Bolzano: Powder her face senza moralismi

Mettere in scena – e in musica – i vizi privati di un personaggio pubblico senza cadere in facili moralismi o peggio ancora in stigmi che puzzano di censura non è impresa facile, soprattutto se le vicende riguardano un personaggio temporalmente vicino a chi scrive e a chi ascolta.

Thomas Adès consegna alle scene Powder her face nel luglio del 1995 quando Ethel Margaret Whingam Duchessa di Argyll era morta solo due anni prima e l’eco degli scandali sessuali che avevano circondato la sua vita sin dagli anni Cinquanta – anche se la libertà sessuale della nobildonna era di dominio pubblico già nei vent’anni antecedenti – del secolo scorso era ancora ben viva e presente all’opinione pubblica.

Grazie anche al libretto di Philip Hensher, capace di cogliere i momenti più significativi dell’ascesa e della caduta di colei che dall’opinione pubblica e soprattutto dalla stampa fu definita “Dirty Duchess”, Adès racconta sostanzialmente la storia di una donna intellettualmente libera e perfettamente cosciente delle proprie scelte, capace di convivere con un’evidente ninfomania senza mai di fatto nasconderla.

La musica procede per numeri chiusi con rimandi – non citazioni – a richiamare le atmosfere di ogni singolo periodo della vita della nobildonna. La milonga malinconica che apre e chiude, rielaborata, l’opera lascia via via il passo allo swing di Cole Porter e allo Strauss del Rosenkavalier che fa capolino in un valzer intriso di irridente tragicità.

L’allestimento proposto dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento nell’ambito della stagione lirica “Larger than life” rende piena giustizia all’impaginato.

Julian Chavaz, in perfetta aderenza con il dettato di musica e libretto, non giudica e al contempo non nasconde nulla trovando una misura ideale nel rendere perfettamente intellegibili le “debolezze” della protagonista e del mondo che la circonda senza mai esplicitarle del tutto, calando il tutto in uno spazio scenico – progettato da Anneliese Neudecker – intimamente concluso da un emiciclo di agili pannelli, illuminati e soprattutto ombreggiati splendidamente da Eloi Gianini, i cui colori pastello rimandano a quelli di una palette di ombretti per gli occhi e dunque all’idea di un make-up che diviene per la duchessa una sorta di schermo protettivo e confondente nei confronti della realtà.

Alla fine la galleria di varia umanità che ha punteggiato la vita della protagonista, dal marito violento all’amica, dal giudice al cameriere ricompare vestita esattamente come la duchessa – i bei costumi sono di Severine Besson –­, proiezioni dell’unico vero motore dell’azione.

Timothy Redmond – e insieme a lui l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento – si rende protagonista di una prova di assoluto rilievo: la sua direzione lucidamente analitica riconduce ad unico percorso narrativo le frastagliature intriganti della partitura, il tutto attraverso agogiche affabulanti e ritmi capaci di incalzare.

Convince del tutto la Duchessa di Sophie Marilley, che ad una linea di canto impeccabile esibisce una recitazione degna della migliore sophisticated comedy.

Accanto a lei un terzetto di pari valore con il tenore Timur – l’Elettricista, il Gigolò, il Cameriere, il Ficcanaso, il Fattorino – dalla vocalità che più british non si potrebbe, sugli scudi.

Molto bene fanno anche l’ammiccante Alison Scherzer – La Cameriera, l’Amica, l’Amante del Duca, la Ficcanaso, la Giornalista di cronaca rosa ­– e il duttilissimo Graeme Danby nei panni del Direttore dell’hotel, del Duca, dell’Addetto alla lavanderia e di un Ospite dell’hotel.

Pubblico convolto e successo pieno.

Alessandro Cammarano
(25 marzo 2022)

La locandina

Direttore Timothy Redmond
Regia Julien Chavaz
Scene Anneliese Neudecker
Costumi Severine Besson
Lighting Design Eloi Gianini
Personaggi e interpreti:
La Duchessa Sophie Marilley
L’Elettricista, il Gigolò, il Cameriere, il Ficcanaso, il Fattorino Timur
La Cameriera, l’Amica, l’Amante del Duca, la Ficcanaso, la Giornalista di cronaca rosa Alison Scherzer
Il Direttore dell’hotel, il Duca, l’Addetto alla lavanderia, un Ospite dell’hotel Graeme Danby
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

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