Macerata: le ombre di Lucia

Era dal 2003 che Lucia di Lammermoor mancava dal Macerata Opera Festival, dove ha fatto ritorno in un nuovo allestimento capace di coniugare tradizione e nuove visioni drammaturgiche che però alla fine rimane un po’in mezzo al guado.

Il muro di mattoni scabri dello Sferisterio, spazio meravigliosamente antiteatrale ma proprio per questo adatto alla sperimentazione, funge perfettamente da schermo sul quale ricreare una scenografia virtuale in videomapping – nell’occasione pensata da Étienne Guiol e realizzata da   Malo Lacroix  – su cui si innestano i pochissimi elementi scenici curati da Rudy Sabounghi, il tutto illuminato, o meglio ombreggiato dalle luci di Laurent Castaingt.

Ecco dunque un mare procelloso che ricorda quello dei dipinti di William Turner e la cui risacca accompagna, un po’ troppo sonoramente, i cambi tra un quadro e l’altro e con esso la fonte galeotta ove si incontrano Lucia ed Edgardo, la sala del castello degli Ashton e il cimitero dove tutti i destini si compiono.

C’è anche la rocca in rovina dei Ravenswood, con tanto di coppia di corvi volteggianti – ce li potevano risparmiare, signora mia – tanto per ricordarci, inutile pleonasmo, a chi appartengono i ruderi.

L’innovazione finisce qui perché Jean-Louis Grinda firma una regia di solida tradizione, formalmente elegante nel suo calligrafismo, la cui unica “trasgressione” è la trasposizione della vicenda – che novità – ai tempi della composizione dell’opera, complici i costumi davvero belli di Jorge Lara, che veste Lucia da amazzone ed Edgardo in kilt e cappello con la piuma di fagiano.

Per il resto tutto si concentra a soddisfare le vestali della fedeltà al libretto che per questa volta non sono costrette ad abbandonarsi al “povero Donizetti!” d’ordinanza, fatto salvo per il finale per lo meno discutibile con Edgardo in versione necrofila che disseppellisce il cadavere di Lucia – ma quando sarebbe stata interrata la poverina? – per poi dileguarsi senza seguire nella morte l’amata.

Luci e ombre per quanto attiene all’esecuzione musicale.

Jordi Bernàcer, alla testa dell’ Orchestra Filarmonica Marchigiana non particolarmente in FORM, risulta sempre indeciso sulla scelta dei tempi, per altro quasi sempre catatonici, creando più di uno scollamento tra buca e palcoscenico, finendo per far precipitare tutto in una tetraggine priva di qualsiasi pathos.

Brilla di contro nel ruolo-titolo Ruth Iniesta, Lucia dal timbro di cristallo brillante come quello della glass harmonica ­– suonata dal virtuoso Sascha Reckert – che l’accompagna, come da versione originale nella scena della pazzia. Iniesta fraseggia con gusto, colora con perizia, accenta con intelligenza rendendosi protagonista di una prova notevolissima.

Accanto a lei Dmitry Korchak, voce baciata da più di una divinità, è Edgardo dallo squillo perentorio e scenicamente credibile; peccato per qualche momento di défalillance sul finale in cui, complici le fantasie del direttore, si trova un po’ a corto di fiato e con l’intonazione a risentirne; il che non pregiudica un’ottima prova.

Maiuscolo l’Enrico di Davide Luciano, caratterizzato da una linea di canto pressoché perfetta sulla quale si incardina un fraseggiare rigoglioso.

Vogliamo pensare che Mirco Palazzi non fosse in perfetta forma perché il suo Raimondo pecca d’intonazione e appare stanco in più di un momento.

Paolo Antognetti è un Arturo di sorprendente brillantezza, voce tutta avanti e impiegata assai bene; molto più del solito anemico sposino.

Bene l’Alisa di Natalia Gavrilan mentre risulta parecchio stanco il Normanno di Gianluca Sorrentino.

Corretto il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” preparato con cura da Martino Faggiani.

Pubblico decisamente soddisfatto e applausi, parecchi anche a scena aperta, per tutti.

Alessandro Cammarano
(12 agosto 2023)

La locandina

Direttore Jordi Bernàcer
Regia Jean-Louis Grinda
Scene Rudy Sabounghi
Costumi Jorge Lara
Video Design Étienne Guiol
Realizzazione Video Malo Lacroix
Luci Laurent Castaingt
Assistente alla regia  Vanessa d’Ayral de Serignac
Personaggi e interpreti:
Lord Enrico Ashton Davide Luciano
Miss Lucia Ruth Iniesta
Sir Edgardo di Ravenswood Dmitry Korchak
Lord Arturo Bucklaw Paolo Antognetti
Raimondo Bidebent Mirco Palazzi
Alisa Natalia Gavrilan
Normanno Gianluca Sorrentino
FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro  Martino Faggiani
Banda Salvadei

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