Padova: presentato il 53º Festival Internazionale G. Tartini

Dal 1970 il Veneto Festival (Festival Internazionale Giuseppe Tartini) si svolge durante la stagione estiva nei luoghi artisticamente più interessanti del Veneto e delle Regioni limitrofe, come i teatri, le ville storiche e le chiese monumentali. Da 53 anni si conferma come uno dei più importanti appuntamenti della vita musicale veneta.

Di grande rilevanza artistica e culturale, anche grazie alla fitta trama di relazioni che lo collegano con vari festival nazionale ed europei, il Veneto Festival vanta una cospicua presenza di artisti di fama mondiale, invitati per conferire ampiezza e splendore a ogni singolo concerto, con esiti che, anche sotto il profilo spettacolare, l’hanno inscritto fra i più prestigiosi e qualificati Festival internazionali d’Europa.

Lo caratterizza il suo sottotitolo “Musica, arte e architettura” che I Solisti Veneti, diretti da Giuliano Carella, seguono come un comandamento, secondo lo storico principio veneto dell’unità delle arti.

Si uniscono anche quest’anno, infatti, un repertorio di musica veneta -arricchito da compositori europei che ad essa si sono ispirati- a luoghi di enorme interesse storico, artistico e architettonico come la Sala dei Giganti al Liviano e la Scuola della Carità di Padova, le palladiane Villa di Maser e Villa Pisani Bonetti di Bagnolo di Lonigo, Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia, Villa Dolfin Boldù di Rosà e la Chiesa di San Francesco di Treviso.

Stessa attenzione viene riservata alle regioni limitrofe con i concerti alla Rozza Sforzesca di Imola, Palazzo Te di Mantova, Duomo di Venzone. Ma l’edizione 2023 porterà i grandi eventi anche nelle piazze dei centri storici come ad esempio nella padovana Piazza degli Eremitani e nella Piazza del Duomo di Cividale del Friuli.

Importante anche quest’anno la collaborazione con alcuni festival nazionali ed europei, a partire  dai regionali OperaEstate Festival Veneto di Bassano, Castello Festival di Padova, Festival Pianistico Internazionale “Bartolomeo Cristofori” e Rovigo Cello City; ai nazionali Emilia Romagna Festival, MantovaMusica e Mittlefest, fino agli europei Festival de Música dos Capuchos di Almada (Lisbona, Portogallo), Tartini Festival di Pirano (Slovenia) e Varna Summer International Music Festival (Bulgaria).

Ad arricchire il Veneto Festival 2023 la presenza di ospiti di consolidata fama come il Premio Oscar Nicola Piovani, il bass-baritone Bruno de Simone, l’arpista Agnese Coco, il violinista Mario Hossen; di giovani e già affermati talenti, come il violoncellista e Premio Scimone 2022 Luca Giovannini, il pianista Riccardo Martinelli, il mezzosoprano Lena Belkina e infine di grandi solisti -amici e ormai membri onorari de I Solisti Veneti- come il flautista Massimo Mercelli, l’oboista Paolo Grazia e il pianista Alessandro Cesaro.

Apprezzato e ormai ospite fisso della rassegna è l’Ensemble “Terzo Suono” che quest’anno alla Scuola della Carità di Padova si esibirà in un concerto che consolida sempre più il longevo legame fra il Veneto Festival e il Tartini Festival di Pirano (città natale del compositore). Il Festival prevede inoltre il concerto de I Solisti Veneti nel Chiostro della Chiesa di San Francesco di Pirano.

Altra importante compagine orchestrale ospite del Veneto Festival sono I Solisti Aquilani, grazie alla nuova collaborazione tra le due storiche orchestre da camera avviata il 26 gennaio 2023 a L’Aquila con il concerto de I Solisti Veneti all’Auditorium del Parco di Renzo Piano.

