Trieste: l’eterna giovinezza del Rocky Horror Show

Per il suo 50° compleanno il Rocky Horror Show ha preparato un allestimento mozzafiato che sta conquistando l’Italia. Dopo Milano, fino a domenica lo spettacolo sarà in scena al Rossetti di Trieste per poi trasferirsi a Roma.

Come si fa a raggiungere il mezzo secolo ballando sui tacchi alti e abusando di calze a rete e corsetti? La risposta, guardando lo spettacolo, è più che chiara: dandogli vita. Il regista Christopher Luscombe ha presentato un allestimento con notevoli sorprese, che strizza l’occhio al passato e si ripulisce di molte inutili esagerazioni. Visto nella sua massima semplicità ma con un cast che interpreta i personaggi senza mai svilirli, questo spettacolo brilla come un diamante, grezzo, ma pur sempre un diamante. Non esiste un altro spettacolo così al mondo, questo è certo, e in questa versione si riappropria della sua forza che non deriva dai giochi di battute con il pubblico, da continui cambi e colpi di scena, ma sta nei suoi protagonisti e nelle sue canzoni, suonate dal vivo e riarrangiate per essere ancora più intense. Voci incredibili e grandi doti attoriali fanno di ognuno sul palco un tassello di un puzzle con effetto esplosivo. E chi sono?

C’è il narratore italiano, Stefano Guerriero, che gioca inserendo alcune battute nella sua lingua madre. E poi Joe Allen, un convincente Dr Scott per la sua voce, ma un Eddie un po’ debole, probabilmente troppo magro e troppo alto per questo ruolo che al cinema, nel Rocky Horror Picture Show, fu interpretato da Meat Loaf. Grandi soddisfazioni possono venire offerte al pubblico da Columbia, grazie a una straordinaria Darcy Finden che strappa applausi a scena aperta. Nel suo Riff Raff, Kristian Lavercombe, dosa molto bene la recitazione e la fisiciità, e talvolta ha dosato anche la voce negli acuti spezzandoli e ripartendo, ma il pubblico gli ha rivolto un enorme calore. Suzie McAdam, Magenta, non si è invece risparmiata su nulla, con la sua grande voce. Deve essere biondo e abbronzato e Ben Westhead ha interpretato Rocky con il suo fisico prestante e gli ha dato anche un pizzico di carattere in più rispetto al solito. Richard Meek ha ritrovato il suo Brad dopo anni e ora lo domina in modo esemplare.

Grande voce, ma anche grande forza nella recitazione, se già parte bene, raggiunge l’apice con “Once in a while” ballad lenta che propone in una versione molto intima. E poi c’è Janet, Haley Flaherty, che è un portento della natura. A tratti impaurita e indifesa, a tratti spudorata, ma sempre attenta a restare entro il limite degli eccessi, è la fidanzatina d’altri tempi, quella che aspettava il matrimonio, per essere come le sue amiche. E poi c’è lui: Stephen Webb ovvero Frank’n’Furter. Era da tempo che il ruolo non veniva affidato a un artista che tra tacchi e parrucche non sembra una caricatura. C’è un universo in quel ruolo che passa attraverso tutti i colori dell’arcobaleno e li rende anche glitter. Simpatico ma spietato, divertente ma commovente, adorabile e strampalato, Frank è il frutto proibito, quello che quando lo vedi non solo non gli puoi resistere, ma ne chiedi ancora.

Non ci sono scuse che tengano, questo spettacolo va visto e rivisto. Con la mascherina o senza si deve correre a teatro, perché non si possono aspettare altri 50 anni per ballare il Time Warp ancora ( e con l’arrivo della Brexit e tutte le difficoltà che sta creando alla circolazione degli artisti, non è nemmeno scontato che il lusso di ospitare compagnie che arrivano dall’Inghilterra ce lo possiamo concedere ancora a lungo).

Sara Del Sal
(25 ottobre 2022)

La locandina

Regia Richard O’Brien
Personaggi e interpreti:
Frank Stephen Webb
Janet Haley Flaherty
Brad Richard Meek
Rocky Ben Westhead
Magenta Suzie McAdam
Riff Raff Kristian Lavercombe
Columbia Darcy Finden
Eddie/Dr Scott/Phantom Joe Allen
Narrator Stefano Guerriero
Phantoms Reece Budin, Stefania Du Toit, Jessica Sole
Swings Nathan Shaw, Tyal Nurden

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