José Antonio Montaño: Dixerunt e non solo

È uscito nelle scorse settimane per l’etichetta Sony Classical Dixerunt, CD – disponibile anche sulle principali piattaforme – che José Antonio Montaño, insieme alla sua orchestra con strumenti storici La Madrileña e al controtenore Carlos Mena, interessante lavoro di recupero del patrimonio spagnolo e italiano attraverso un’indagine musicologica e un’esecuzione filologica. Al centro del lavoro c’è la figura di Francesco Corselli (Piacenza, 19 aprile 1705 – Madrid, 3 aprile 1778), all’anagrafe Francisco Courcelle, Maestro della Cappella Reale di Madrid per oltre quarant’anni nel periodo compreso fra il 1737 e l’anno della sua morte.

Abbiamo fatto qualche domanda al Maestro.

  • Come si sviluppa il progetto “Dixerunt”?

Il progetto si basa su un’indagine approfondita del corpus di partiture conservato dalla Cappella Reale di Madrid, di cui Corselli fu docente per quarant’anni nel periodo di transizione tra il barocco e il classicismo del XVIII secolo. Tra tutti ho selezionato il suo Concertino a 4 in re maggiore e altre cinque opere vocali per contralto solo: due Lamentazioni, per il Mercoledì Santo e il Giovedì Santo; due Antifone mariane, Regina Caeli e Ave Regina; e il Responsorio a Santa Cecilia (con viola obbligata) che sono stati registrati per la prima volta dal controtenore Carlos Mena e dall’orchestra di strumenti d’epoca La Madrileña sotto la mia direzione.

Dixerunt include anche opere strumentali di altri due compositori italiani contemporanei di Corselli. Abbiamo registrato la famosa Sinfonia J-C39 di Giovanni Battista Sammartini così come il suo Concertino a 4 stromenti, opera anch’essa recuperata nel progetto. Completa l’album il Concerto per 2 violini in re minore di Mauro D’Alay, grande violinista e compositore originario di Parma, che ebbe un rapporto importante sia con Corselli che con la corte spagnola. Maxim Kosinov e Ignacio Ramal sono i violinisti solisti incaricati di registrarlo.

Il progetto è stato premiato con la prestigiosa Borsa di Studio Leonardo della Fondazione BBVA rivolta a ricercatori e creatori culturali, che ha permesso di intraprendere e completare Dixerunt con la registrazione avvenuta nella magnifica sala della Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid nel gennaio 2022 e la sua recente pubblicazione con l’etichetta Sony Classical.

  • Corselli è una figura “ponte” nel panorama musicale della prima metà del Settecento eppure solo recentemente ci si è resi conto della sua importanza. Perché?

Sono molti i fattori che hanno fatto sì che della musica eccellente venisse dimenticata nel corso della storia. A differenza di altri artisti italiani che alimentarono la corte spagnola nel XVIII secolo come Farinelli o Boccherini, Corselli non ottenne la stessa risonamza della sua musica o del suo nome. La qualità del suo lavoro è indiscutibile e questa dimenticanza non risponde affatto a questo tipo di domande.

Forse la sua attività a Madrid, incentrata soprattutto sulla composizione di musica sacra per la Cappella Reale (aggiungendosi ai tanti altri obblighi organizzativi, didattici, ecc. che la sua carica richiedeva), non aiutò la diffusione e l’impatto internazionale che la sua opera avrebbe avuto. avrebbe raggiunto la musica se avesse continuato a comporre, ad esempio, più opere come fece per alcuni dei teatri più importanti dell’epoca in Italia prima di venire a Madrid.

D’altra parte, l’evoluzione degli eventi musicali in Europa con le polarità di centri come Vienna o Parigi, sommata ad un XIX secolo molto turbolento per la Spagna, non ha favorito il mantenimento di questo repertorio creato per un’entità e uno scopo così specifici come il servizio musicale per la liturgia della Cappella Reale.

In Spagna la musicologia e l’attenzione a questo repertorio si sono sviluppate molto negli ultimi anni. Il lavoro di musicologi come Begoña Lolo, Judith Ortega o Álvaro Torrente, grandi esperti di questo repertorio e di Corselli in particolare, è stato essenziale affinché musicisti attivi come me potessero continuare ad avanzare e confermare che disponiamo davvero di un magnifico corpus musicale che vale la pena salvare e interpretato.

