Trentino: Fucina Arte Sella festeggia i 20 anni
Fucina Arte Sella ha aperto la stagione 2022 celebrando i vent’anni dalla sua creazione. Non un festival, più di un evento site-specific, quasi una residenza: risulta difficile inquadrare questo laboratorio musicale iniziato ormai due decenni or sono dal violoncellista Mario Brunello in Trentino, nella Val di Sella, all’interno di un museo di montagna a cielo aperto in cui la natura diventa opera contemporanea (www.artesella.it). Ecco che la parola “fucina” rimanda efficacemente a quell’officina di idee e suggestioni, di ascolti e vibrazioni che legano vicendevolmente la musica alle foglie e alle cortecce che abitano questi luoghi.
Domenica 22 maggio l’occasione ha riunito a Malga Costa quegli artisti che allora, e per molto tempo a seguire, hanno accettato la proposta di mettersi in dialogo con la natura. Protagonisti erano dunque, a fianco di Brunello, il violinista Marco Rizzi, il violista Danilo Rossi, il pianista Andrea Lucchesini e il violoncellista Giovanni Sollima, autore quest’ultimo di Quintetto sospeso, opera in prima assoluta appositamente commissionata per l’anniversario. Accompagnatore d’eccezione un volto noto ad Arte Sella, Guido Barbieri, che introduceva il concerto offrendo una chiave di lettura alle poetiche intenzioni di questa “piccola comunità di musicisti sodali”, come quelli riuniti nell’Ottocento per la scrittura della Sonata F.A.E., parte stessa del programma.
Di Schumann è la musica che apriva l’evento, per il piacere di suonarla – dice Brunello – e perché, a ben vedere, è stato un autore spesso eseguito nelle stagioni a Malga Costa, «forse perché ha una forte presenza nella natura – aggiunge Sollima – anche nei lavori più laceranti, dove apparentemente è morbido ma se scavi c’è una sofferenza fortissima, è uno degli autori più legati o legabili alla natura, molto istintivo, spontaneo». Quindi, nella suggestione creata dal tuono e dallo scroscio di un improvviso temporale di montagna, si apre il concerto con la stessa pioggia di note della Fantasia op. 17 per pianoforte, dove Lucchesini ci insegna come dialogare con il suono, e prosegue con due dei Märchenbilder op. 113 per viola e pianoforte, che nelle mani di Rossi diventano un Rasch (n. 3) con sottile polvere di ruggine e un Langsam (n. 4) dal lungo suono ultraterreno. Sollima e Brunello regalano all’ascolto Omaggio a Robert Schumann di Valentyn Syl’vestrov, una pagina emozionante “per due violoncelli quasi fosse uno solo”, e da ultimo Rizzi termina la prima parte del concerto con una rasserenante limpidezza di suono nello Scherzo scritto da Brahms per la Sonata F.A.E..
