Firenze: il Teatro del Maggio è di nuovo in piedi
«È stata una corsa contro il tempo”. Così ha esordito Onofrio (Ninni) Cutaia, Commissario Straordinario del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nel presentare la futura programmazione di un teatro che ora è in piedi e non come nel marzo scorso». Grato al Ministro Sangiuliano e al Sottosegretario Mazzi, che gli hanno dato fiducia e incarico, il Commissario Cutaia ha trasmesso la sua soddisfazione per essere riuscito a presentare oggi una programmazione, sia della stagione lirica e sinfonica da settembre a dicembre, sia un anticipo del prossimo 86esimo festival del Maggio 2024. Per la prima parte non sono previsti abbonamenti, ma solo biglietti, e da gennaio si offriranno formule di abbonamento.
Uomo di classe, Cutaia ha voluto ringraziare e valorizzare tutto il personale del Teatro, tutte le realtà musicali del territorio – con le quali, fin dal giorno del suo insediamento, ha instaurato proficue collaborazioni – e anche le istituzioni locali, che, a suo dire, sono sempre state presenti per trovare la soluzione economica del 25 luglio scorso, che ha consentito, in tempi molto veloci, di approntare una programmazione. Accanto a loro gli sponsor storici, in particolare Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Banca Intesa San Paolo.
La parola chiave per Cutaia deve essere “sostenibilità” e, in effetti, il suo lavoro l’ha tenuta come faro guida. Verranno allestite opere che utilizzano precedenti allestimenti di felice gradimento del teatro, come, ad esempio, La bohéme di novembre – primo titolo operistico in cartellone, in omaggio a Puccini, in vista del 2024, anno celebrativo del cento anni dalla sua morte – o Don Pasquale a marzo, fino a Turandot nel Maggio. Saranno tenuti bassi i prezzi dei biglietti, onde poter far venire a teatro più persone. Aumenta la collaborazione con le altre realtà di spettacolo del territorio. Viene valorizzata sempre più la già ottimamente efficace Accademia del Maggio, i cui talenti canori di oggi e di ieri saranno ascoltabili nelle produzioni operistiche previste. Ma Cutaia punta anche ad altro: vuole approntare un piano programmatico che permetta di utilizzare gli spazi del teatro, interni ed esterni, in modo variegato, sul modello di quanto fa il Parco della Musica a Roma, con la condizione essenziale che si tratti di proposte di qualità. Ecco quindi sdoganati generi musicali diversi che al Teatro del Maggio si potrebbero ascoltare, ma la condizione essenziale è che non si perda la sua identità di teatro che offre opera e sinfonica.
Per raggiungere l’obiettivo anche dell’uso variegato degli spazi – non nuovo, ma finora poco o punto praticato dai predecessori di Cutaia – occorre, come ha detto lui, “una programmazione predefinita per tempo”.
Comunque si riparte piacevolmente, con il concerto “Bentornati” che Mehta dirigerà il 13 settembre – programma tutto mozartiano – e con i successivi, affidati alle bacchette sempre di Mehta, poi di Gatti (che ne dirige 5) che proporrà il ciclo “Beethoven- Honegger e l’Europa”. Eccetto il concerto di apertura, gli altri avranno tutti una replica il giorno dopo, decisione presa in base alla grande affluenza di pubblico dell’ultimo periodo, quello con i prezzi abbordabili, che ha dimostrato che il pubblico ci sarebbe se gli si va incontro con i biglietti a prezzo equo.
Sempre a settembre, il 14, una collaborazione con Fabbrica Europa, che riporta la danza contemporanea in cartellone (dopo che la gestione Bianchi mutilò il teatro dell’ottimo corpo di ballo MaggioDanza, non si riesce ad avere l’arte di Tersicore nei programmi). Anche nel prossimo festival del Maggio sarà prevista la danza, sempre contemporanea, con una prima assoluta di Roberto Zappalà, Trilogia dell’estasi, affidata alla compagnia coreutica che porta il suo nome.
Altra bella collaborazione sarà quella del Peer Gynt di Grieg, che a gennaio verrà allestita con la direzione di Nikolas Naegele e la regia del fiorentino Pier Paolo Pacini, eccellenza cittadina e noto in qualità anche di direttore della scuola di teatro della Pergola.
Con l’ORT la collaborazione avverrà tramite il Coro del Maggio, compagine ottima massima, diretta da Lorenzo Fratini, il 4 ottobre nella Basilica di Santa Croce.
Daniele Gatti non sarà sul podio solo per i concerti, ma anche per le opere: due prime volte per lui, sia il Don Pasquale di Donizetti a marzo, sia la Tosca pucciniana nell’86esimo Maggio, che avrà un altro debutto, quello dell’attore Massimo Popolizio alla regia.
Non poteva mancare il maestro Muti, legato a Firenze per vari motivi, che a maggio sarà alla guida dei Wiener Philarmoniker.
Novità interessante è il ciclo di concerti della domenica mattina, destinato a bambini e famiglie, per creare un pubblico consapevole, come ha sottolineato lo stesso Cutaia: dal 1 ottobre al 17 dicembre l’Orchestra del Maggio offrirà delle chicche del repertorio destinato ai giovani, e da giovani direttori sarà diretta. Ma per i bambini e ragazzi non poteva non essere confermato il progetto “All’Opera” curato dalla vulcanica regista fiorentina Manu Lalli, che proporrà l’elaborazione del Flauto magico a dicembre e della Turandot a febbraio.
Graditissima notizia è stata anche quella che informa che l’opera Jeanne Dark, commissionata nel 2020 a Fabio Vacchi per il Maggio di allora – e bloccata dalle restrizioni pandemiche – verrà allestita nel festival 2024, quello della convalescenza, anzi, guarigione, di questo teatro travagliato, che sembra fortunatamente aver trovato la giusta terapia con la gestione Cutaia. Ad maiora!
Donatella Righini
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