Firenze: Honeck e il Beethoven che non ti aspetti
Tra i concerti in cartellone del LXXXIV Festival del Maggio Musicale Fiorentino spicca quello di Manfred Honeck del 7 luglio con musiche di Beethoven e Strauss. La prima parte sinfonico-corale prevede l’Ouverture del Coriolano op.62, il Canto elegiaco op.118, Calma di mare e viaggio felice op.112 e la Fantasia Corale op.80 con la partecipazione del pianista Andrea Lucchesini. Dopo l’intervallo la Rapsodia sinfonica su musiche di Elektra, elaborata dallo stesso Honeck, in prima esecuzione italiana.
L’impaginazione del programma è piuttosto insolita e consente di ascoltare pagine corali di Beethoven poco frequentate come l’op.112 e 118. Fin dalla introduzione lenta del Coriolano possiamo apprezzare e godere della magnifica acustica della Sala Zubin Mehta recentemente inaugurata. Honeck presenta un Beethoven piuttosto asciutto e a tratti spigoloso soprattutto nei forti, forse dovuto anche all’atmosfera cupa e drammatica del brano.
Il Canto elegiaco op.118 è invece subito connotato da un afflato diverso, da una morbidezza degli archi e del coro preparato dal Maestro Lorenzo Fratini. La pagina, poco frequentata, è una piccola parentesi in periodo in cui Beethoven lavorava su grandi architetture sinfoniche.
Calma di mare e viaggio felice op.112 colpisce fin da subito gli astanti per un attacco del coro al limite del miracoloso con un pianissimo fermo, intonato, da pelle d’oca. Ci guardiamo stupiti con i vicini di posto anch’essi ammaliati da un così piccolo, ma fondamentale dettaglio. La transizione dall’introduzione all’Allegro Vivace non risulta efficacissima e con l’esplosione di suono torna un po’ quella spigolosità che avevamo riscontrato nel Coriolano.
La Fantasia Corale op.80, più nota per il tema principale strettamente imparentato con l’Inno “An die Freude” della Nona Sinfonia, è un pezzo concertante dove all’orchestra viene aggiunto il pianoforte che ha una lunga introduzione solistica finché poco a poco si aggiungono orchestra e coro. Solista di lusso di questa sera è un beethoveniano d’eccezione: Andrea Lucchesini. La scrittura concertante impone che il solista sia anche un eccellente camerista e questa sera non si potrebbe chiedere di meglio. Fin dalle prima battute si capisce che Lucchesini è in grande spolvero: nitore di fraseggio, qualità di suono e intesa con Honeck.
Ogni passaggio compresi quelli più delicati come le ottave nella coda è perfettamente cesellato e contestualizzato nel grande insieme sinfonico-corale. Lunghissimi applausi chiudono la prima parte con numerose uscite di solisti, direttore e maestro del coro.
Dall’Elektra di Richard Strauss Manfred Honeck ricava quello che lui stesso definisce “una sorta di poema sinfonico” che in realtà è una vera e propria suite di diverse scene dell’opera. La scrittura densa e a tratti aspra delle varie scene viene collegata in modo piuttosto brusco. Il peso sinfonico e coloristico di Elektra si ritrova perfettamente in questa suite ed il direttore austriaco è sicuramente una delle bacchette che meglio affronta questo repertorio. La lettura è assieme violenta e lussureggiante, pungente e morbida in un continuo alternarsi e confondersi di amore e morte.
Una suite pirotecnica che il pubblico fiorentino apprezza molto con oltre dieci minuti di applausi per un’orchestra in forma smagliante e per un direttore che finalmente in Italia sta trovando il suo meritatissimo spazio.
Luca Di Giulio
(7 luglio 2022)
La locandina
Direttore | Manfred Honeck |
Pianoforte | Andrea Lucchesini |
Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del coro | Lorenzo Fratini |
Programma: | |
Ludwig van Beethoven | |
Coriolan, ouverture in do minore op. 62 | |
Elegischer Gesang op. 118 | |
Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), op. 112 | |
Fantasia Corale in do minore op. 80 per pianoforte, soli, coro e orchestra | |
Richard Strauss/Manfred Honeck | |
Elektra Symphonic Rhapsody |
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