Salisburgo: festa doppia per la Mozartwoche, al via il 26 gennaio

Mancano solo poche ore all’inaugurazione dell’edizione 2023 della Settimana mozartiana a Salisburgo e il clima nella cittadina austriaca è carico di entusiasmo, felicemente amplificato dai toni frizzanti del direttore artistico Rolando Villazón e dal turbinio di promo ed interviste pubblicati sui social. Se la ricchezza e l’assoluto livello della proposta musicale ne giustifica pienamente l’esaltazione, si può ben intuire quanto sia atteso l’inizio di una manifestazione come questa – all’apice del panorama internazionale dal 1956 – dopo le disavventure degli ultimi anni. Nel suo progetto quinquennale di direzione artistica, iniziato nel 2019 ed ora giunto alla sua massima ed ultima espressione, Villazón ha realizzato concretamente, dando cioè piena soddisfazione al suo estro creativo, soltanto due edizioni, dovendo trasferire online e in forma assai ridotta il programma del 2021, e addirittura cancellare all’ultimo minuto quello del 2022 causa nuova ondata pandemica.

Giovedì 26 gennaio si apre quindi una festa doppia per la Mozartwoche, che nei consueti undici giorni di programmazione intende far ascoltare, raccontare e vivere quell’artista geniale cui Salisburgo diede i natali, e lo fa attraverso un calendario che torna prepotentemente ai fasti del pre-Covid. Come spiega lo stesso Villazón, gli oltre cinquanta appuntamenti (visionabili su www.mozarteum.at) si concentrano principalmente sulla prima produzione mozartiana, quella del bambino prodigio, e sugli ultimi grandi capolavori, senza tralasciare qualche approfondimento su alcune opere fondamentali dell’intero catalogo.

Delle decine di ospiti, tra star internazionali e orchestre blasonate, si citano quale esempio coloro che hanno portato avanti nel quinquennio a firma Villazón un’indagine interpretativa particolare, come Sir András Schiff e la Cappella Andrea Barca, la Mahler Chamber Orchestra con la pianista Mitsuko Uchida, il pianista Robert Levin, il Quartetto Hagen, il violinista Renaud Capuçon, il direttore Marc Minkowski, la Chamber Orchestra of Europe e la Freiburger Barockorchester, in compagnia quest’anno dell’Europa Galante con Fabio Biondi e de Le Concert Des Nations assieme alla Capella Nacional de Catalunya con Jordi Savall. Tra gli ospiti fissi sopra menzionati, troviamo la presenza importante (tre concerti) dei Wiener Philharmoniker, che affronteranno un cambio di direttore nella data del 28 gennaio, dal momento che Daniel Baremboim ha dovuto cancellare diversi impegni concertistici nell’ultimo mese per problemi di salute, come pure Martha Argerich – notizia di pochi giorni fa – che avrebbe dovuto essere assieme a lui sul palcoscenico della Großes Festspielhaus. Per questo appuntamento prenderà la bacchetta Robert Ticciati e al pianoforte siederà Igor Levit.

Un giusto spazio nel programma viene riservato alle formazioni della città, come la Camerata Salzburg, il Bachchor Salzburg e la Mozarteumorchester Salzburg, cui è affidata l’apertura e la chiusura del festival. In un inno di integrazione e dialogo nel nome della musica, accanto ai giovani della Akademieorchester der Universität Mozarteum Salzburg e la Mozart Kinderorchester, che festeggia il suo primo decennio, si esibiscono anche i giovani colombiani dell’Orquesta Iberacademy Medellín. Non manca un tocco messicano, dalle origini del direttore artistico, che si esprime nelle serenate dei Los Mariachis Negros per le strade di Salisburgo, esattamente sotto le case che furono abitate da Mozart nel giorno del suo compleanno (27 gennaio), e nella tombola con figure su temi mozartiani. Piace che nel cuore dell’Austria più conservatrice permanga quello spirito frizzante che strizza l’occhio al lato più giocoso del geniale Amadeus, che non disturba e che anzi descrive a tutto tondo un autore assoluto, presentato alla Mozartwoche attraverso personalità di spicco, spiegato da interpreti di riferimento, indagato dai ricercatori del Mozarteum, messo in scena dalle marionette, raccontato in documentari e riprese storiche, studiato nelle lettere e tra le righe dei pentagrammi, festeggiato per le strade, condiviso davanti ad un piatto di würstel e fischiettato durante una lotteria messicana. Mozart vive! E continuerà a farlo con l’estro di Rolando Villazón anche in futuro, avendogli affidato la Fondazione Mozarteum di Salisburgo altri cinque anni di direzione artistica.

Monique Cìola
(25 gennaio 2023)

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.