Senza dubbio, l’uscita di album come Dixerunt dà visibilità a Corselli, ma l’importante è raggiungere il pubblico direttamente attraverso le sale da concerto e i teatri d’opera, come è successo al Teatro Real di Madrid lo scorso febbraio, dove ha presentato in anteprima in tempi attuali la sua opera. Achille in Sciro con grande successo. La musica di Corselli lo merita.

  • La Madrileña suona strumenti storici e segue una pratica esecutiva storicamente informata. Come riesci a non essere né troppo “severo” né troppo “fantasioso”?

L’immaginazione è assolutamente essenziale nella composizione, ma è un pericoloso consigliere per l’esecutore.

Lo studio coscienzioso delle diverse correnti musicali europee del XVIII secolo mi ha dato una profonda conoscenza di questo linguaggio che mi dà sicurezza nelle mie decisioni interpretative poiché basate su ragioni musicologiche. Ma al di là di questa conoscenza applicata, c’è sempre uno spazio per l’immaginazione, dove l’interprete raggiunge un rapporto più profondo con l’opera applicando la propria lettura. Normalmente la fantasia trova il suo ruolo non nelle note, ma tra le note, in ciò che non è scritto.

Nel caso della musica vocale, sia nel repertorio lirico che in quello sacro, abbiamo un testo, e il contributo della fantasia alla sua interpretazione dovrebbe essere molto limitato. La natura del brano e del testo cantato ci fornisce informazioni sufficienti affinché si comprenda il discorso sonoro e dove sia logico portarlo, in ogni frase, parola, arrivando anche a ciascuna sillaba o nota.

La musica strumentale, non avendo testo, può sembrare più ambigua e richiede più fantasia per la sua interpretazione, ma nel repertorio del XVIII secolo non è affatto così. Entrambi i generi attingono dalle stesse fonti tecniche e stilistiche e provengono dalle stesse teste. Se vuoi capire come strutturare una sinfonia di Mozart, abbiamo il codice completo decifrato nelle sue opere. Per fare un esempio: nel secondo movimento della sua 41a sinfonia ci sono riflessioni musicali del suo Don Giovanni e di Le nozze di Figaro. Queste riflessioni possono essere ritmiche, melodiche, armoniche, insomma di molti tipi misurabili. Lì puoi trovare ispirazione interpretativa e importare risorse concettuali o tecniche nella sinfonia che arricchiscono l’espressione di una frase o di un’idea musicale. Dunque, l’immaginazione trova il suo spazio naturale in modo soddisfacente, se il DNA della lettura è basato sul rigore e sulla conoscenza.

  • Carlos Mena mi sembra perfetto per il repertorio sacro di Corselli. Come è nata la collaborazione con lui?

Ci siamo conosciuti anni fa al Teatro Real di Madrid in occasione di una produzione dell’Orfeo di Monteverdi e da allora siamo rimasti in contatto. Carlos è stato coinvolto in questo progetto sin dalla sua genesi e il suo contributo in tutte le fasi è stato fondamentale per raggiungere i grandi risultati ottenuti a Dixerunt. Entrambi condividiamo la passione per il lavoro svolto con rigore e cura e comprendiamo allo stesso modo la grande responsabilità che abbiamo come interpreti nei confronti della società, soprattutto perché siamo i primi a mostrare queste opere da secoli.

L’altro pilastro, che non voglio dimenticare, sono gli ottimi musicisti de La Madrileña che hanno reso possibile questo grande progetto che ha raggiunto, a mio modesto parere, livelli di altissima qualità.

  • Quali progetti per il futuro?

Come ricercatore continuerò a lavorare per il progetto Didone, un magnifico progetto sostenuto dal Consiglio Europeo della Ricerca che sto sviluppando insieme ad un team di importanti ricercatori e musicologi da alcuni anni presso la facoltà di musicologia dell’Università Complutense di Madrid con il quale sono in corso di trascrizione più di 3.000 arie di decine di compositori del Settecento, su libretti di Metastasio.

Come direttore d’orchestra proseguirò i miei progetti con altre orchestre e con altri repertori, nonché la mia attività didattica con l’orchestra della Scuola Superiore Forum Musikae di Madrid.

I miei progetti con La Madrileña includono la nostra prossima registrazione e, naturalmente, presenteremo Dixerunt in concerto in diversi cicli e festival in Spagna e speriamo di poterlo fare anche in Italia. Sarebbe un atto di giustizia per questi magnifici compositori “tornare in patria”, nonché una ghiotta occasione per mostrare al pubblico italiano l’opera di quegli sconosciuti ma geniali artisti che nutrirono con il loro stile le cappelle delle principali corti europee, tra loro, gli spagnoli.