Dopo aver aperto l’anno 2023 con i successi, e relativi sold out, ottenuti all’estero, alla Royal Opera House in Oman e al Teatro Nazionale dell’Opera di Atene, e in Italia, all’Auditorium del Parco de L’Aquila e con i Concerti di Primavera, I Solisti Veneti inaugurano, il 16 maggio alle ore 21 all’Auditorium Pollini di Padova, la 53esima edizione del Veneto Festival 2023 con tre pagine mozartiane di assoluta bellezza: la Sinfonia in sol maggiore n. 17 KV 129, il Concerto in do maggiore KV 314 per oboe e orchestra e il Concerto in do maggiore KV 299 per flauto, arpa e orchestra.

I tre solisti d’eccezione sono Massimo Mercelli (il flautista al mondo che vanta le più importanti dediche e collaborazioni con i maggiori compositori: hanno scritto per lui o ha eseguito le prime assolute di personalità del calibro di Penderecki, Gubaidulina, Glass, Nyman, Bacalov, Galliano, Morricone, Sollima), Agnese Coco, Prima arpa del Teatro dell’Opera di Roma, e l’oboista Paolo Grazia, Primo oboe de I Solisti Veneti e del Teatro Comunale di Bologna.

Nel 1777, il ventunenne Mozart scrisse il Concerto in do maggiore KV 314 per il Primo oboe dell’Orchestra di Salisburgo ottenendo immediato successo anche al di fuori dei confini austriaci. Si pensi che il noto oboista tedesco Friedrich Ramm, ottenuto lo spartito direttamente dall’autore, eseguì questo Concerto ben cinque volte in soli dieci giorni. Mozart, pienamente soddisfatto della sua composizione, ne trascrisse una versione per flauto (un tono sopra) e, dopo anni, trasse spunto dal Rondò finale per scrivere l’Aria di Blondine “Oh che gioia, che piacere” dell’opera “Il Ratto dal Serraglio”. Il Concerto per oboe presenta una freschezza e una spigliatezza melodica di tipico gusto mozartiano e l’oboe solista vi svolge un ruolo di straordinaria eleganza sonora, nel rispetto delle regole della musica di intrattenimento, non mancando di primeggiare in cadenze brillanti e piacevoli, secondo quel classicismo inimitabile che appartiene interamente allo stile del compositore di Salisburgo. Il Concerto in do maggiore KV 299 per flauto, arpa e orchestra venne scritto invece su commissione del Duca di Guines, già ambasciatore francese ed egli stesso suonatore di flauto. La scelta così insolita della coppia di strumenti solisti nasceva da una precisa richiesta del Duca che lo eseguì insieme alla figlia arpista in un concerto privato. A questo riguardo Mozart scrisse in una lettera al padre: “II Duca suona il flauto in modo straordinario e sua figlia, a cui insegno composizione, suona l’arpa magnifique: ha un grande talento, perfino del genio”. Che, componendo questo concerto, Mozart non dimenticasse mai chi fossero i due destinatari, è dimostrato chiaramente anche dal tono di elegante mondanità che diede a questa musica, in cui sembra rispecchiarsi il plaisir de vivre della società aristocratica francese dell’epoca di Luigi XVI. In questa scrittura fluente, che evita ogni minima impressione di fatica, la maestria di Mozart risplende di luce purissima e i limiti intrinseci dei due strumenti – cui Mozart riserva ampi passaggi, facendoli dialogare con delicatezza e discrezione – sono pienamente rispettati, senza però che la fragilità e la grazia dell’arpa cedano alle tentazioni del decorativismo.

L’evento del 12 luglio in Piazza Eremitani “Tre Fenomeni – Piovani, Vivaldi I Concerti della Natura”, in prima esecuzione regionale e seconda nazionale, (la Prima è prevista il giorno precedente ad Imola per l’Emilia-Romagna Festival), si aprirà con i Concerti dell’Opera Decima per flauto e archi La Tempesta di Mare, La Notte e Il Gardellino e vedrà sul palco I Solisti Veneti e il flautista Massimo Mercelli. Alla guida dell’Orchestra si alterneranno il Maestro Giuliano Carella e il Premio Oscar Nicola Piovani. Quest’ultimo, ispirandosi ai tre celebri Concerti della “Natura” per flauto e archi di Antonio Vivaldi, ha dato vita a tre inedite composizioni che attualizzano i temi vivaldiani in un gioco ironico di rimandi e contrapposizioni. Un progetto che coniuga arte, cultura e quelle emozioni che spesso si ritrovano solamente proprio in una riflessione su quanto la natura ci offre.

