Martina Franca: le insidie del giovane Salieri
“
“Un’opera giovane per i giovani” non è sempre un assunto vincente, soprattutto se non si tiene in considerazione che, in qualunque epoca, un compositore agli esordi voglia marcare il proprio territorio mostrando quanto vale. La scuola de’ gelosi è esempio plastico di quanto detto sopra; Salieri – uomo che tra l’altro aveva una discreta considerazione di sé – sceglie di percorrere la via di forme musicali e drammaturgiche tutt’altro che agevoli per cantanti ed orchestra.
Di tutto ciò bisognerebbe dunque ben tenere conto nello scegliere questo titolo quando si decide dar vita ad uno Workshop che unisce gli Allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” 2022 e del Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli.
L’opera è di per sé deliziosa, Salieri è compositore di livello e il libretto di Caterino Mazzolà tratta con sapida arguzia quello che con linguaggio contemporaneo si definirebbe un “argomento sensibile” affidando l’azione a due coppie alle quali si aggiungono gli essenziali servitori più un personaggio di raccordo capace di tirare le conclusioni.
Peccato si sia scelta l’edizione realizzata da Ingrid Schraffl nell’ambito del progetto di ricerca Opera buffa in Wien (1763–1782) all’Università di Vienna, di fatto un cocktail non troppo ben miscelato tra l’originale veneziano del 1778 e la versione viennese revisionata da Salieri e Da Ponte (1783-1786); di fatto un collage bruttino.
Danila Grassi, talentuosa direttrice d’orchestra pugliese – gesto volitivo e grinta da vendere –, si mette totalmente a servizio della musica riuscendo a trarre un risultato accettabile da un’”orchestra” formata da allievi del Conservatorio di Monopoli che, a conti fatti, non si sono rivelati essere tra i più pronti all’intrapresa di un progetto così articolato: Davvero il “Nino Rota” non poteva fare di meglio? Anche perché così stanti le cose non si è reso un buon servizio ai ragazzi, alla direttrice e al Festival
La Grassi, davvero eroica, fa quel che può, credendoci fino in fondo, e nonostante gli ingredienti di qualità tutt’altro che eccelsa, presenta al pubblico una pietanza accettabile.
Migliore la situazione in palcoscenico – l’Accademia Celletti lavora bene –, complice anche una mise-en-espace spartana ma sufficiente a caratterizzare i vari personaggi.
Molto buono il Lumaca di Carmine Giordano, voce interessante e bel gesto scenico, così come convince il Blasio di Matteo Mancini.
Omar Mancini è un discreto Conte di Bandiera mentre Joan Folqué dà voce e corpo ad un Tenente dignitoso.
Per quanto attiene al versante femminile Rocio Faus si disimpegna con garbo nei panni di Ernestina e Fleuranne Brockway
non le è da meno nell’interpretare Carlotta. Irina Bogdanova, infine, era la Contessa di Bandiera.
Bravo Davide Rinaldi al cembalo.
Al termine successo per tutti anche se non da tutti meritato.
Alessandro Cammarano
(27 luglio 2022)
La locandina
Direttrice | Danila Grassi |
Personaggi e interpreti: | |
Il Tenente | Joan Folqué |
Contessa di Bandiera | Irina Bogdanova |
Conte di Bandiera | Omar Mancini |
Ernestina | Rocio Faus |
Blasio | Matteo Mancini |
Carlotta | Fleuranne Brockway |
Lumaca | Carmine Giordano |
Maestro al cembalo | Davide Rinaldi |
Allievi del Conservatorio “Nno Rota” di Monopoli |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!