Monte-Carlo: è Antigone la domanda senza risposta
Secondo alcuni la critica musicale dovrebbe astenersi dal ricorrere alla metafora limitandosi ad esporre concetti ed opinioni in forma il più diretta possibile; tuttavia la figura retorica può in più di qualche caso aiutare il recensore e facilitare il lettore.
Il concerto proposto dal Festival Printemps des Arts lo scorso 31 marzo all’auditorium Rainier III a Monte-Carlo può essere agevolmente descritto in forma metaforica.
Si immagini un sandwich il cui pane sia stato preparato dal più abile dei fornai, usando le migliori tra le materie prime e che sia stato poi farcito con ingredienti di qualità inferiore seppur arricchiti da delle salse di ottima fattura.
Il programma proposto assomigliava incredibilmente a quanto descritto sopra: due capolavori della musica statunitense del secolo scorso con in mezzo una creazione commissionata dal Festival ed eseguita in prima mondiale.
Le salse in questa circostanza erano Lio Kuokman giunto in corsa a sostituire sul podio l’annunciato Case Scaglione, l’attore Laurent Stocker e l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo.
Ad aprire la serata The unanswered question, che Charles Ives compose nel 1908 ma che fu eseguita per la prima volta in pubblico solo nel 1946 e che a distanza di quasi ottant’anni si rivela ancora in tutta la sua freschezza. Kuokman ne disvela con la necessaria levità i percorsi armonici e ritmici semplici solo in apparenza, mettendo in piena luce i sincretismi tra modernismo e tradizione che stanno alla base dell’impaginato.
Alla monumentale Sinfonia n. 2 di Copland (1944) era assegnata la seconda parte del concerto e qui Kuokman riesce nel miracolo di ripulirla dall’ipertrofismo che la caratterizza rendendo leggibile la moltitudine di temi e ricorsi che si susseguono restituendola all’ascolto gradevolmente alleggerita pur senza mai sminuirne la forza narrativa.
Tra le due composizioni nordamericane Antigone, il melodramma per voce recitante e orchestra commissionato dal Festival a François Meïmoun.
Il testo cupo di Géraldine Aïdan rivede il mito della figlia-sorella di Edipo rileggendone la storia ma senza in realtà andare a scavare in profondità.
Laurent Stocker, che recita tutti i personaggi plasmando duttilmente la voce a caratterizzarli, fa quel che può rendendosi protagonista di una prova attoriale di grande spessore.
La musica di Meïmoun è assai debole sia nei contenuti che nella forma, riducendosi ad uno sciorinare di temi ed intenzioni che non trovando sviluppo restando semplicemente tali.
Ancora una volta intervengono l’Orchestra, che suona magnificamente, e il direttore che si rende protagonista di una prova maiuscola nel cercare un bandolo plausibile decidendo di puntare sul nitore del suono.
Il pubblico comunque mostra di gradire e tributa al compositore applausi calorosi ai quali non sentiamo di associarci, riservandoli però agli impeccabili esecutori.
Alessandro Cammarano
(31 marzo 2023)
La locandina
Direttore | Lio Kuokman |
Voce recitante | Laurent Stocker |
Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo | |
Programma: | |
Charles Ives | |
The unanswered question | |
François Meïmoun | |
Antigone | |
Aaron Copland | |
Sinfonia n. 2 |
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