Budapest: l’Infedeltà non delude
«Se si vuole assistere ad un’opera ben fatta bisogna andare ad Esterháza»: così era solita dire l’imperatrice Maria-Teresa, tanto che le porte del sontuoso castello di Fertőd – noto anche come la Versailles ungherese – si schiusero alla sovrana in onore della quale, nel settembre del 1773, era stata riallestita l’Infedeltà delusa, burletta per musica che Franz Joseph Haydn aveva scritto per l’onomastico di Maria Anna Lunati Visconti vedova del principe Paul Anton Esterházi e messa in scena il 26 luglio dello stesso anno.
L’imperatrice poté dunque godere della rappresentazione di una delle più sapide – e soprattutto tra le maggiormente funzionali dal punto di vista drammaturgico – opere del catalogo hadnyano, che pur legata ancora agli stilemi della Commedia dell’Arte sembra guardare avanti verso un superamento dei “caratteri” a favore dei “personaggi”; Vespina – la giovane che lotta non solo per il suo amore per Nencio ma anche perché l’unione del fratello Nanni con Sandrina vada a buon fine, il tutto beffando Filippo il padre di Sandrina – somiglia non poco, nei suoi travestimenti da vecchia, da servo tedesco e infine da Marchese di Ripafratta alla Despina di Mozart-Da Ponte, mostrandosi donna capace di tirare con maestria le fila degli eventi.
Haydn non rinuncia alla sinfonia neppure nell’opera, tanto che la stessa ouverture si articola in una dimensione che proprio alla sinfonia allude, mostrando al contempo di saper trattare le voci in maniera assolutamente teatrale, aiutato anche dal libretto sapido – sappiamo che il compositore non ebbe gran fortuna con i librettisti – di Marco Coltellini.
Dell’Infedeltà delusa il Festival d’Autunno dell’Haydneum ha riproposto – nella Beethoven Hall del Carmelite – un’esecuzione in forma di concerto in occasione del duecentocinquantesimo anniversario della prima, il tutto con esiti ben più che lusinghieri.
György Vashegyi guida la sua Orfeo Orchestra – accordata su un filologico diapason a 430 – trattando la partitura con il garbo leggero che le compete, rendendola all’ascolto attraverso trasparenze dinamiche suadenti e scelte agogiche in grado di mettere in luce ogni suo aspetto, anche il più recondito, con il risultato di una lettura gradevolmente discorsiva ed al contempo rigorosa.
Di bella uniformità la compagnia di canto – che canta tutta in un italiano pressoché perfetto – nella quale spicca il talento irresistibile del giovanissimo soprano neozelandese Ella Smith, capace di dare voce e corpo ad una Vespina non solo padrona degli eventi ma anche di una tecnica vocale raffinata messa al servizio di un fraseggio intelligente e capace di modellarsi, senza mai cadere nel macchiettismo, ai vari travestimenti richiesti.
Non le è da meno Bernhard Berchtold, Filippo dalle mille sfaccettature e dotato di una mimica facciale che si aggiunge ad un canto brillante.
Convincono anche Adriána Kalafszky, Sandrina battagliera, Szilveszter Szélpál, Nanni appassionato e Zoltán Megyesi, Nencio adorabilmente spaesato.
Successo prolungato e meritatissimo per tutti, con numerosi applausi anche alla fine di ciascuna aria.
Alessandro Cammarano
(11 novembre 2023)
La locandina
Direttore | György Vashegyi |
Personaggi e interpreti: | |
Vespina | Ella Smith |
Nanni | Szilveszter Szélpál |
Sandrina | Adriána Kalafszky |
Filippo | Bernhard Berchtold |
Nencio | Zoltán Megyesi |
Orfeo Orchestra |
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