Bologna: i tre Stabat di Jordi Savall

Jordi Savall con La Capella Reial de Catalunya e Le Concert des Nations ha presentato all’Auditorium Manzoni di Bologna, per la Pasqua 2023, un programma tutto dedicato allo Stabat Mater, la celebre sequenza che la tradizione attribuisce a Jacopone da Todi. Si tratta, com’è noto, del racconto del dolore di Maria ai piedi della croce che, a parte le intonazioni gregoriane e quelle nate dalla devozione popolare, è stato messo in musica più di 400 volte dai compositori di musica “d’arte”, a partire da Josquin, all’incirca nel 1480.

Di queste intonazioni, Savall ne sceglie tre, in qualche modo esemplificatrici dei diversi approcci musicali al testo latino: si comincia con lo Stabat Mater pour des Religieuses di Marc-Antoine Charpentier, il compositore francese dedito in particolare alla musica sacra, alla riscoperta del quale lo stesso Savall ha dato un fondamentale contributo già dalla fine degli anni ’80.

Questo di Charpentier è un lavoro per voce sola coro all’unisono e continuo, quasi certamente destinato alle monache di clausura del convento di Port Royal a Parigi. Si potrebbe definire un “canto piano” di diretta filiazione gregoriana, semplice e di una purezza cristallina: le venti strofe della sequenza vengono cantate a coppie su due melodie molto simili tra loro. Nella lettura che ne ha fatto Savall, in luogo della voce solista prevista in origine, c’era un quartetto di voci femminili (suggestivamente posizionato in alto nel teatro), a cui rispondevano le voci maschili, sul palco, con un effetto complessivo di grande fascino e una malinconica, tersa spiritualità.

Tutto un altro discorso per lo Stabat Mater per 10 voci e continuo di Domenico Scarlatti, scritto durante il periodo romano del compositore, intorno al 1715, che rivela uno Scarlatti poco noto al grande pubblico, che lo associa in genere alle sonate per clavicembalo.

Una costruzione di complessa polifonia, il suo Stabat, che in ossequio al gusto “romano” per il quale fu scritto, parte dal contrappunto severo palestriniano ma poi subito ricorre ad uno stile concertante più mosso e articolato, con inserzioni solistiche vocali e strumentali di grande modernità.  Si potrebbe dire un affresco composito di idee musicali tra tradizione e innovazione, di soluzioni spesso sorprendenti, con ritmi che cambiano in continuazione e voci che ora si muovono all’unisono, ora si rincorrono in fughe e variazioni distribuite con sapienza lungo tutto l’arco del testo latino, per esprimere di volta in volta dolore, commozione, supplica: una ricca tela musicale che La Capella Reial de Catalunya ha interpretato con misura ed eleganza senza mai eccedere, ma restituendo tutto il pathos che il compositore vi ha trasfuso.

Il finale del programma è stato riservato allo Stabat per antonomasia, quello di Giovanni Battista Pergolesi, di immensa popolarità già al suo apparire nel 1736, completato, secondo la vulgata, dal giovanissimo compositore in punto di morte, e del quale anche Bach fece una riscrittura in Tilge, Höchster, meine Sünden.

Qui Savall si è avvalso, oltre che di un aparte de “Le Concert des Nations” al completo, delle voci soliste del soprano Elionor Martínez e del mezzosoprano Lara Morger. Se la composizione contiene tutto il colore, la melodiosità, la teatralità della Scuola Napoletana, gli orchestrali di Savall ne hanno ricreato la temperatura emotiva ma senza eccessi, mentre le due cantanti, entrambe straordinarie, hanno saputo rinnovare, anche in chi ha ascoltato il brano innumerevoli volte, quel miracolo di dramma, tenerezza, disperazione, amore che il componimento può donare.

L’organico strumentale era composto dagli archi più la tiorba e l’organo per il basso continuo: per Charpenier, lo stesso Savall ha suonato la sua viola da gamba. Dieci voci formavano “La Cappella Reial de Catalunya” che ha cantato i primi due brani; dall’ensemble sono poi emerse le due soliste per lo Stabat di Pergolesi.

Alla fine, le numerose, entusiastiche chiamate inducono Jordi Savall a concedere di bis, scegliendo un brano che lui stesso spiega essere dedicato al difficile momento storico attuale: il Da pacem Domine di Arvo Pärt, che fu scritto proprio su commissione di Savall per ricordare le vittime degli attentati terroristici di Madrid del 2004.

Lorenzo Fiorito

(2 aprile 2023)

La locandina

Direttore Jordi Savall
Soprano Elionor Martínez
Mezzosoprano Lara Morger
La Capella Reial de Catalunya
Le Concert des Nations
Programma:
Marc-Antoine Charpentier
Stabat Mater pour des Religieuses
Domenico Scarlatti
Stabat Mater per 10 voci e continuo
Giovanni Battista Pergolesi
Stabat Mater

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.