Firenze: il Maggio riscopre la Finta semplice
Compito dei festival è anche quello di proporre in cartellone opere raramente allestite, quindi ottima la scelta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di mettere in scena come primo titolo operistico del Festival di Carnevale La finta semplice di Mozart, che il genio salisburghese compose quando aveva appena 12 anni, nel 1768. Non fu eseguita, però, nel teatro viennese e dalla compagnia di canto per cui era stata composta, ma vide la sua prima esecuzione nel 1769 alla corte del principe arcivescovo Scrattenbach a Salisburgo, come attestato da un libretto a stampa dell’opera. Questo fatto ha sottoposto da subito questo lavoro mozartiano a varie critiche, ma i giudizi sono stati controversi e, a dispetto degli scetticismi, ha sempre continuato ad essere messa in scena.
A Firenze, però, ha avuto il suo battesimo il 24 gennaio, al Teatro Goldoni, cornice quanto mai intonata dato che il libretto di Coltellini si dice sia un rimaneggiamento di uno precedente proprio di Goldoni. Fin dalle prime battute dell’Ouverture, che, come il resto della partitura, è stata ben eseguita dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, si sente l’anticipazione del Mozart “che sarà”, come se fosse un cartone preparatorio a tante delle sue future pagine orchestrali e operistiche.
La storia narrata è una trama tipica del genere buffo, con protagonisti di classe sociale abbiente e servi scaltri, ma vi si aggiunge la “finta semplice”, Rosina, la “finta bontà” che in pratica ordirà tutta la storia e farà comporre le coppie sperate (solo uno dei personaggi, Polidoro, rimarrà senza moglie). Vengono molti dubbi che davvero Coltellini abbia rimaneggiato materiale goldoniano, per le noiose e inutilmente lunghe conversazioni sul tema del matrimonio, che sono comiche, sì, ma di qualità stilistica non alta. I momenti migliori sono i tre finali d’atto (e anche la partitura mozartiana ne è ispirata felicemente). Forse proprio il libretto non ha giovato a valorizzare al meglio il talento del bambino Mozart, ma resta il fatto che il rivestimento musicale rende gradevole la storia – che il Maggio ha proposto con svariati tagli della lunga partitura- e il risultato trae giovamento anche dal cast, giovane e costituito da ex allievi e allievi dell’Accademia del Maggio: Eduardo Martinez Flores (Cassandro), Lorenzo Martelli (Polidoro), Xenia Tziouvaras (Giacinta), Rosalia Cid (Ninetta), Luca Bernard (Fracasso) e Davide Piva (Simone). Tutti molto bravi vocalmente e scenicamente, bravi anche nella dizione oltre che nella naturalezza del canto e nel fraseggio.
Su tutti ha spiccato Rosina, ormai una professionista acclarata, non più definibile “ex allieva”: Benedetta Torre, che ha reso magnificamente i momenti in cui il canto porta alla comicità ma anche quelli più lirici e intimistici. In scena con il cast c’erano anche bambini figuranti (oltre ai figuranti adulti, molto bravi anche loro), una in particolare ha avuto un ruolo importante nell’intepretare il piccolo Mozart.
Oltre a loro la brava regista Claudia Blersch ha inserito come personaggio il clavicembalista Edoardo Barsotti, ottimo esecutore, essenziale ovviamente nei recitativi (che sono secchi) e che ha saputo facilmente muoversi su una scena intelligentemente sfruttata dalla Blersch, sebbene gli elementi scenici che ha avuto a disposizione (realizzati dagli studenti del triennio del NABA con la guida di Margherita Palli) fossero improbabili. Meglio i costumi, sebbene vi fosse una dicotomia di banale giustapposizione fra quelli più filologici e quelli di epoche più recenti. In sostanza la parte vocale e musicale ha trionfato, grazie anche alla felice bacchetta di Theodor Guschlbauer, che ha condotto tutti con maestria nella restituzione di ogni sfumatura melodica e ritmica.
Donatella Righini
(24 gennaio 2023)
La locandina
Direttore | Theodor Guschlbauer |
Regia | Claudia Blersch |
Scene e costumi | Studenti del Triennio in Scenografia di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti con la guida di Margherita Palli |
Luci | Andrea Locorotondo |
Personaggi e interpreti: | |
Rosina | Benedetta Torre |
Don Cassandro | Eduardo Martinez Flores |
Don Polidoro | Lorenzo Martelli |
Giacinta | Xenia Tziouvaras |
Ninetta | Rosalìa Cid |
Fracasso | Luca Bernard |
Simone | Davide Piva |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino |
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Come dovrebbe sapere chi si occupa di lirica, ai registi vengono messi a disposizione scene e costumi che ha scrupolosamente scelto secondo la sua idea drammaturgica, qui sembra invece che debba “arrangiarsi” con ciò che viene fornito. Quindi l’eventuale improbabilità e banalità sono conseguenza di sue decisioni, non è passivamente vittima di scenografi e costumisti.