Vicenza: Falstaff al Teatro Olimpico. Il progetto avanza spedito.

Reso noto a grandi linee nel marzo del 2016, dopo un incontro con la giunta municipale di Vicenza al completo, è ora in avanzata fase di realizzazione il nuovo progetto operistico per il teatro Olimpico del direttore d’orchestra Iván Fischer e del pianista András Schiff. Siamo in grado di anticiparne i principali dettagli.

Nata da una sinergia di idee fra i due grandi interpreti ungheresi, l’iniziativa è in programma nel mese di ottobre del 2018, un anno dopo rispetto alle indicazioni iniziali. Fischer non ha mai diretto a Vicenza, mentre Schiff è di casa nel teatro palladiano, dove da oltre vent’anni propone – in primavera – un denso festival cameristico-orchestrale in quattro o cinque serate, seguito da un pubblico internazionale. È stato proprio lui a fare da tramite fra il connazionale e l’Amministrazione comunale per la messa a punto di una sorta di mini-festival che si articolerà, secondo quanto abbiamo potuto appurare, non soltanto nella rappresentazione in due repliche di un’opera lirica, ma anche in un concerto, protagonista sempre la Budapest Festival Orchestra. È questa la formazione sinfonica fondata dallo stesso direttore magiaro all’inizio degli anni ’90 e ben presto divenuta una delle realtà più interessanti a livello europeo.

Il titolo scelto da Fischer per il suo debutto vicentino è Falstaff, il capolavoro comico della tarda vecchiaia di Giuseppe Verdi, mai rappresentato prima all’Olimpico. Nel ruolo del titolo dovrebbe cantare il baritono Ambrogio Maestri, protagonista di un’importante carriera internazionale e voce d’elezione per il personaggio shakespeariano nella versione verdiana, che ha interpretato in tutti i principali teatri d’opera europei, dalla Scala al Covent Garden di Londra, dall’Opera di Vienna a quella di Berlino, da Parigi al festival di Salisburgo, come pure a Tokyo e al Metropolitan di New York.

Lo spettacolo sarà proposto in forma scenica e per la sua realizzazione è stato contattato Marco Gandini, regista vicentino cresciuto alla scuola di Franco Zeffirelli e già “esperto” di Olimpico. L’ultima opera che vi ha diretto, pochi mesi fa, è stata La cambiale di matrimonio di Rossini nell’ambito del festival Settimane Musicali. Come è ovvio, non ci sarà spazio per invenzioni di scenografi, ma questo è un problema che riguarda tutti gli allestimenti, operistici e non, sulla scena palladiana. Nei casi migliori questo limite diventa uno stimolo a trovare soluzioni creative pur nel necessario rispetto per il teatro-monumento, che prescrive l’intangibilità di ciò che esiste in quello spazio scenico specialissimo dal 3 marzo 1585, data dell’inaugurazione con Edipo Tiranno. A quel che ci risulta, lo stesso Fischer avrà un approccio innovativo rispetto al problema di fare opera all’Olimpico: l’idea sarebbe di suddividere l’orchestra fra lo spazio della platea e la scena, rendendo gli strumentisti in certo modo protagonisti anche sul piano teatrale.

Dal punto di vista finanziario l’intero programma, che si avvarrà del supporto organizzativo della Società del Quartetto, dovrebbe essere totalmente autofinanziato tramite sponsorizzazioni raccolte a livello internazionale dai promotori. Un progetto “chiavi in mano”, insomma, che si aggiungerà alla ormai ampia programmazione operistica all’Olimpico e naturalmente al Ciclo di spettacoli classici. Oltre l’interesse musicale e la qualità artistica messi in campo, una qualche forma di coordinamento fra tutte queste iniziative è ancora di là da venire. Eppure, mentre cresce l’attrattiva internazionale del Teatro Olimpico, è sempre più indispensabile.

Cesare Galla

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