Spiega Piovani: “I tre brevi Concerti per flauto e piccola orchestra che presenteremo recano i titoli: L’Eclissi di luna, La Tortorella, Lo Tsunami. Sono ispirati a tre capolavori vivaldiani: La Notte, Il Gardellino, La Tempesta di mare. Stesse durate, stesso organico con qualche piccola deroga. Li ho scritti non per fare esercizio di stile, ma per scavare nell’attualità di quei suggestivi titoli, tenendo conto allo stesso tempo della componente virtuosistica, sempre presente in Vivaldi. Il virtuosismo, come tutti sanno, a volte copre il vuoto di idee. In Vivaldi invece, quasi sempre il virtuosismo è un volo in alto, un ghirigoro atletico che racconta una profondità abissale di contenuti emotivi.

Quando nel comporre ti scegli un modello così alto, non puoi ovviamente entrare in competizione con l’originale, battaglia persa in partenza. E allora, per assolvere il mio desiderio di cimentarmi con materiale tanto grandioso, più che un capriccio, preferisco considerarlo un omaggio. Omaggio a un grande artista del passato la cui modernità risulta ogni giorno più sconcertante.”

Dopo le dediche ricevute da I Solisti Veneti negli ultimi decenni da Ennio Morricone e Pino Donaggio, un altro grande compositore di colonne sonore dedica a I Solisti Veneti e al loro grande amico Massimo Mercelli ben tre Concerti inediti. Di sicuro impatto e di prossima registrazione discografica.

Protagonista dei due Recital operistici nelle splendide cornici di Villa di Maser, il 16 luglio, e di Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia (realizzato con il contributo Fondazione Cariparo), il 18 luglio, il grande Bruno de Simone. Il famosissimo bass-baritone ha solcato i più importanti palchi del mondo, sia in ruoli drammatici sia in opere buffe nelle quali la sua enorme capacità attoriale spicca e si esalta per ironia ed espressività facciale. Assieme a de Simone, in un programma intitolato “L’Apoteosi del Buffo” e con musiche di Rossini e Cimarosa, I Solisti Veneti saranno diretti da Giuliano Carella.

Il Maestro Carella è da decenni direttore d’opera internazionalmente apprezzato e acclamato e dirigerà il Concerto inaugurale del Veneto Festival del 16 maggio tra le produzioni di “Tosca” alla Canadian Opera di Toronto e “Il Trovatore” alla New Israeli Opera di Tel Aviv.

Il concerto del 18 luglio a Villa dei Vescovi segna anche l’inaugurazione de “I Solisti Veneti per il FAI”. L’importante festival itinerante, giunto alla quarta edizione, che si protrarrà nei mesi di agosto e settembre nei più importanti e affascinanti Beni del FAI di Veneto, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Piemonte.

Il Veneto Festival si chiuderà il 23 settembre con l’annuale omaggio al grande Maestro Claudio Scimone, fondatore de I Solisti Veneti e al quale è dedicato l’omonimo Concorso Internazionale, riservato agli strumenti ad arco. Sul palco dell’Auditorium Pollini di Padova, l’Orchestra diretta da Giuliano Carella suonerà assieme ai tre vincitori assoluti in un programma di alto valore artistico e virtuosistico, quest’ultimo assicurato anche dall’affluenza di giovani talenti da tutto il mondo: conseguenza dell’enorme qualità dei musicisti vincitori delle passate edizioni e dell’importanza economica dei tre premi previsti.

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