Cuore palpitante della Fucina di questo caldissimo maggio era l’opera di Sollima, il Quintetto sospeso per violino, viola, due violoncelli e pianoforte. Il titolo nasce dal lungo tempo della pandemia che ha interrotto le vite di tutti e che per questo ha innescato un pensiero diverso della natura che ci circonda, che ha avuto espressione libera quando l’uomo si è fermato. “Sospeso” perché la partitura è nata proprio durante quei mesi di stop forzato, ma anche in riferimento al tessuto sonoro dell’opera, che rimane nell’aria e non tocca mai terra, pur trovando anche ampi momenti di “un’espressione carnale, fisica, rockettara”. Dal punto di vista formale, l’opera è composta da cinque movimenti, ciascuno con un’anima e una genesi che li autodefinisce, quasi satelliti a sé stanti, ma che accostati l’uno all’altro vanno a formare un erbario di piante magiche che rapisce per 40 minuti. La sospensione del suono attraversa diversi movimenti, cominciando proprio da quello iniziale (In viaggio) che si annuncia come un sentiero illuminato da piccoli passi del pianoforte. Si ritrova poi nel terzo movimento (costruito come una vera e propria Sonata in tre tempi separati, ispirati da altrettanti balli di tradizione popolare del repertorio trentino che si eseguivano al Palazzo delle Albere di Trento) e in una parte del quinto movimento (Varianti). Ma dove affascina è nell’imprevedibile quarto movimento (Fieno), in cui Sollima e Brunello lasciano i rispettivi strumenti per imbracciare due violoncelli di fieno, opere della scultrice Julia Artico. Il suono che si crea è un piccolo ronzio, quasi voce d’insetto nell’universo dei fili d’erba, abbracciato dalle vibrazioni leggere degli altri strumenti. La creatività di Giovanni Sollima è geniale, follia e maestria in un’unica persona, di cui si apprezzano sia la disciplina compositiva (come nel terzo movimento nato su un frammento di Schubert, o nel quinto con l’utilizzo di alcuni bassi di Scarlatti) sia l’invenzione di temi carichi di grande emotività. “La disciplina della gioia”, chiosava Barbieri citando il titolo di un libro di Cristina Campo, per gli innumerevoli ritmi di danza, l’arte della variazione, canoni e contrappunti.
Concluso il concerto, era finito anche il temporale. All’uscita da Malga Costa ci aspettava di nuovo il sole e con esso la consapevolezza che l’esperienza vissuta era cominciata e si era esaurita tra la natura di questo luogo, come vuole il progetto della Fucina. Appoggiati in quella che fu la mangiatoia della malga rimanevano i violoncelli di fieno (assemblati in più strati e con un’unica anima in ferro che tiene in tensione le corde), strumenti impensabili fino a quando non li hai davanti. «Arte Sella è leggere la natura attraverso gli occhi degli artisti – ha spiegato Mario Brunello – e con la Fucina noi leggiamo la musica attraverso la natura. La natura, come la musica, ci regala qualcosa di nuovo, di inaspettato, e qui lavoriamo con artisti che sanno vedere attraverso questo spazio, che sanno interpretare ciò che la valle racconta. Quando ci siamo messi a suonare l’opera di Sollima ci siamo sentiti tutti alberi. Nel tempo sospeso della pandemia abbiamo imparato a considerare le nostre radici, i nostri difetti e i pregi, le cose appoggiate lì, intorno a noi, e dimenticate. In questo Quintetto troviamo ciò che quotidianamente ci dà da vivere, e grazie ad Arte Sella possiamo vivere questa esperienza stagionale».
Per chi volesse provare questa esperienza artistica unica, la Fucina prosegue con altri due appuntamenti, il 6 agosto (con il clarinettista Gabriele Mirabassi e il fisarmonicista Simone Zanchini) e il 1° ottobre (reading musicale “Flower Power” con Mario Brunello e l’attore e scrittore Andrea Pennacchi, liberamente ispirato al libro di Alessandra Viola, con composizioni originali di Alessio Pianelli), grazie alle visioni di Emanuele Montibeller, direttore artistico di Arte Sella, e a tutte le persone che compongono l’impresa di questo museo a cielo aperto di arte contemporanea. Un progetto che si è evoluto nel tempo, nella ricerca costante di un dialogo tra natura ed arte, e che merita un viaggio anche il prossimo 18 giugno, giorno dell’inaugurazione di una nuova opera lungo il suo percorso espositivo.
Monique Cìola
(22 maggio 2022)
La locandina
Violoncello | Giovanni Sollima |
Violoncello | Mario Brunello |
Violino | Marco Rizzi |
Pianoforte | Andrea Lucchesini |
Viola | Danilo Rossi |
Programma: | |
Robert Schumann | |
Fantasia op. 17 | |
Märchenbilder op. 113 (n. 3 e n. 4) | |
Valentyn Syl’vestrov | |
Omaggio a Robert Schumann | |
Giovanni Sollima | |
Quintetto Sospeso |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!