Paul Curran: con Ariadne speriamo di portare un po’ di bellezza nella vita di ciascuno
È finalmente in Italia di nuovo il regista Paul Curran, a Bologna, dove sta ultimando i lavori per la prima di Ariadne Auf Naxos al Teatro Comunale. Una nuova produzione di cui firma la regia e che, si preannuncia sorprendente.
- Bentornato …
Sono più di tre anni che non torno. My Fair Lady è stata l’ultima cosa che ho fatto qui.
- Che effetto le fa tornare a Bologna?
Adoro Bologna, sono stato qui altre volte in passato e mi piace perché è una di quelle città in cui le persone che ci vivono e ci lavorano sono molto più numerose dei turisti che si trovano in giro. Sto bene qui, abbiamo un grande cast, va tutto bene.
- Le prime immagini che sono state diffuse, di questo nuovo allestimento, anche se sono solo delle foto, sono in grado di generare emozione in chi le guarda. Cosa state preparando?
È un folle mondo tutto mescolato. Strauss e Hugo von Hofmannsthal discutevano, ho letto le loro lettere in cui parlavano della differenza tra i due gruppi (quello di Ariadne e quello di Zerbinetta) e Strauss diceva che la differenza avrebbe dovuto essere sorprendente. E quindi Ariadne farà un’opera barocca e Zerbinetta farà un concerto di Katy Perry.
- Si prepara quindi a presentare un altro capolavoro come è stato il Trovatore che ha messo in scena sempre per il Comunale anni fa?
Chi lo sa? So quando tutto procede bene, ma non ho mai la certezza e la sicurezza di dire che sarà grandioso. Talvolta a me piace molto ma a qualcuno non piace affatto.
- Ha già curato la regia di quest’opera in passato?
Ho fatto una produzione a Venezia che ha girato un po’in Italia.
- Perché quest’opera, seppur nota, è meno rappresentata rispetto a molte altre?
È un’opera di repertorio principalmente in posti come Vienna, in cui si trovano facilmente le grandi voci che sono necessarie per cantarla e poi servono molti ruoli minori che solo i grandi teatri d’opera hanno a disposizione. È un’opera che sembra piccola ma non lo è affatto.
- Lei é un uomo di cultura,che ha lavorato in giro per il mondo e ora in cast ha delle cantanti che arrivano dall’Ucraina e dalla Russia. Da scozzese che vive in America ma ora in Italia, cosa pensa che stia succedendo?
Caos. Follia. Questo accade. Non solo in Russia e Ucraina, ma anche in Uk e in Italia e in america, negli ultimi cinque anni. IL mondo sta diventando folle. Qui lavoriamo con cantanti russi e ucraini, il teatro ha un direttore musicale ucraino, tutti stanno con loro. Nessuno sta facendo differenze tra russi e ucraini, perché questa non è una guerra del popolo, i russi stanno provando ad opporti. Noi siamo qui per aiutare e supportare. Ma non voglio avere niente a che fare con quei teatri che stanno cancellando la musica russa, e ho sentito qualche orchestra dire cose del genere . tchaicovskj stravinsky non hanno niente a che fare con questo.
- Cosa si aspetta che provi il pubblico di fronte a questa opera?
Teatro, arte, musica, pittura, è tutto soggettivo. Nessuno ha la stessa esperienza degli altri. Quello che mi auguro è che qualcuno senta l’umanità e come l’umanità si aiuti vicendevolmente, come accade nella storia, e forse qualcuno potrà lasciarsi ispirare dalla bellezza. La bellezza è qualcosa di meraviglioso e quando c’è qualcosa di brutto, orrendo, al meno la bellezza, che penso di possa almeno trovare nell’ultimissima scena, con questa straordinaria musica e il testo e la nostra scenografia, spero che qualcuno si emozioni. La ballerina Anna Pavlova, prima del 1931 ha fatto 3 giri del mondo per portare un minuto di bellezza nelle vite delle persone, questa era la sua missione. Spero che alla fine vi avremo fatto ridere, pensare, e avremo portato un po’ di bellezza nella vostra vita.
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