Milano:Dantone sperimenta la Settima di Mahler

L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento arriva in trasferta a Milano con il suo Direttore Principale Ottavio Dantone portando con sé la partitura della Settima Sinfonia, insieme all’Ottava la sinfonia meno eseguita e per questo anche meno nota della produzione mahleriana. Dopo la Sesta Mahler torna ad una struttura con più di quattro movimenti come erano state la Quinta e ancor prima la Seconda. Composta tra il 1904 e il 1905, questa Settima, a detta dello stesso Mahler, è una delle sue sinfonie più complesse. Schönberg e Berg apprezzarono molto alcune soluzioni armoniche e alcune amalgame strumentali. L’organico qui vede l’inserimento di strumenti insoliti come il mandolino e la chitarra, che saranno utilizzati anche nell’Ottava.

Il primo movimento riprende da dove Mahler ci aveva lasciati con la Sesta ovvero da un discorso musicale che procede con una continua oscillazione tra il modo maggiore e quello minore, con sbalzi repentini di tonalità e cambiamenti di armonie che addirittura lasciano presagire l’atonalismo. Lo spirito è quello di una marcia di stampo militaresco, di un cammino che procede senza consapevolezza e per inerzia. Il tutto è ben caratterizzato da Ottavio Dantone che per la prima volta si confronta con questo tipo di repertorio.

Il richiamo naturalistico della prima Nachtmusik, in cui si possono cogliere le atmosfere della “Pastorale” di Beethoven e della Scène aux champs della “Fantastica” di Berlioz, Mahler raggruppa e fonde tra di loro gli elementi più diversi: tempi di marcia, suggestioni impressionistiche e le voci reali della natura. L’orchestra Haydn ha un bellissimo suono negli archi e nei fiati anche se non sempre la sincronia tra direttore ed orchestra è perfetta. Il terzo movimento è uno Scherzo tradizionale. È un muoversi di figure spettrali e irreali tra ritmi di danza irregolare e uscite di sapore parodistico della tuba, del controfagotto e dell’oboe: tutti e tre gli strumenti trovano ottimi esecutori nella formazione orchestrale del Trentino-Alto Adige.

Il Trio in re minore è un canto popolare armonizzato per gli oboi e interrotto da un solo del violino ineccepibile della spalla Marco Mandolini. La seconda Nachtmusik, che costituisce il quarto movimento, è scritta per chitarra, mandolino, arpa e orchestra da camera ed è un pezzo di straordinaria delicatezza musicale. Al corno è affidato il tema principale e la scrittura ha una luminosa trasparenza melodica e una cantabilità affettuosa. La Nachtmusik II è una pagina ricca di emozioni e suggestioni tra le più tipiche dell’inventiva liederistica mahleriana.

Il Rondò-Finale è un forzato tentativo di infondere gioia di vivere, espressa con sonorità vigorose e massicce, tra squilli di fanfare, colpi di timpani e campane fragorose. Mahler cerca di esaltare l’orchestra in tutte le sue componenti e non si vergogna di apparire rumoroso e a volte banale. Mahler in realtà sa benissimo di mentire al pubblico ed a sé stesso tanto da cadere, nella coda, nella schizofrenia tentando di essere positivo a tutti i costi e di risollevarsi dalla tragicità del finale della sinfonia precedente. La soluzione però, non del tutto inaspettatamente, non ci porta da nessuna parte. Al termine della galoppata finale un improvviso accordo sinistro e sospeso riporta il buio cancellando tutto ciò che di positivo avevamo appena ascoltato; un secco accordo finale mette un punto definitivo e inappellabile a questa partitura.

Una riflessione conclusiva su questa incursione mahleriana di Dantone. La scelta ci è sembrata azzardata ma alla fine quasi riuscita. La scelta della Settima, con le due Nachtmusik, due serenate notturne di chiara ispirazione classica, è la naturale conseguenza delle frequentazioni musicali più assidue del direttore e cembalista milanese.

Arrivare così a Mahler però, con un ampio salto temporale senza essersi confrontati con molto repertorio precedente come Bruckner o Brahms ci lascia un po’ perplessi anche per l’estrema difficoltà tecnica che Mahler, probabilmente uno dei più grandi direttori d’orchestra del ventesimo secolo, profonde ampiamente nelle sue partiture ed in particolare in questa: pensiamo nello specifico al primo movimento ed allo Scherzo. Le due Nachtmusik ed il finale invece sono sicuramente le pagine che per loro stessa natura risultano le più riuscite di questa esecuzione milanese che vedrà repliche a Bolzano e Trento nella Stagione Sinfonica dell’Orchestra Haydn.

Luca Di Giulio
(7 novembre 2023)

La locandina

Direttore Ottavio Dantone
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
   Programma:
Gustav Mahler
Sinfonia n. 7 in Mi minore

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