Firenze: Sardelli e il trionfo di Lulli

Anche il Sovrintendente Pereira ha salutato con gioia il concerto di domenica 5 febbraio nell’Auditorium “Mehta” del Teatro del Maggio, evento che ha ufficialmente suggellato la nascita dell’Istituto “Giovan Battista Lulli” voluto fortemente dal maestro Federico Maria Sardelli e dal suo discepolo Samuele Lastrucci. Il concerto di domenica era diretto da Sardelli, che – come abbiamo già detto in occasione dell’Acis et Galatée che il Maggio aveva allestito nello scorso luglio, sempre sotto la sua guida – si cala talmente tanto nel compositore Lulli/Lully che vi si identifica. Ed è Lulli non solo nella direzione del concerto, ma anche nella composizione del primo dei brani in programma, Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomparable Monsieur de Lully per orchestra. La Suite risale al 2009 ed è un lavoro in 8 movimenti che Sardelli dice di aver composto “[…] in una mimesi totale con il gusto lulliano, lontana da ogni calco neo-barocco o rivisitazione in chiave contemporanea: sono talmente innamorato di quel gusto  che mai ardirei corromperlo con contaminazioni d’alcun genere”.  Il pubblico ha apprezzato moltissimo.

A seguire altri brani, questa volta di Lulli: la Passacaille d’Armide LWV71: Les Plaisirs ont choisi pour asile per soli, coro e orchestra, che ha messo in luce un ottimo haute-contre come Aco Bišćević. Quindi un brano sacro, Omnes gentes, un petit-motet appartenente a una raccolta che ne contiente 11 per due o tre solisti accompagnati dal basso continuo. Rui Hoshina (molto brava) con il demi-dessus, mezzosoprano, Emma Alessi Innocenti e il basso Mauro Borgioni (anche lui ottimo) sono stati le voci soliste, che hanno restituito, insieme all’orchestra e al Coro da Camera Ricercare Ensemble, il nitore e l’espressività della partitura. Ottimo il basso continuo di Bettina Hoffmann (alla viola da gamba) e Andrea Perugi (all’organo barocco). In chiusura il celebre Te Deum, il canto del cigno di Lulli, che la storia narra si fosse ferito un piede con il bastone usato per dirigere e che, riufiutata l’amputazione del piede andato in cancrena, ne contrasse un’infezione che lo portò alla morte. Definito “Grand Motet per soli, piccolo coro, grande coro e orchestra”, il brano ha visto schierate le compagini sopra citate e anche i solisti, ai quali si è aggiunto il soprano Elena Bertuzzi. Sardelli per questo brano ha “sfoderato” anche il bastone stile Lulli, destreggiandolo con maestria e senza esiti nefasti, anzi, ottenendo una entusiastica esecuzione. Così, insieme ai soliti e al Coro (preparato da Romano Adami dal 1992) ha guidato ancora una volta l’orchestra del Maggio – i cui strumentisti a corda hanno dotato i loro strumenti di corde di budello e i violoncellisti hanno utilizzato il loro a mo’ di viola da gamba, senza usare il puntale – insieme ad alcuni elementi dell’Orchestra Modo Antiquo (fondata e diretta dallo stesso Sardelli), che vogliamo segnalare tutti per l’eccellente esecuzione, ma in particolare Bettina Hoffmann, la tromba di Emilio Botto – insieme a quella di Emanuele Antoniucci, lui però membro del Maggio – meritano un plauso speciale. E fra i componenti del Maggio corre l’obbligo di segnalare la prestazione del percussionista Lorenzo D’Attoma, ottimo nell’amalgamare la sonorità dei timpani, dei tamburi barocchi e del tamburello con quella del resto dell’orchestra, accordata con diapason a 4.15, come si conviene se si vuole riproporre al pubblico la musica di Lulli. Che è ovviamente l’obiettivo del neonato Istituto a lui dedicato, che intende contribuire alla rinascita dell’interesse verso questo fiorentino naturalizzato francese, odiato oltre che amato dai francesi per il suo carattere spregiudicato, ma di tale talento da aver lasciato pagine che ora auspichiamo che l’Istituto faccia circolare nel circuito concertistico, teatrale, discografico e didattico italiano.

Inutile dire che il concerto ha avuto esito trionfale e al pubblico che tributava tanto caloroso entusiasmo è stato anche offerto un bis del finale del Te Deum.

Donatella Righini
(5 febbraio 2023)

La locandina

Direttore Federico Maria Sardelli
Dessus Elena Bertuzzi
Dessus Rui Hoshina
Bas-dessus Emma Alessi Innocenti
Haute-contre Aco Bišćević
Taille Alessio Tosi
Basse Mauro Borgioni
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Coro da Camera Ricercare Ensemble
Maestro del Coro Romano Adami
Programma:
Federico Maria Sardelli
Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomparable M:r De Lully per orchestra
Giovanni Battista Lulli
Passacaille d’Armide, LWV 71: “Les Plaisirs ont choisi pour asile” per soli, coro e orchestra
Omnes gentes LWV 77/10, petit motet per 2 soprani, basso e basso continuo
Te Deum LWV 55, grand motet per soli, piccolo coro, grande coro e orchestra

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