Piacenza: il Requiem di Mozart nella vastità della Cattedrale
Dedicato a Santa Maria Assunta e Santa Giustina, vergine e martire ad Antiochia sotto l’impero di Diocleziano, il Duomo di Piacenza fu fondato nel 1122. Si celebrano pertanto quest’anno i novecento anni di fondazione. Severo nei suoi lineamenti interni, la chiesa-madre della diocesi di Piacenza-Bobbio vanta un’interessante serie di affreschi del Guercino nonchè una gabbia esterna su un lato della torre campanaria, voluta da Ludovico il Moro, monito di epoche di terrore e politiche punitive.
A glorificazione di questo secolare traguardo, primo di numerosi eventi, è stato un concerto in grande stile con un programma composto da una Sonata in Fa di Vincenzo Antonio Petrali e il Requiem di Mozart.
Petrali, esponente dell’Ottocento organistico italiano, appartiene a quella generazione di compositori che riversano nell’ambito musicale liturgico uno stile spiccatamente e sfacciatamente teatrale, ben lontano dagli albori spirituali frescobaldiani o dalle più profonde riflessioni bachiane.
In questa importante occasione a vibrare non è stato l’imponente organo del Duomo piacentino bensì la Young Musicians European Orchestra che, diretta da Paolo Olmi, ha eseguito un’interessantissima trascrizione del maestro Federico Perotti. Giovane compositore e organista, Perotti ha un vasto repertorio di interessi e di azione, oserei dire illimitato da qualsiasi pregiudizio e lo dimostra orchestrando, con minuziosa attenzione stilistica, la Sonata in Fa di Petrali. Generosamente ariosa questa Sonata riecheggia tutto il panorama del melodramma italiano. Ravvisabili naturalmente Donizetti e Verdi ma anche una certa schiettezza propria della scrittura di Mercadante. Perotti restituisce, da abile orchestratore e conoscitore della scrittura, la freschezza di questo periodo storico dandone il giusto vigore e valore.
A seguire una delle pagine più straordinariamente profonde della storia dell’umanità: il Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart.
Premesso che l’architettura del Duomo di Piacenza novecento anni fa non è stata pensata per accogliere questa musica e che molti dettagli si perdono a causa di un’acustica generosamente riverberante, la resa è stata di altissimo livello.
L’ottima bacchetta del maestro Olmi ha saputo tenere le redini delle parti più complesse da gestire in un ambiente dall’acustica poco definita, creando anse di estatica bellezza nelle parti di maggior elevazione, complici il coro Novocanto di Innsbruck e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, istruiti rispettivamente da Wolfgang Kostner e Corrado Casati, la cui fusione di stili vocali ha dato vita a un ottima o risultato.
Il quartetto vocale, formato dal soprano Yuliya Tkachenko, dal mezzosoprano Cinzia Chiarini, dal tenore Manuel Amati e dal basso Antonio Di Matteo, allineati stilisticamente da una vocalità propriamente mozartiana, a tratti si perdeva nella vastità della cattedrale. Tuttavia sono emerse tutte le intenzioni espressive nonché una certa abilità nel saper proiettare bene le voci senza mai forzature o eccessi.
Applausi calorosissimi da parte di un pubblico numerosissimo che ha affollato le navate della secolare cattedrale, la quale, per l’occasione, ha riservato numerosissimi eventi musicali e colturali.
Gian Francesco Amoroso
(12 aprile 2022)
La locandina
Direttore | Paolo Olmi |
Soprano | Yuliya Tkachenko |
Mezzosoprano | Cinzia Chiarini |
Tenore | Manuel Amati |
Basso | Antonio Di Matteo |
Young Musicians European Orchestra | |
Coro del Teatro Municipale di Piacenza | |
Maestro del coro | Corrado Casati |
Coro Novocanto Innsbruck | |
Maestro del coro | Wolfgang Kostner |
Programma: | |
Vincenzo Antonio Petrali | |
Sonata in Fa, orchestrazione di Federico Perotti (prima esecuzione assoluta) | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K626 |
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