Venezia: tutto Bach per Angela Hewitt
La bellezza della sala grande della Fenice di Venezia, tra riflessi dorati e velluti, è stata la cornice perfetta per accogliere il recital tutto bachiano della pianista Angela Hewitt, che si è esibita domenica 10 giugno in un teatro pieno di appassionati veneziani e di turisti stranieri per la rassegna Musikàmera. L’artista canadese è una tra gli interpreti più quotati per la musica di Bach e ancora una volta il suo tocco e la sua ricchezza sonora hanno confermato un talento eccezionale.
I protagonisti della serata erano in realtà tre: la musica del sommo, portata ai vertici quando l’interprete sa farsi umile ed efficace mezzo; la fantasia creativa di Angela Hewitt che, nell’ascolto ad occhi chiusi, pare essere dotata di tre o quattro mani per la sua capacità di valorizzare ogni voce nelle parti fugate; il suono vibrante del pianoforte Fazioli, strumento cui la pianista è devota e che l’ingegner Paolo ha prontamente fatto arrivare, nuovo di fabbrica, appositamente per il concerto.
Nel ricco programma della serata, mirabile in ogni battuta, ricordiamo qui due opere come esempi della qualità interpretativa dell’artista, e precisamente la Suite francese n. 5 in sol maggiore BWV 816 e l’Ouverture in stile francese in si minore BWV 831. La prima disegnava i quadri di una collezione dedicata ad un piccolo mondo antico della natura, in un viaggio a tappe in cui il comune denominatore è la gioia del minuscolo, la delicatezza della dimensione contenuta, la felicità delle cose semplici: l’ “Allemande” era un raggio di sole che ci apriva alla primavera, la “Courante” una pioggerellina piena di note di grande leggerezza, la “Sarabande” un canto ieratico nella solitudine di una notte senza luna, la “Gavotte” l’esemplificazione della gaiezza, la “Bourrée” soffiava veloce come una brezza mentre la “Loure” tornava alla voce sole e vibrante, chiudeva la “Gigue” brillante ed agile come il balzo di un giovane cerbiatto. Tutte suggestioni offerte da un gesto pianistico che brilla nella precisione del tocco, nella chiarezza di un timbro sempre coerente eppure rinnovato in piani sonori assai diversi, in dita capaci di brillanti velocità come di emozionanti lentezze, senza mai perdere un suono filologicamente appropriato. L’Ouverture BWV 831, al contrario della Suite appena descritta, era un caleidoscopio di contrasti, dall’energia dell’attacco al carillon di cristalli del “Passepied II”, dal cipiglio delle danze veloci alla calma della “Sarabande”. Una varietà di andamenti e di tempi, pluralità già presente sul pentagramma, che veniva moltiplicata dalla ricchezza infinita di livelli sonori che la Hewitt sa creare sulla tastiera e che aveva il suo culmine in “Echo”, pezzo finale dalla scrittura frammentaria in cui stupiva la velocità con cui l’interprete riesciva a cambiare colore quasi ogni microfrase.
I lunghi applausi a fine concerto hanno regalato due bis: la Cantata “Schafe können sicher weiden” BWV 208 (arr. Mary Howe) e l’Aria dalle Variazioni Goldberg BWV 988. Il grande sorriso e il gesto eroico delle chiuse (con quel braccio che si eleva in maniera coreografica sopra la tastiera) di Angela Hewitt li ritroveremo in Umbria tra pochi giorni, esattamente il 29 giugno, quando proprio la Suite francese n. 5 aprirà il suo recital d’inaugurazione del Trasimeno Festival (trasimenomusicfestival.com/it/), giunto alla 18° e forse ultima edizione, almeno questa è la notizia inaspettata che la stessa pianista ha pubblicato in un post su FaceBook il 20 giugno scorso. Nessuna dichiarazione al riguardo è stata comunicata ufficialmente dalla manifestazione umbra e nessuna intervista è stata rilasciata dalla stessa artista. Vi terremo aggiornati.
Monique Cìola
(10 giugno 2023)
La locandina
Pianoforte | Angela Hewitt |
Programma: | |
Johann Sebastian Bach | |
Toccata BWV911 | |
Suite francese n. 5 BWV816 | |
Fantasia cromatica e Fuga BWV903 | |
Ouverture francese BWV831 | |
Concerto italiano BWV971 |
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