Verona: il “tedesco” amante di Aida
Penultima recita di Aida per l’Arena di Verona Opera Festival 2022 graziata dalle nubi, tutt’altro che incoraggianti, che ne minacciavano l’interruzione. Per l’occasione un cast di assoluto rispetto tra cui spicca il tenore tedesco Jonas Kaufmann.
L’allestimento zeffirelliano brilla dei suoi consueti riflessi dorati riempiendo gli occhi e appagando i cuori del pubblico che ormai lo apprezza da vent’anni. Una messa in scena importante ancor di più arricchita dai preziosi costumi di Anna Anni e dalle coreografie di Vladimir Vasiliev con cui il tempo non è stato altrettanto galante.
Ripresasi dalla serata disastrosa di Turandot con Placido Domingo sul podio, l’Orchestra della Fondazione Arena brilla di rinnovata energia sotto la direzione di un ispiratissimo Daniel Oren che disegna tempi serrati e incalzanti senza trascurare la drammaticità e la delicatezza dei momenti più intimi soprattutto della seconda parte dell’Opera.
Buona anche la prova del Coro preparato da Ulisse Trabacchin che scivola dalle mani del direttore solo in qualche piccola e trascurabile eccezione, imputabile forse al posizionamento dello stesso costretto a spaccarsi e a contrapporsi ai due lati della scena.
Non brilla di spigliatezza il “Celeste Aida” di Radamès-Kaufmann. Parte in salita la prestazione del tenore che poi sarà protagonista indiscusso della serata. La sua emissione del tutto peculiare e tendente “all’indietro” sembra necessitare di qualche battuta per trovare il giusto equilibrio. Ma già nella seconda parte dell’aria e soprattutto nella sua conclusione, con un pianissimo prima rinforzato e poi nuovamente lasciato sfumare, Kaufmann dimostra tutta la sua impeccabile tecnica e attenzione al dettaglio nel rispetto della partitura. La sua prova procede spedita culminando in un terzo e quarto atto intimo e raccolto fatto di note delicatissime e sussurrate che ne galvanizzano ogni espressione drammatica.
Esperta del ruolo e assolutamente a suo agio sul palcoscenico areniano è Maria José Siri che con la sua voce ben sostenuta e chiara nel fraseggio conclude la serata disegnando, senza mai eccedere, una protagonista femminile credibile.
Il ruolo dell’antagonista Amneris interpretata dal mezzosoprano russo Olesya Petrova, che, dotata di cospicui mezzi vocali quasi sempre ben controllati, pecca leggermente in dizione scivolando a volte in un anacronistico verismo che nel complesso però ne eleva la resa drammatica.
Non un’ottima prova per l’Amonastro di Sebastian Catana. La sua voce, seppur ben proiettata, risulta spigolosa e a tratti fatica in acuto. Purtroppo altrettanto al di sotto del livello a cui siamo da loro abituati anche le prove del re, interpretato da Romano Dal Zovo, e dal sacerdote Ramfis di Abramo Rosalen, entrambi capaci comunque di ovviare con una recitazione ben calibrata.
Completano egregiamente il cast il buon messaggero Riccardo Rados e la corretta sacerdotessa interpretata da Yao Bohui.
Buono il riscontro del pubblico nei ballabili in cui spiccano i primi ballerini Marianna Monteleone, Ana Sophia Scheller e Alessandro Staiano.
Serata più che riuscita con grandi applausi del pubblico soprattutto per Kaufmann e le protagoniste femminili.
Matteo Pozzato
(28 agosto 2022)
La locandina
Direttore | Daniel Oren |
Regia e scene | Franco Zeffirelli |
Costumi | Anna Anni |
Coreografia | Vladimir Vasiliev |
Personaggi e Interpreti: | |
Il Re | Romano Dal Zovo |
Amneris | Olesya Petrova |
Aida | Maria José Siri |
Radamès | Jonas Kaufmann |
Ramfis | Abramo Rosalen |
Amonasro | Sebastian Catana |
Un messaggero | Riccardo Rados |
Sacerdotessa | Yao Bohui |
Primi ballerini | Marianna Monteleone, Ana Sophia Scheller, Alessandro Staiano |
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona | |
Maestro del Coro | Ulisse Trabacchin |
Coordinatore del Ballo | Gaetano Petrosino |
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