Mark S. Doss: “Mi piacciono i ruoli da cattivo”
Il bass-baritone statunitense Mark S. Doss, ben conosciuto dal pubblico italiano approda a Venezia per interpretare il personaggio di Balstrode nel Peter Grimes di Benjamin Britten al Teatro la Fenice nel nuovo allestimento firmato da Paul Curran e la direzione musicale di Juraj Valčuha. Gli abbiamo fatto qualche domanda.
- Peter Grimes è un’opera spietata. Che cosa pensa a tal proposito?
Sì, Peter Grimes è un’opera piuttosto spietata dal punto di vista del protagonista. Altre opere come The Ballad of Baby Doe e Susannah enfatizzano come la comunità codifichi i suoi pregiudizi attraverso il mutuo consento. Esser parte di un “club”o esser contro l’outsider o una persona che è diversa convalida la loro crudeltà nei suoi confronti. E dà un senso di gratificazione a ciascun membro del gruppo quando le loro convinzioni vengono confermate da tutti gli altri membri del gruppo.
Sia Balstrode che Ellen dicono a Peter che dovrebbe accettare il fatto di dover uscire da una brutta relazione con la comunità, ma lui si rifiuta di ascoltare. Come direbbe il Maestro Zen, si rifiuta di vuotare la tazza in modo da poter accettare e possibilmente imparare dal consiglio altrui.
- Peter Grimes viene rappresentata al Teatro alla Fenice per la prima volta. Che tipo di allestimento vedrà il pubblico?
Essendo Peter Grimes allestito alla Fenice per la prima volta, credo che con la produzione di Paul Curran il pubblico assisterà a una delle visioni più comprensive dell’ambiente sociale di cui è parte Peter Grimes. Questo allestimento fa uso di potente simbolismo, anche se la messinscena è piuttosto logica e non eccessivamente moderna, ma al contempo enfatizza le consuetudini universali della gente che vive in un piccolo villaggio.
Il suo repertorio comprende molti ruoli: quali sono i suoi preferiti?
I miei ruoli preferiti sono di solito quelli che interpreto al momento, ma ce ne sono alcuni che si stagliano: l’Olandese volante, Rigoletto, Macbeth, i quattro “cattivi” de Les contes d’Hoffmann, Tonio in Pagliacci, Scarpia, Jochanaan, Pizarro, Méphistophélès in Faust e il Mefistofele di Boito, solo per citarne alcuni
- La pandemia ha cambiato il modo in cui la gente percepisce l’intrattenimento dal vivo?
Durante la pandemia ho visto il pubblico rispondere a buoni allestimenti e a buone interpretazioni vocali in un modo che non avevo visto in precedenza. La loro risposta emotiva è stata travolgente, e posso dirle che dato che si tratta di esecuzioni dal vivo, riescono a connettere in un modo che sarebbe loro impossible se fossero a casa loro.
Alessandro Cammarano
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