Alessandro Cammarano

Originale spagnolo

José Antonio Montaño, junto a su orquesta de instrumentos históricos La Madrileña y el contratenor Carlos Mena, han editado en CD en el sello Sony Classical Dixerunt -también disponible en las principales plataformas- un interesante trabajo de recuperación de la música española e italiana a través de una investigación musicológica y una actuación filológica. En el centro de la obra se sitúa la figura de Francesco Corselli (Piacenza, 19 de abril de 1705 – Madrid, 3 de abril de 1778), nacido Francisco Courcelle, Maestro de la Capilla Real de Madrid durante más de cuarenta años en el periodo comprendido entre 1737 y el año de su muerte.

Le hicimos algunas preguntas al Maestro.

  • ¿Cómo se desarrolla el proyecto “Dixerunt”?

El proyecto parte de una investigación profunda del corpus de partituras conservadas de la Real Capilla de Madrid, de la cual Corselli fue maestro durante cuarenta años en el periodo de transición entre el barroco y el clasicismo del siglo XVIII. De todas ellas, seleccioné su Concertino a 4 en Re mayor y otras cinco obras vocales para Alto solo: dos Lamentaciones, del Miércoles y Jueves Santo; dos Antífonas MarianasRegina Caeli y Ave Regina; y el Responsorio a Santa Cecilia (con viola obligada) que fueron grabadas por primera vez por el contratenor Carlos Mena y la orquesta de instrumentos de época La Madrileña bajo mi dirección.

Dixerunt incluía también obras instrumentales de otros dos compostitores italianos contemporáneos a Corselli. Del afamado Giovanni Battista Sammartini hemos grabado su Sinfonia J-C39 así como su Concertino a 4 stromenti, obra también rescatada en el proyecto. Completa el disco el Concerto per 2 violini in Re minore de Mauro D’Alay, gran violinista y compositor originario de Parma, que tuvo una importante relación tanto con Corselli como con la corte española. Maxim Kosinov e Ignacio Ramal fueron los violinistas solistas que se encargaron de grabarlo.

El proyecto fue premiado con la prestigiosa Beca Leonardo de la Fundación BBVA dirigida a investigadores y creadores culturales, la cual hizo posible acometer y finalizar Dixerunt con la grabación que tuvo lugar en la magnífica sala de la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando en Madrid en enero de 2022 y su reciente publicación con el sello Sony Classical.

  • Corselli es una figura “puente” en el panorama musical de la primera mitad del siglo XVIII y, sin embargo, su importancia solo se ha dado cuenta recientemente. ¿Por qué?

Son muchos los factores que han hecho olvidar música excelente a lo largo de la historia. A diferencia de otros artistas italianos que nutrieron la corte española en el siglo XVIII como Farinelli o Boccherini, Corselli no logró la misma proyección de su música ni de su nombre. La calidad de su obra es indiscutible y este olvido no responde en absoluto a este tipo de cuestiones.

Quizás su trabajo en Madrid, centrado sobre todo en la composición de música religiosa para la Real Capilla (sumado a otras muchísimas obligaciones organizativas, docentes, etc. que exigía su cargo), no ayudó a la difusión y al impacto internacional que hubiera alcanzado su música si hubiera seguido componiendo por ejemplo más óperas como hizo para algunos de los teatros más importantes del momento en Italia antes de venir a Madrid.

Por otro lado, el devenir de los acontecimientos musicales en Europa con las polaridades de centros como Viena o París, sumados a un siglo XIX muy convulso para España, no favorecieron el mantenimiento de este repertorio creado para una entidad y finalidad tan concreta como era el servicio musical para la liturgia de la capilla Real.

En España la musicología y la atención a este repertorio se ha desarrollado mucho en los últimos años. Trabajos de musicólogos como Begoña Lolo, Judith Ortega o Álvaro Torrente, grandes conocedores de este repertorio y de Corselli concretamente, han sido básicos para que músicos activos como yo sigamos avanzando y constatando que efectivamente tenemos un corpus musical magnífico que merece la pena ser rescatado e interpretado.

