Martina Franca: il Canto degli ulivi, con Semenzato e Duncumb Natura e Tradizione si fanno Musica
Appuntamento atteso e importante è quello che il ciclo “Il canto degli ulivi” rappresenta per il Festival della Valle d’ Itria di Martina Franca.
L’ultimo di quest’anno, tenutosi il primo di agosto, è stato tra i più riusciti di sempre: connubio perfetto di cura musicale e aderenza all’atmosfera naturale della location prescelta, la splendida Masseria Palesi. Il Duo protagonista di questo speciale momento di pura Musica da Camera era formato dal Soprano Giulia Semenzato (Voce ben nota per essere specialista nel rendere esattamente ogni sfumatura che la parola e la musica generano assieme l’una con l’altra) e dal Chitarrista Jadran Duncumb (ascoltato qui per la prima volta con altrettanto plauso per la completezza del Livello artistico). La scelta del Programma ha previsto un percorso cominciato col pugliese Mauro Giuliani (1781-1829): complice e compenetrata l’esecuzione delle Sei Cavatine op. 39, rese in modo eccellente sia sotto il profilo stilistico che di rispondenza con le accentuazioni metriche e dei significanti testuali; esecuzione a cui non è mancata l’opportuna premessa a voce da parte degli Interpreti a sostegno del Programma improntato su musicisti “migranti” che hanno poi trovato consacrazione in Territorio straniero.
Alle Cavatine di Giuliani sono seguite le tre Romances pour voix et guitar di Charles Doisy: cambio di atmosfera e colore rispetto all’apertura hanno dato sin da subito la misura della competenza artistica del Duo che, sin da questi primi brani, ha creato un unicum col pubblico tenendolo caldo e vivo nel seguire attentissimo il racconto della Musica, nonostante le alterne folate di Maestrale che, senza una presenza artistica così intensa, ne avrebbero raffreddato l’interesse oltre che le spalle. Ad alternarsi con la proposta cameristica, è seguita l’esecuzione del Capriccio op. 50 “Le calme” di Fernando Sor (1778-1839): attraverso questo Capriccio, Jadran Duncumb ha avuto modo di illustrare in maniera completa (prima a voce e poi nel fatto esecutivo) tutti quegli elementi che caratterizzano il suo strumento degli anni ‘30 del XIX secolo, compiendo anche una necessaria opera di formazione verso il Pubblico che, diversamente, avrebbe magari mal percepito la necessità di un’accordatura costante di uno strumento semplice nella sua fattezza ma, pertanto, per delicato rispetto allo sbalzo termico. Sotto il profilo squisitamente esecutivo, Duncumb mostra piena padronanza del suo strumento, rivelando possibilità espressive che spesso l’opinione comune dimentica ed andando così a confermare una preparazione stilistica che affascina e suggerisce riscoperte di altri vasti e obliati Repertori.
Piccolo cambio di programma con l’inserimento del Liebesbotschaft (n. 2 dei Sei Lieder di Franz Schubert arrangiati per Chitarra sola da Johann Kasparov Mertz), anch’esso reso in maniera sublime da Duncumb. La nuova ambientazione geografica del programma musicale, giunto a questo punto a Vienna, non poteva prescindere da due Lieder appunto di Franz Schubert. Tratti da Schwanengesang D. 957, “Der Wanderer” e “Ständchen” rappresentano due dei più alti momenti di tutta la Musica occidentale: trascendentale l’Interpretazione offerta da Semenzato&Duncumb. A seguire, Duncumb ha eseguito una Tarantella di Johann Kaspar Mertz (1806/1856) che offre al pubblico una ulteriore riflessione rispetto al tema del programma: musicisti “migranti” per ricerca di fortuna da un lato e, come in questo caso, musiche scritte grazie all’acquisizione di quel patrimonio musicale che, senza i “migranti”, questi non avrebbero avuto modo di conoscere e fare proprio. Il Concerto volge al termine e il pubblico torna a Parigi con Fernando Sor (di cui vengono eseguite Sei Seguidillas delle Dodici) e cui segue un omaggio a Gioachino Rossini (1792-1868) con “La Danza” nell’Arrangiamento di Matteo Carcassi. Non è possibile esimersi dal riferire due punti fondamentali di questa esecuzione: Semenzato offre una conduzione vocale del brano pregna di senso musicale e di parola che ne cristallizza l’atmosfera e il senso, rendendolo alla perfezione (anche più di certi interpreti partenopei); Duncumb non cede mai alla tentazione di concitare fuori metro e si fonde perfettamente con Semenzato senza mancare di vivificare ogni “giro” della Danza.
Il Concerto termina con ovazioni per il Duo e questo è giusto: abbiamo bisogno di ritrovarci nella Qualità e nel Rispetto di quello che si fa. La Musica è sacrificio e per questo il Concerto del primo di agosto si è dimostrato una bella occasione per riflettere su cosa voglia dire “rendere sacro” qualcosa. Da prendere ad esempio!
Antonio Cesare Smaldone
(1º agosto 2022)
La locandina
Soprano | Giulia Semenzato |
Chitarra | Jadran Duncumb |
Programma: | |
Mauro Giuliani | |
6 Cavatine, op. 39 | |
Charles Doisy | |
Romances pour voix et guitar | |
Fernando Sor | |
Caprice op. 50, “Le calme” | |
Franz Schubert | |
“Der Wanderer” e “Ständchen” da Schwanengesang D957 | |
Johann Kaspar Mertz | |
Tarantella | |
Fernando Sor | |
12 Seguidillas | |
Gioachino Rossini | |
La Danza (arrangiamento di Matteo Carcassi) |
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