente viva nell’immaginario collettivo di fine ottocento. Donna virtuosa, talentosa sulle scene, celebre per i chiacchieratissimi flirt amorosi nonchè protagonista di intrighi politici, la Le Couvreur era il soggetto perfetto per i cliché del melodramma italiano. 

Francesco Cilea, indubbiamente, rimase subito affascinato quando Edoardo Sonzogno gli propose di musicare questo libretto. 

La vicenda, tracotante di spunti, risultò congeniale per concepire un’opera che coniugasse sapori e dissapori all’interno di una pittoresca cornice settecentesca. 

La partitura, leitmotivica, è un concentrato di slanci melodici estremamente teatrali, miniature, contrasti vividi, eccessi d’ira e passionalità. 

Andata in scena nel 1902 al Teatro Lirico di Milano con un cast stellare che prevedeva la presenza di Angelica Pandolfini ed Enrico Caruso, Adriana Lecouvreur diverrà, per la sua allure, l’opera da diva tragédienne per antonomasia. 

Alla Scala torna col tradizionalissimo allestimento di David McVicar in coproduzione Royal Opera House, Covent Garden; Gran Teatre del Liceu; Wiener Staatsoper; Opéra National de Paris; San Francisco Opera.

Le splendide scene di Charles Edwards e gli incantevoli costumi di Brigitte Silvermann sono sicuramente una festa per gli occhi da cui emerge l’idea di un teatro sempre presente in scena, costante che anima l’esistenza del personaggio principale.   

Tuttavia per far vivere quest’opera non basta riempire la scena di bellezza ma sono necessarie delle voci che abbiano un carattere prorompente. In Adriana, confessiamolo, sono tutti un po’ su di giri e una voce delicata come quella della seppur corretta e musicale Maria Agresta scompare dietro a un personaggio che richiede un’anima più temperamentosa. Da parte sua la Agresta eccelle nell’ultimo atto per la lirica gestione dei filati e per mostrarci il lato più fragile della grande tragédienne. 

Sua acerrima rivale, la malvagia principessa di Bouillon, di contro è stata affidata alla torrenziale voce di Anita Rachvelishvili la cui prova è stata al di sotto delle aspettative, tant’è che al termine della recita non si è presentata alla ribalta e ha annunciato il suo ritiro dalla produzione. Ci auguriamo che presto il celebre mezzosoprano georgiano possa tornare in forma smagliante. 

Risultato positivo al covid, il promettente tenore Freddie De Tommaso è stato sostituito da Yusif Eyvazov, previsto nel secondo cast, la cui vocalità, più raffinata e raccolta, non lascia trasparire l’eroicità di Maurizio di Sassonia che, per come se lo contendono le due rivali, dovrebbe trasudare una sensualità dirompente non solo scenicamente ma anche nel canto. 

Straordinario, invece, oltre misura, il Michonet di Alessandro Corbelli che ci regala una vera lezione di arte scenica e non solo! Corbelli, quasi settantenne, sfodera ancora una perfetta gestione della voce affiancata da una sapiente capacità interpretativa per cui varrebbe la pena tornare a rivederlo. 

Molto bene Alessandro Spina nelle vesti del Principe di Bouillon e Carlo Bosi nei panni dell’Abate di Chazeuil. 

Non da ultimo Giampaolo Bisanti affronta la partitura con slancio, mettendo in luce con debiti equilibri gli intrecci tematici di una partitura particolarmente dettagliata e descrittiva. Meno incline all’abbandono inebriante, complice un cast poco favorevole al fraseggio testuale, Bisanti colloca la sua concertazione in una dimensione più risoluta. 

Il capolavoro di Cilea  – tardoromantico per certi aspetti, verista per altri-– è un’opera che esige una compagnia di canto vocalmente agguerrita, duttile nel gestire l’alternarsi del canto spiegato con quello più elegiaco fino fino a raggiungere vertici di saturazione emotiva nel declamato.  

Adriana Lecouvreur, un’opera da non sottovalutare.

Gian Francesco Amoroso 

4 marzo 2022

La locandina

Direttore Giampaolo Bisanti
Regia David McVicar
Scene Charles Edwards
Costumi Brigitte Reiffenstuel
Luci Adam Silverman
Coreografia Andrew George
Personaggi e interpreti:
Maurizio Yusif Eyvazov
Il Principe di Bouillon Alessandro Spina
L’abate di Chazeuil Carlo Bosi
Michonnet Alessandro Corbelli
Poisson Francesco Pittari
Adriana Maria Agresta
La principessa di Bouillon Anita Rachvelishvili
Mad.lla Jouvenot Caterina Sala
Mad.lla Dangeville Svetlina Stoyanova
Quinault, socio della Comédie Costantino Finucci
Un maggiordomo Paolo Nevi
Orchestra. coro e corpo di ballo del Teatro alla Scala
Maestro del Coro Alberto Malazzi

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