Bolzano e Trento: le meditazioni haydeniane di Nagano

Una fede profonda e un’incrollabile fiducia nell’uomo: Joseph Haydn riassume in sé queste due caratteristiche capaci di diventare sintesi perfetta della sua estetica musicale.

Le Sette ultime parole di Cristo sulla Croce – commissionate al compositore nel 1786 da un canonico di Cadice per accompagnare i riti del Venerdì Santo – costituiscono uno dei momenti più alti ed emozionanti della produzione sacra di Haydn, una sorta di summa non solo di contenuti ma anche di forma.

L’Orchestra Haydn, in forma smagliante, decide saggiamente di eseguirle in serate consecutive non negli auditorium cittadini ma nelle cattedrali di Bolzano e di Trento interpolando la musica – come nell’idea originale – a riflessioni affidate al Vescovo di Bolzano e Bressanone Ivo Muser e a quello di Trento Lauro Tisi, il tutto sotto la bacchetta di Kent Nagano.

I due luoghi deputati hanno caratteristiche diverse tra loro: più raccolta la Cattedrale di Bolzano, con l’altar maggiore a coprire la vista dell’orchestra e un’acustica asciutta, mentre le alte volte e gli spazi più ampi del duomo di Trento amplificano il suono in maniera più rotonda e con il rischio di qualche riverbero.

Nagano riesce nell’impresa di mantenere intatte le sonorità al netto delle evidenti caratteristiche ambientali, rendendo all’ascolto la medesima idea di fondo plasmandola però all’interno di due contesti simili ma diversissimi.

A Bolzano dunque tutto si fa più essenziale, immediato, mentre a Trento prevale una certa qual maestosità che non diventa comunque mai retorica.

Non è scelta azzardata aver scelto di far precedere l’impaginato Haydeniano dall’inquietante Piccola musica notturna che Lugi Dallapiccola compose – in puro stile dodecafonico – nel 1953, nella quale gli strappi taglienti degli archi squarciano le ombre della notte rimandando ad atmosfere tese ove non misteriose, lontanissime da quelle della Eine kleine Nachtmusik cui pure comunque si richiama.

La lettura di Nagano, attraverso un gesto essenziale al limite del rarefatto, è tesa, analitica nel disvelare il tessuto armonico eppure priva di qualsiasi affanno, più tesa alla luce dell’alba a venire che non all’oscurità.

Senza soluzione di continuità seguono le Sette parole, che Nagano scandaglia nell’essenza stessa della loro essenza, penetrando nei meandri più reconditi della struttura della sonata e trovando sintesi perfetta tra forma e sostanza, che è poi l’essenza stessa della musica di Haydn.

Impasti orchestrali di abbacinante nitore, articolazioni misuratissime, una capacità di cogliere il fulcro di ogni passaggio e di renderlo all’ascolto con semplicità densa toccando vette sublimi nell’ “Hodie mecum eris in Paradiso” – con il basso dei violini secondi che toglie il fiato – e il “Sitio” che si fa anelito palpitante nel pizzicato degli archi stemperandosi nella serenità dei legni.

Anche il Terremoto finale non è distruzione secondo Nagano, che lo stempera sino a farne il crollo delle ultime resistenze dell’umano a farsi divino.

I due vescovi, entrambi visibilmente emozionati,  intervengono con riflessioni tanto parche quanto appropriate.

Successo pieno e calaoroso sia a Bolzano che a Trento.

Alessandro Cammarano

(19 e 20 giugno 2023)

La locandina

Direttore Kent Nagano
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Programma:
Luigi Dallapiccola
Piccola musica notturna
Joseph Haydn
Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce Hob. Xx:1a

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