I “Concerti Ristretti” dell’Orchestra Sinfonica di Milano
Domenica 23 ottobre alle ore 16 prende il via una delle novità più interessanti della proposta artistica dell’Orchestra Sinfonica di Milano: i Concerti Ristretti. Un’ora di musica per avvicinarsi al meraviglioso mondo del repertorio sinfonico, insieme a Kolja Blacher e l’Orchestra da Camera, nucleo dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Come si intuisce dal nome, programmi più brevi, per consentire a coloro che si avvicinano alla musica sinfonica di imparare a interfacciarsi ad essa poco alla volta, mai rinunciando alla qualità. Ma non solo. Ristretti anche perché aventi come protagonista non l’Orchestra Sinfonica ma l’Orchestra da Camera. Un’ora di musica per avvicinarsi alla produzione sinfonica, insieme a Kolja Blacher e l’Orchestra da Camera. Tre appuntamenti, per un repertorio che spazia da Mozart a Schönberg.
E’ il debutto di Kolja Blacher nel ruolo di Direttore dell’Orchestra da Camera, un sigillo di qualità che garantisce la presenza vivida della grande tradizione mitteleuropea all’Auditorium di Milano. Figlio d’arte (suo padre è il compositore Boris Blacher), parallelamente a una brillante carriera solistica e nel ruolo di spalla nelle orchestre più prestigiose d’Europa, tra cui la Gewandhausorchester di Lipsia, i Münchner Philharmoniker e la NDR Symphony Orchestra, dal 1993 al 1999 è stato Konzertmeister dei Berliner Philharmoniker, sotto la direzione di Claudio Abbado.
Inaugura questa la nuova serie dei Concerti Ristretti l’appuntamento di domenica 23 ottobre alle ore 16, intitolato “Metamorfosi” in onore di Metamorphosen di Richard Strauss, affiancato alla Sinfonia n. 25 in Sol minore K 183 di Wolfgang Amadeus Mozart, composta nel 1773 da un compositore poco più che diciassettenne, di rientro a Salisburgo dopo un soggiorno di quattro mesi a Milano.
Si prende le mosse da una delle vette assolute della produzione per orchestra da camera, un lavoro che Strauss termina nel febbraio del 1945 e che rappresenta la più compiuta rappresentazione sonora del dolore lacerante di un uomo che guarda intorno a sé una civiltà distrutta, sotto le bombe di un conflitto mondiale da cui la Germania esce pesantemente sconfitta, e la cultura tedesca si trova d’improvviso sul baratro. Abisso reso in musica dalla vorticosa elaborazione (metamorfosi, appunto) del tema iniziale della Marcia Funebre della Sinfonia “Eroica” di Beethoven, fino alla sua improvvisa comparsa nel Finale, affidata ai contrabbassi. Un’epifania improvvisa, un colpo di scena ma anche una disperata chiusura di sipario.
Metamorphosen è scritta per un organico che ha tutto il sapore di un complesso barocco, composto da 10 violini, 5 viole, 5 violoncelli e 3 contrabbassi, e può essere letta come l’espansione di un quartetto d’archi, laddove ogni strumentista (o sezione) ricopre a suo modo il ruolo di solista.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!