Sin duda lanzamientos de discos como Dixerunt dan visibilidad a Corselli, pero lo importante es llegar al público directamente a través de salas de concierto y teatros de ópera como ocurrió en el Teatro Real de Madrid el pasado mes de febrero, donde se estrenaba en tiempos actuales su ópera Achille in Sciro con gran éxito. La música de Corselli lo merece.

  • La Madrileña toca instrumentos históricos y sigue una práctica interpretativa históricamente informada. ¿Cómo te las arreglas para no ser ni demasiado “estricto” ni demasiado “imaginativo”?

La imaginación es absolutamente esencial en la composición, pero una peligrosa consejera del intérprete.

El estudio concienzudo de las distintas corrientes musicales europeas en el siglo XVIII me ha proporcionado un profundo conocimiento sobre este lenguaje que me aporta seguridad en mis decisiones interpretativas al estar basadas en razones musicológicas. Pero más allá de estos conocimientos aplicados, efectivamente siempre hay un espacio para la imaginación, donde el intérprete logra una relación más profunda con la obra al aplicar una lectura propia. Normalmente la imaginación encuentra su protagonismo no en las notas, sino entre las notas, en lo que no está escrito.

En el caso de la música vocal, ya sea en repertorio lírico o sacro disponemos de un texto, y la aportación de la imaginación para su interpretación debería ser muy acotada. La naturaleza de la pieza y el texto cantado nos da suficiente información para que haya una comprensión del discurso sonoro y de por dónde es lógico llevarlo, en cada frase, palabra, hasta llegar incluso a cada sílaba o nota.

La música instrumental, al no tener texto, puede parecer más ambigua y necesitada de más imaginación para su interpretación, pero en absoluto es así en el repertorio del XVIII. Ambos géneros beben de las mismas fuentes técnicas y estilísticas y salen de las mismas cabezas. Si se quiere entender cómo dar forma a una sinfonía de Mozart, tenemos el código completo descifrado en sus óperas. Por poner un ejemplo de ésto: en el segundo movimiento de su sinfonía 41 hay reflejos musicales de su Don Giovanni, y de Le nozze di Fígaro. Esos reflejos pueden ser rítmicos, melódicos, armónicos, en fin, de muchos tipos mensurables. Ahí se puede encontrar una inspiración interpretativa e importar a la sinfonía recursos conceptuales o técnicos que enriquezcan la expresión de una frase o idea musical. Por lo tanto la imaginación encuentra su espacio natural de manera satisfactoria, si el ADN de la lectura parte del rigor y del conocimiento.

  • Carlos Mena me parece perfecto para el repertorio sagrado de Corselli. ¿Cómo surgió la colaboración con él?

Nos conocimos hace años en el Teatro Real de Madrid a propósito de una producción del Orfeo de Monteverdi y desde entonces hemos estado en contacto. Carlos ha estado implicado en este proyecto desde su génesis y su aportación en todas las fases ha sido fundamental para alcanzar los estupendos resultados obtenidos en Dixerunt. Ambos compartimos pasión por el trabajo hecho con rigor y con cuidado y entendemos del mismo modo la gran responsabilidad que tenemos como intérpretes frente a la sociedad, sobre todo al ser los primeros en mostrar estas obras desde hace siglos.

El otro pìlar, del que no me quiero olvidar son los excelentes músicos de La Madrileña que han hecho posible este gran proyecto que ha alcanzado, en mi humilde opinión, unas cotas de altísima calidad.

  • ¿Qué planes para el futuro? 

Como investigador seguiré trabajando para el Didone project, un magnífico proyecto apoyado por el European Research Council que desarrollo junto a un equipo de destacados investigadores y musicólogos desde hace algunos años en la facultad de musicología de la Universidad Complutense de Madrid con el que se están transcribiendo más de 3.000 arias de decenas de compositores del siglo XVIII, con libretos del Metastasio.

Como director continuaré mis proyectos con otras orquestas y con otros repertorios, así como mis actividades docentes con la orquesta en la Escuela Superior Forum Musikae de Madrid.

Mis proyectos con La Madrileña incluyen nuestra próxima grabación y por supuesto, estaremos presentando Dixerunt en concierto en distintos ciclos y festivales en España y ojalá que podamos hacerlo también en Italia. Sería un acto de justicia para estos magníficos compositores “volver a casa”, además de una estupenda ocasión para mostrar al público italiano la obra de sus desconocidos pero geniales artistas que nutrieron con su estilo las capillas de las principales cortes europeas, entre ellas, la española.

Alessandro Cammarano

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