Trieste: Marco Guidarini presenta “Operasofia” alla libreria Minerva
Che la Mitteleuropa sia un destino per Marco Guidarini, direttore d’orchestra e scrittore, genovese di nascita e residenza, e cittadino del mondo?
Certo è che per il Maestro, impegnato in questi giorni a Taormina Arte per due recite di Cavalleria rusticana e Pagliacci nella produzione dell’Opera di Stato Ungherese di Budapest, con Orchestra, Coro e artisti italiani, l’autunno si profila mitteleuropeo. Dal sette settembre riprenderà a Lubiana il fortunato allestimento de L’Italiana in Algeri di Rossini coprodotto con il Teatro Goldoni di Livorno, che tanto successo ha riscosso nella passata stagione.
Guidarini approfitterà della sua presenza in Slovenia per presentare nella vicina Trieste, fra una recita e l’altra del capolavoro rossiniano, la sua seconda opera letteraria, Operasofia (il Melangolo, 2022, pagg. 218, Euro 16).
L’appuntamento è alla Libreria Minerva di via San Nicolò, giovedì 14 settembre alle 18,00, dove è già stato ospite per raccontare la sua prima fatica letteraria, Gulda in viaggio verso Praga, una deliziosa serie di racconti mozartiani pubblicati anch’essi presso il Melangolo.
Operasofia, Filosofia dell’opera lirica, non un’opera di erudizione, ci aveva spiegato Guidarini, quando il libro era ancora in gestazione, ma un lavoro di alta divulgazione.
La pandemia, fra i molti danni che ha recato al mondo della cultura, ha ritardato l’uscita di questo delizioso libriccino, che, strada facendo, ha visto ridotto il numero delle pagine, ma non l’acume e l’arguzia della sua scrittura.
Operasofia, secondo il suo autore, è un arcipelago di scritti sulla storia dell’opera che “finalmente hanno trovato una forma che mi piace”. In diciassette capitoli brevi che non vogliono essere divorati da un pubblico di addetti ai lavori, ma, la parola è brutta, consumati dal lettore-viaggiatore curioso di sapere qualcosa di più sull’opera lirica e sulle sue metamorfosi che nel corso degli anni l’hanno radicalmente trasformata.
In pratica, pare di capire, Operasofia è agli antipodi dei tanti librini di pettegolezzi che raccontano il mondo dell’opera dal buco della serratura. Ai diciassette capitoli che seguono l’evoluzione nei secoli di un genere antico che ha rapporti con la modernità, Guidarini ha aggiunto delle note di filmografia musicale che esplorano le connessioni fra melodramma e cinema d’autore, e un glossario che spiega, in parole semplici, la lingua usata dagli addetti ai lavori.
Musicista e letterato, Guidarini si è sempre diviso tra le sue due passioni: oltre agli studi di violoncello al Conservatorio di Genova, al perfezionamento con André Navarra a Vienna, dove ha intrapreso lo studio della direzione d’orchestra alla Hochschule für Musik, si è laureato in lettere classiche e filosofia.
Poi la musica, e l’attività totalizzante di direttore d’orchestra, hanno preso il sopravvento. Allievo di Mario Gusella, con cui si è diplomato, Guidarini ha seguito corsi di perfezionamento con Franco Ferrara. Nel periodo studentesco si è a lungo avvalso dei consigli e della vicinanza di Claudio Abbado e Carlo Maria Giulini.
Dopo un periodo giovanile dedicato all’attività solistica e didattica, la prima a ingaggiarlo fu l’Opéra National di Lione come assistente di John Elliot Gardiner.
Fra il 2017 e il 2019, il suo rapporto con la Mitteleuropa Orchestra, di cui è stato Direttore principale, l’ha portato a frequentare assiduamente l’estremo Nord Est d’Italia e il mondo balcanico nelle tournée che la compagine, da poco convertita in struttura ad attività spesso stagionale, faceva ogni anno. La sua presenza in zona ci ha portato a incontrarci e ad apprezzarci. E soprattutto ha portato Marco a interessarsi al mondo dell’operetta, danubiana e non, cui dedica l’intero quattordicesimo capitolo – rarità fra le opere divulgative sul melodramma, che umiliano, in genere, autori come Offenbach e Léhar. -, intitolato L’operetta e dintorni.
Già il sottotitolo la dice lunga: i paradossi di un genere minore, la profondità in superficie?
L’operetta, scrive Guidarini, nasce anche come parodia dell’opera e del suo mondo, e va incontro a quella frenesia di divertimento che attraversa una larga parte della società europea tra Ottocento e Novecento.
Un omaggio è riservato alla Parigi fine secolo di Offenbach, per poi concentrare l’attenzione sul mondo danubiano, che pensa a Parigi, ma da lontano, imitandone frenesia e voglia di divertirsi, all’insegna del dinamismo musicale insito in questo genere.
Guidarni fa suo l’aforisma di Karl Kraus, uno dei principali autori satirici in lingua tedesca del Ventesimo secolo, secondo cui l’operetta combina l’anima liberatrice della musica con quell’allegria irresponsabile, che nel bel mezzo di questa confusione lascia intravvedere un’immagine delle nostre storture. Illuminante, come definizione.
Non c’è solo operetta, naturalmente in Operasofia, che racconta il mondo dell’opera con spirito critico. Non vuole essere, l’agile libro di Guidarini, un compendio accademico, non un trattato specialistico, né un libro di pettegolezzi. Lo potremmo definire, con il prefatore Paolo Fresu, un manuale emozionale, agile e coinvolgente, in cui l’autore ci trasmette la sua passione prima, la musica, attraverso le sue passioni seconde, la letteratura e la filosofia.
Senza troppo addentrarci nel contenuto de libro, anticipiamo in questa sede che la scienza dell’opera di Marco Guidarini sarà divulgata, con la complicità di Massimo Favento, strumentista e organizzatore musicale, e del sottoscritto, giovedì quattordici settembre alle 18,00 alla Libreria Minerva di via San Nicolò, a Trieste a chi vorrà, con moderazione, abbeverarsene.
Rino Alessi
Condividi questo articolo